Se volete fare un viaggio, un vero viaggio old school, l’Albania è la meta che fa per voi. Senza bisogno di andare dall’altra parte del mondo, in posti esotici e inaccessibili, la vicina Albania conserva ancora molte delle caratteristiche che il turista più avventuroso non manca di apprezzare.”
di Paolo Sus
Entroterra e umanità
Esplorando un po’ l’entroterra albanese e le sue montagne, scoprirete che non è sempre possibile fidarsi di quello che dice il telefono, forse rimpiangerete di non esservi muniti di una cartina stradale dettagliata, come si faceva una volta, e sicuramente reimparerete a chiedere aiuto al prossimo. Anche perché la stazione di benzina non è sempre dietro l’angolo e i mezzi di trasporto pubblico a volte, semplicemente, non ci sono. Se avrete l’ardire di ritornare a quella dimensione di viaggio in cui le app dello smartphone non facevano il 90% del lavoro, scoprirete forse l’ospitalità semplice e sincera di alcune regioni rimaste schiettamente rurali.
Potrete confrontarvi con un’umanità ancora fatta da vecchi contadini che a fine giornata, nella luce del tramonto, trasportano sulle spalle, dentro gerle di vimini, pile alte diversi metri di fieno tagliato.
Come arrivare
Traghetto
L’Albania è vicinissima all’Italia e grande come un paio delle nostre regioni messe insieme, le sue coste fronteggiano quelle pugliesi dalle quali distano, nel punto più stretto, solo settantadue chilometri. È possibile raggiungere il porto di Durrës (Durazzo) imbarcandosi su un traghetto a Bari, oppure quello di Valona da Brindisi, le traversate durano quasi otto o nove ore e, se l’intenzione è quella di visitare l’Albania e scorrazzare liberamente, è consigliabile imbarcare anche la propria auto.
Automobile, un “sistema” differente
A proposito, l’automobile offrirà lo spunto per la presa d’atto che si sta entrando in un “sistema” differente. Le assicurazioni italiane, infatti, di solito non coprono il territorio albanese. Verificate la vostra carta verde e noterete che la sigla AL è barrata. Per questo alla frontiera vi aspetteranno gli agenti assicuratori albanesi che per una cinquantina di euro offrono una polizza temporanea, indispensabile per circolare nel Paese.
Rimanendo in tema automobilistico, va detto che è possibile raggiungere l’Albania via terra.
Itinerario 1
Guidando a tappe attraverso i Balcani sull’asse Zagabria, Belgrado, Skopje e, quindi, entrando in Albania da est, dalla Repubblica della Macedonia del Nord, sarà possibile, oltre a visitare tre capitali dell’Europa orientale in pochi giorni, approcciare l’Albania dal suo lato montuoso e naturalistico, visitando prima di tutto il lago di Ocrida e il Parco Nazionale di Prespa, dove si aggirano orsi e gatti selvatici.
Itinerario 2
Se si vuole restare sul mare, se no, è possibile guidare lungo tutta la costa croata, con un piccolo passaggio in Montenegro che consentirà di ammirare le stupende Bocche di Cattaro, dove l’acqua entra fra i monti riempiendo il fondo valle. Arrivando da nord si vedrà il gigantesco lago di Scutari, il più esteso di tutti i Balcani, diviso fra Albania e Montenegro, dimora di varie specie di uccelli, fra i quali pellicani, cormorani e aironi.
Caratteristiche dell’Albania
Raggiungere l’Albania via terra, se se ne ha il tempo e la possibilità, consente di rendersi conto di un po’ di cose. Passare attraverso la frammentazione identitaria e politica dei Balcani preparerà il viaggiatore alla comprensione di ciò che troverà in Albania. Questo Paese, infatti, rappresenta un po’ il concentrato e la sintesi di tante sfaccettature dell’area e ha il pregio, comunque, di costituire politicamente, storicamente ed etnograficamente un caso a sé.
