Abitare a colori, perché no? Come ben sappiamo, alle spalle della scelta delle tinte da applicare sulle pareti domestiche si cela una vera e propria psicologia.
Arredare green…e yellow, e orange
Un bel giallo limone, dal tono luminoso, è ideale in cucina, in soggiorno o nello studio poiché tende a favorire la concentrazione, il processo decisionale, la creatività e l’ottimismo. Un arancione mandarino invece? Ottimo per la zona giorno, ma anche nella sala da pranzo e nella cameretta: portatore di entusiasmo e allegria stimola l’ingegno e contribuisce a mantenere un clima distensivo fondato sulla cordialità. Arriviamo al magnifico rosso arancio, forse il più energico, dinamico e vitale; tinta impegnativa per le mura domestiche, da preferire magari in salotto e sconsigliato in ambienti destinati al relax. Per questi ultimi, invece, proviamo un verde mapo, adatto per camera da letto e bagno, vista la sua predisposizione a generare calma e armonia.
Usare le tinte con strategia
Teniamo a mente che ciascun colore è molto versatile, data l’infinita gamma di tonalità che ne possono derivare se mescolato assieme ad altri.
Ingrandire e rimpicciolire
A seconda delle esigenze, si possono anche utilizzare le tinte con strategia: ad esempio, se volessimo ingrandire visivamente uno spazio allora servirebbe il soffitto più chiaro rispetto alle pareti, viceversa avremmo un locale meno dispersivo.
Illuminazione
Ne abbiamo parlato nel numero precedente, ma anche in questo caso l’illuminazione non è affatto da sottovalutare: prediligiamo i colori più freddi per i locali con molte finestre, che godono dunque di luce naturale e all’opposto soffermiamoci su tonalità chiare e accese per gli ambienti orientati verso nord e con poche aperture.
Oggetti di arredo
Se dipingere non rientra nei piani dell’anno, niente paura, gli stessi principi legati alle cromie possono certamente valere anche per gli oggetti di arredo, tra cui quelli delle nostre proposte Home. Per quasi la totalità di queste, vediamo approcci di design caratterizzati da un forte legame fra tradizione e innovazione, non come elementi in contrasto ma come un incastro perfetto tra puzzle, necessario e fondamentale per raggiungere risultati vincenti, sempre stringendo la mano all’ecosostenibilità.
Agrumi in casa
Suggerimenti e curiosità
Agrumi in casa anche sotto forma di vere e proprie piante da frutto, capiamo insieme come meglio gestirle. Innanzitutto è bene sapere che amano il sole, l’acqua e l’aria non diretta e soffrono i cambi di temperatura improvvisi. Posizioniamo quindi i vasi vicino a fonti di luce, allontaniamoli da correnti, caloriferi, forni e, se ne abbiamo la possibilità, spostiamoli a seconda delle stagioni in maniera graduale. Irrighiamo la terra, evitando i ristagni, d’estate fino a due volte al giorno mentre d’inverno una volta a settimana, regoliamoci comunque tastando il terriccio. Ricordiamoci di bagnare con acqua nebulizzata le foglie e, per garantire una corretta umidità, è utile la pacciamatura intorno alla pianta. Potiamo le chiome sul finire della stagione invernale: eliminiamo i rami secchi consentendo alla luce solare di svolgere il proprio lavoro, diamole insomma un po’ di respiro. All’incirca ogni tre anni procediamo con il rinvaso sostituendo il terriccio, che deve essere specifico.
Frutti
Scorze, bucce e filamenti…no scarti no party
Finalmente i frutti! Buoni da mangiare e soprattutto da utilizzare nella loro interezza. Ebbene sì, degli agrumi non si scarta nulla. In casa proviamo a creare oli essenziali profumatissimi, porta candele dando sfogo alla creatività, rinfreschiamo gli ambienti con infusi spray, aromatizziamo la biancheria con i sacchettini deodoranti o sfruttiamo le fonti di calore come diffusori. Il tutto partendo da scorze, bucce e filamenti.
Impariamo a gestire in maniera circolare le risorse di cui disponiamo, così come hanno avuto il coraggio di agire le aziende che trovate di seguito. Queste, con consapevolezza e pianificazione, hanno dato vita a processi virtuosi, design innovativi e durevoli, riducendo al minimo gli impatti sociali e ambientali negativi.
di Giulia Gardenghi
Mater
Circolarità e tradizione nella collezione outdoor Ocean: originariamente progettata nel 1955 da Jørgen e Nanna Ditzel è rilanciata da Mater in una versione ecosostenibile, con l’obiettivo di ridurre l’impatto di CO2, garantendo un uso circolare dei materiali. Definita