Storia e culture
Il territorio albanese è rimasto sotto la dominazione ottomana per più di quattrocento anni, l’indipendenza è arrivata solo nel 1912. Questa lunga permanenza nell’amministrazione dell’impero turco ha lasciato naturalmente delle tracce. In Albania i campanili delle chiese delle varie confessioni cristiane dividono il paesaggio con i minareti delle moschee musulmane e fra la popolazione le fedi religiose convivono in modo pacifico. Le classi dominanti turche portarono in Albania anche una particolare dottrina islamica di derivazione sufi, chiamata Bektashi, moderata e mistica e che ancora oggi sopravvive come numerosa minoranza.
Novecento
Nel corso del Novecento l’Albania ha sperimentato i nazionalismi e le dittature di ogni segno, intessendo anche un legame particolare con l’Italia. Già protettorato italiano dopo la Prima guerra mondiale, l’Albania subì l’invasione fascista nel 1939 e la successiva occupazione italo-tedesca fino al 1944. Persino in quegli anni oscuri, però, la tolleranza albanese ha dato prova di sé. Infatti, si stima che l’Albania fu il Paese in cui tutti gli ebrei presenti sul territorio furono salvati dalle persecuzioni naziste. La successiva guerra di liberazione, condotta dai gruppi partigiani comunisti e nazionalisti, condusse il Paese nell’orbita sovietica e quindi verso quasi cinquant’anni di ferrea dittatura che isolò il Paese non solo dal mondo ma anche dai vicini Stati socialisti come la Jugoslavia.
Un ponte tra Occidente e Oriente
Dal 1991 democrazia liberale, l’Albania ancora porta con sé tutte le differenti sfumature che la Storia le ha conferito. Con la propria unità etnica (albanesi al 98%) e linguistica (l’albanese è differente dagli idiomi di tutti i Paesi confinanti e la sua origine è misteriosa), l’Albania può essere considerata un ponte fra occidente e oriente, e fra antico e moderno, sia balcanica che mediterranea. Per gli italiani, fortunatamente, sarà più semplice esplorare la complessità che questa terra custodisce, perché la nostra lingua è conosciuta e parlata da gran parte della popolazione che nei lunghi anni di dittatura sintonizzava di nascosto le televisioni sui programmi delle nostre reti.
Luoghi naturalistici e storici
Korça
Volendo distruggere immediatamente ogni tipo di pregiudizio che un italiano possa avere sull’Albania, sarebbe ottimale cominciare il nostro viaggio dalle montagne dell’est. Passeggiando per le rruga e i bulevardi del centro città di Korça si avrà la sensazione di stare da qualche parte in Trentino e nei dintorni di Korça infatti, d’inverno, si può persino sciare.
Centro…
Il centro della città è ben curato e ospita una grande basilica ortodossa di nuova costruzione, ma aggirandosi un po’ nei sobborghi si percepisce subito il reale tenore di vita del popolo albanese. Le case diventano più pittoresche, ma non meno dignitose, i locali più alla mano, con trattorie che servono semplici piatti casalinghi e caffetteria a tutte le ore del giorno. Ci si imbatte presto anche nelle tracce del recente passato socialista e in quelle dell’antico passato medievale.
…e dintorni
A venti chilometri dal centro si possono visitare le chiese e il monastero del borgo di Voskopoja, oggi abitato da poche migliaia di persone, ma, nel XIV secolo, luogo di relazioni commerciali fra Venezia, Grecia e Turchia. Rimanendo in paese, invece, si può salire la lunga scalinata monumentale che conduce sulla collina del cimitero dei martiri da dove osservare la città al fianco della statua di un partigiano che, con fucile in mano e pugno alzato, saluta il sole dell’avvenire.
Oggi Korça è soprattutto famosa per la produzione dell’omonima birra, una delle due principali marche nazionali, e ad agosto organizza la Festa e Birrës, sorta di Oktoberfest albanese.
Parchi naturalistici nazionali, spiagge e borghi
Da Korça, poi, si possono raggiungere diversi parchi naturalistici nazionali, come quello del lago Prespa o quello del monte Tomorr, se invece si desidera spingersi a sud-ovest, verso il mare, attraversando le strade di montagna più impervie, i locali vi consiglieranno di sconfinare a sud, in Grecia, e prendere la bella autostrada fino a Giannina, per poi ritornare in Albania lungo il litorale. Anche questo fa parte dell’avventura.
Così aggirate, o attraversate, le zone montuose sud-orientali, avvicinandosi alle spiagge del mediterraneo, si può ancora dedicare qualche risorsa all’entroterra per visitare un paio di borghi storici.
Come Gjirokastra, o Argirocastro (fortezza d’argento), patrimonio UNESCO dal 2005 e già città-museo in epoca comunista, con il suo castello del XII secolo che domina una città in cui rimangono in piedi molte dimore di epoca ottomana. Oppure, proseguendo in direzione nord, Berat, anch’essa patrimonio UNESCO e già città-museo, con un quartiere fortificato (kala) di antichissima origine che domina una collina letteralmente ricoperta di antiche case ottomane e che valgono al luogo il soprannome di “città dalle mille finestre”. Berat sorge alle pendici del monte Tomorr meta, in agosto, di pellegrinaggi bektashi e dimora, tutto l’anno, di lupi e aquile.
Le coste di mare
In Albania, per dare un’idea, il mare è quello della Puglia adriatica. Da nord a sud il paesaggio è un susseguirsi di spiagge e parchi nazionali a tutela della biodiversità dei vari delta e lagune. L’Albania mediterranea è ancora un altro mondo da scoprire. Strade litoranee strette e spesso malconce (ma tutto è in progressivo e costante miglioramento) su cui gli automobilisti si fermano, anche in doppia o tripla fila, per chiacchierare tranquillamente con i passanti. Spiagge attrezzate con standard occidentali ma vuote a causa degli alti costi giornalieri, che poi magari scopriamo essere solo di pochi euro.
Spiagge e dove trovarle
Per gli appassionati della vita di mare ci sono spiagge ovunque. Intorno a Durazzo (sul cui lungomare rimangono torri di avvistamento del XV secolo, quando era colonia veneziana), come quelle poco più a sud, in località Kavaja. Ci sono spiagge più selvagge scendendo ancora, in corrispondenza di Apollonia (già colonia greca nel 558 a.C., di cui si può visitare l’importante sito archeologico). Ci sono spiagge nel golfo di Valona, come Bora Bora e Orikum, dall’acqua cristallina nonostante la presenza del porto.
Il tratto di costa più interessante, però, probabilmente è quello che si estende a sud del golfo di Valona fino a Saranda, ultima città prima della Grecia. Fra Dhermi, Himarë e il monastero di Shën Mërisë, lasciando la strada statale, scendendo per sentieri sterrati, si possono raggiungere una miriade di spiagge, alcune isolate e selvagge altre attrezzate. Poi, da Saranda a Ksamil, la forte bellezza mediterranea delle coste e del mare sarà da scontare con la presenza di un rumoroso turismo di massa, al quale sarà comunque, in parte, possibile sfuggire, proseguendo ancora fino al sito archeologico di Butrinto. Questa ultima perla della costa albanese offrirà la rinfrescante ombra degli ulivi a chi, privandosi di una giornata di mare, vorrà visitare le rovine di una città già presente nell’antica regione dell’Epiro che è stata poi greca e romana.
Tirana
La capitale albanese va senz’altro annoverata fra le città europee da visitare. Pur ricca di tutto il proprio passato, Tirana è una città essenzialmente moderna, come la definì Indro Montanelli nel 1939 e che da allora mantiene intatto quello spirito. Giovane, attiva, in tensione verso il futuro.
Piazza Scanderbeg
Piazza Scanderbeg, cuore e centro della città, offre subito una panoramica di tutte le influenze che Tirana ha, nel tempo, assorbito. La grande moschea Et’hem Bey, lasciata dai turchi ottomani, i palazzi neoclassici o razionalisti, costruiti dagli italiani negli anni Venti e Trenta, i monumentali palazzi di epoca comunista come il Palazzo della Cultura, Hotel Tirana e il Museo di Storia Nazionale. Sulla facciata di quest’ultimo, impossibile da non ammirare l’enorme mosaico che, come un Quarto Stato in stile realismo socialista, rappresenta tutta la storia dell’Albania.
Museo sotterraneo
Per un ripasso di Storia del Novecento, da piazza Scanderbeg si può accedere a un particolare museo sotterraneo allestito in un ex bunker atomico della Guerra Fredda dove, in un’atmosfera realmente inquietante, una serie di pannelli ricostruiscono il passaggio di testimone fra le dittature fascista e comunista. Oppure, per restare più leggeri in superficie, si possono fare due passi fino alla Galleria Nazionale d’Arte dove è conservata una bella collezione di dipinti degli anni del socialismo, in cui si possono osservare partigiani che combattono a petto nudo i carri armati, operai metallurgici intenti a battere il martello, uomini e donne all’opera nell’industria e nell’agricoltura realizzando una avveniristica parità di genere.
Piramide
Il regime ha poi lasciato anche strutture grottesche come la “piramide di Tirana”, mausoleo brutalista in cemento armato che doveva celebrare il dittatore. Il suo destino è stato un altro e la piramide ha provato a diventare diverse cose e poi, semplicemente, rampa per le scalate dei ragazzini mentre il resto della struttura va in rovina. In tempi recenti il monumento ha, però, attirato l’attenzione dello studio di architettura internazionale MVRDV e si pensa perciò di ristrutturarlo per farne un moderno centro congressi. Dopotutto sorge a due passi dal centro, in mezzo a una grandissima zona verde, formata da giardini, fontane e passeggiate.
Tra natura e città
Tirana, infatti, è una città piena di parchi, piccoli e grandi, e, sia a nord che a sud, ospita anche laghi artificiali. Fra un parco e l’altro la città offre strade pedonali, musei e gallerie d’arte, birrerie storiche e locali sulla cima dei palazzi, vivaci mercati rionali e centri commerciali, casbe intasate e quartieri signorili. Ovunque, la tensione alla vivibilità è percepibile e se, invece che fare il giro dell’Albania, voleste cominciare solo con un fine settimana a Tirana, la scelta sarebbe senz’altro centrata.
Tratto da FVM n.55 inverno
Se volete fare un viaggio, un vero viaggio old school, l’Albania è la meta che fa per voi. Senza bisogno di andare dall’altra parte del mondo, in posti esotici e inaccessibili, la vicina Albania conserva ancora molte delle caratteristiche che il turista più avventuroso non manca di apprezzare.”
di Paolo Sus
Entroterra e umanità
Esplorando un po’ l’entroterra albanese e le sue montagne, scoprirete che non è sempre possibile fidarsi di quello che dice il telefono, forse rimpiangerete di non esservi muniti di una cartina stradale dettagliata, come si faceva una volta, e sicuramente reimparerete a chiedere aiuto al prossimo. Anche perché la stazione di benzina non è sempre dietro l’angolo e i mezzi di trasporto pubblico a volte, semplicemente, non ci sono. Se avrete l’ardire di ritornare a quella dimensione di viaggio in cui le app dello smartphone non facevano il 90% del lavoro, scoprirete forse l’ospitalità semplice e sincera di alcune regioni rimaste schiettamente rurali. Potrete confrontarvi con un’umanità ancora fatta da vecchi contadini che a fine giornata, nella luce del tramonto, trasportano sulle spalle, dentro gerle di vimini, pile alte diversi metri di fieno tagliato.
Come arrivare
Traghetto
L’Albania è vicinissima all’Italia e grande come un paio delle nostre regioni messe insieme, le sue coste fronteggiano quelle pugliesi dalle quali distano, nel punto più stretto, solo settantadue chilometri. È possibile raggiungere il porto di Durrës (Durazzo) imbarcandosi su un traghetto a Bari, oppure quello di Valona da Brindisi, le traversate durano quasi otto o nove ore e, se l’intenzione è quella di visitare l’Albania e scorrazzare liberamente, è consigliabile imbarcare anche la propria auto.
Automobile, un “sistema” differente
A proposito, l’automobile offrirà lo spunto per la presa d’atto che si sta entrando in un “sistema” differente. Le assicurazioni italiane, infatti, di solito non coprono il territorio albanese. Verificate la vostra carta verde e noterete che la sigla AL è barrata. Per questo alla frontiera vi aspetteranno gli agenti assicuratori albanesi che per una cinquantina di euro offrono una polizza temporanea, indispensabile per circolare nel Paese.
Rimanendo in tema automobilistico, va detto che è possibile raggiungere l’Albania via terra.
Itinerario 1
Guidando a tappe attraverso i Balcani sull’asse Zagabria, Belgrado, Skopje e, quindi, entrando in Albania da est, dalla Repubblica della Macedonia del Nord, sarà possibile, oltre a visitare tre capitali dell’Europa orientale in pochi giorni, approcciare l’Albania dal suo lato montuoso e naturalistico, visitando prima di tutto il lago di Ocrida e il Parco Nazionale di Prespa, dove si aggirano orsi e gatti selvatici.
Itinerario 2
Se si vuole restare sul mare, se no, è possibile guidare lungo tutta la costa croata, con un piccolo passaggio in Montenegro che consentirà di ammirare le stupende Bocche di Cattaro, dove l’acqua entra fra i monti riempiendo il fondo valle. Arrivando da nord si vedrà il gigantesco lago di Scutari, il più esteso di tutti i Balcani, diviso fra Albania e Montenegro, dimora di varie specie di uccelli, fra i quali pellicani, cormorani e aironi.
Caratteristiche dell’Albania
Raggiungere l’Albania via terra, se se ne ha il tempo e la possibilità, consente di rendersi conto di un po’ di cose. Passare attraverso la frammentazione identitaria e politica dei Balcani preparerà il viaggiatore alla comprensione di ciò che troverà in Albania. Questo Paese, infatti, rappresenta un po’ il concentrato e la sintesi di tante sfaccettature dell’area e ha il pregio, comunque, di costituire politicamente, storicamente ed etnograficamente un caso a sé.
Storia e culture
Il territorio albanese è rimasto sotto la dominazione ottomana per più di quattrocento anni, l’indipendenza è arrivata solo nel 1912. Questa lunga permanenza nell’amministrazione dell’impero turco ha lasciato naturalmente delle tracce.
In Albania i campanili delle chiese delle varie confessioni cristiane dividono il paesaggio con i minareti delle moschee musulmane e fra la popolazione le fedi religiose convivono in modo pacifico. Le classi dominanti turche portarono in Albania anche una particolare dottrina islamica di derivazione sufi, chiamata Bektashi, moderata e mistica e che ancora oggi sopravvive come numerosa minoranza.
Novecento
Nel corso del Novecento l’Albania ha sperimentato i nazionalismi e le dittature di ogni segno, intessendo anche un legame particolare con l’Italia.
Già protettorato italiano dopo la Prima guerra mondiale, l’Albania subì l’invasione fascista nel 1939 e la successiva occupazione italo-tedesca fino al 1944. Persino in quegli anni oscuri, però, la tolleranza albanese ha dato prova di sé. Infatti, si stima che l’Albania fu il Paese in cui tutti gli ebrei presenti sul territorio furono salvati dalle persecuzioni naziste.
La successiva guerra di liberazione, condotta dai gruppi partigiani comunisti e nazionalisti, condusse il Paese nell’orbita sovietica e quindi verso quasi cinquant’anni di ferrea dittatura che isolò il Paese non solo dal mondo ma anche dai vicini Stati socialisti come la Jugoslavia.
Un ponte tra Occidente e Oriente
Dal 1991 democrazia liberale, l’Albania ancora porta con sé tutte le differenti sfumature che la Storia le ha conferito.
Con la propria unità etnica (albanesi al 98%) e linguistica (l’albanese è differente dagli idiomi di tutti i Paesi confinanti e la sua origine è misteriosa), l’Albania può essere considerata un ponte fra occidente e oriente, e fra antico e moderno, sia balcanica che mediterranea.
Per gli italiani, fortunatamente, sarà più semplice esplorare la complessità che questa terra custodisce, perché la nostra lingua è conosciuta e parlata da gran parte della popolazione che nei lunghi anni di dittatura sintonizzava di nascosto le televisioni sui programmi delle nostre reti.
Luoghi naturalistici e storici
Korça
Volendo distruggere immediatamente ogni tipo di pregiudizio che un italiano possa avere sull’Albania, sarebbe ottimale cominciare il nostro viaggio dalle montagne dell’est. Passeggiando per le rruga e i bulevardi del centro città di Korça si avrà la sensazione di stare da qualche parte in Trentino e nei dintorni di Korça infatti, d’inverno, si può persino sciare.
Centro…
Il centro della città è ben curato e ospita una grande basilica ortodossa di nuova costruzione, ma aggirandosi un po’ nei sobborghi si percepisce subito il reale tenore di vita del popolo albanese.
Le case diventano più pittoresche, ma non meno dignitose, i locali più alla mano, con trattorie che servono semplici piatti casalinghi e caffetteria a tutte le ore del giorno. Ci si imbatte presto anche nelle tracce del recente passato socialista e in quelle dell’antico passato medievale.
…e dintorni
A venti chilometri dal centro si possono visitare le chiese e il monastero del borgo di Voskopoja, oggi abitato da poche migliaia di persone, ma, nel XIV secolo, luogo di relazioni commerciali fra Venezia, Grecia e Turchia. Rimanendo in paese, invece, si può salire la lunga scalinata monumentale che conduce sulla collina del cimitero dei martiri da dove osservare la città al fianco della statua di un partigiano che, con fucile in mano e pugno alzato, saluta il sole dell’avvenire.
Oggi Korça è soprattutto famosa per la produzione dell’omonima birra, una delle due principali marche nazionali, e ad agosto organizza la Festa e Birrës, sorta di Oktoberfest albanese.
Parchi naturalistici nazionali, spiagge e borghi
Da Korça, poi, si possono raggiungere diversi parchi naturalistici nazionali, come quello del lago Prespa o quello del monte Tomorr, se invece si desidera spingersi a sud-ovest, verso il mare, attraversando le strade di montagna più impervie, i locali vi consiglieranno di sconfinare a sud, in Grecia, e prendere la bella autostrada fino a Giannina, per poi ritornare in Albania lungo il litorale. Anche questo fa parte dell’avventura.
Così aggirate, o attraversate, le zone montuose sud-orientali, avvicinandosi alle spiagge del mediterraneo, si può ancora dedicare qualche risorsa all’entroterra per visitare un paio di borghi storici.
Come Gjirokastra, o Argirocastro (fortezza d’argento), patrimonio UNESCO dal 2005 e già città-museo in epoca comunista, con il suo castello del XII secolo che domina una città in cui rimangono in piedi molte dimore di epoca ottomana. Oppure, proseguendo in direzione nord, Berat, anch’essa patrimonio UNESCO e già città-museo, con un quartiere fortificato (kala) di antichissima origine che domina una collina letteralmente ricoperta di antiche case ottomane e che valgono al luogo il soprannome di “città dalle mille finestre”. Berat sorge alle pendici del monte Tomorr meta, in agosto, di pellegrinaggi bektashi e dimora, tutto l’anno, di lupi e aquile.
Le coste di mare
In Albania, per dare un’idea, il mare è quello della Puglia adriatica. Da nord a sud il paesaggio è un susseguirsi di spiagge e parchi nazionali a tutela della biodiversità dei vari delta e lagune. L’Albania mediterranea è ancora un altro mondo da scoprire. Strade litoranee strette e spesso malconce (ma tutto è in progressivo e costante miglioramento) su cui gli automobilisti si fermano, anche in doppia o tripla fila, per chiacchierare tranquillamente con i passanti. Spiagge attrezzate con standard occidentali ma vuote a causa degli alti costi giornalieri, che poi magari scopriamo essere solo di pochi euro.
Spiagge e dove trovarle
Per gli appassionati della vita di mare ci sono spiagge ovunque. Intorno a Durazzo (sul cui lungomare rimangono torri di avvistamento del XV secolo, quando era colonia veneziana), come quelle poco più a sud, in località Kavaja.
Ci sono spiagge più selvagge scendendo ancora, in corrispondenza di Apollonia (già colonia greca nel 558 a.C., di cui si può visitare l’importante sito archeologico). Ci sono spiagge nel golfo di Valona, come Bora Bora e Orikum, dall’acqua cristallina nonostante la presenza del porto.
Il tratto di costa più interessante, però, probabilmente è quello che si estende a sud del golfo di Valona fino a Saranda, ultima città prima della Grecia. Fra Dhermi, Himarë e il monastero di Shën Mërisë, lasciando la strada statale, scendendo per sentieri sterrati, si possono raggiungere una miriade di spiagge, alcune isolate e selvagge altre attrezzate.
Poi, da Saranda a Ksamil, la forte bellezza mediterranea delle coste e del mare sarà da scontare con la presenza di un rumoroso turismo di massa, al quale sarà comunque, in parte, possibile sfuggire, proseguendo ancora fino al sito archeologico di Butrinto. Questa ultima perla della costa albanese offrirà la rinfrescante ombra degli ulivi a chi, privandosi di una giornata di mare, vorrà visitare le rovine di una città già presente nell’antica regione dell’Epiro che è stata poi greca e romana.
Tirana
La capitale albanese va senz’altro annoverata fra le città europee da visitare. Pur ricca di tutto il proprio passato, Tirana è una città essenzialmente moderna, come la definì Indro Montanelli nel 1939 e che da allora mantiene intatto quello spirito. Giovane, attiva, in tensione verso il futuro.
Piazza Scanderbeg
Piazza Scanderbeg, cuore e centro della città, offre subito una panoramica di tutte le influenze che Tirana ha, nel tempo, assorbito. La grande moschea Et’hem Bey, lasciata dai turchi ottomani, i palazzi neoclassici o razionalisti, costruiti dagli italiani negli anni Venti e Trenta, i monumentali palazzi di epoca comunista come il Palazzo della Cultura, Hotel Tirana e il Museo di Storia Nazionale. Sulla facciata di quest’ultimo, impossibile da non ammirare l’enorme mosaico che, come un Quarto Stato in stile realismo socialista, rappresenta tutta la storia dell’Albania.
Museo sotterraneo
Per un ripasso di Storia del Novecento, da piazza Scanderbeg si può accedere a un particolare museo sotterraneo allestito in un ex bunker atomico della Guerra Fredda dove, in un’atmosfera realmente inquietante, una serie di pannelli ricostruiscono il passaggio di testimone fra le dittature fascista e comunista.
Oppure, per restare più leggeri in superficie, si possono fare due passi fino alla Galleria Nazionale d’Arte dove è conservata una bella collezione di dipinti degli anni del socialismo, in cui si possono osservare partigiani che combattono a petto nudo i carri armati, operai metallurgici intenti a battere il martello, uomini e donne all’opera nell’industria e nell’agricoltura realizzando una avveniristica parità di genere.
Piramide
Il regime ha poi lasciato anche strutture grottesche come la “piramide di Tirana”, mausoleo brutalista in cemento armato che doveva celebrare il dittatore. Il suo destino è stato un altro e la piramide ha provato a diventare diverse cose e poi, semplicemente, rampa per le scalate dei ragazzini mentre il resto della struttura va in rovina. In tempi recenti il monumento ha, però, attirato l’attenzione dello studio di architettura internazionale MVRDV e si pensa perciò di ristrutturarlo per farne un moderno centro congressi. Dopotutto sorge a due passi dal centro, in mezzo a una grandissima zona verde, formata da giardini, fontane e passeggiate.
Tra natura e città
Tirana, infatti, è una città piena di parchi, piccoli e grandi, e, sia a nord che a sud, ospita anche laghi artificiali. Fra un parco e l’altro la città offre strade pedonali, musei e gallerie d’arte, birrerie storiche e locali sulla cima dei palazzi, vivaci mercati rionali e centri commerciali, casbe intasate e quartieri signorili.
Ovunque, la tensione alla vivibilità è percepibile e se, invece che fare il giro dell’Albania, voleste cominciare solo con un fine settimana a Tirana, la scelta sarebbe senz’altro centrata.
Tratto da FVM n.55 inverno
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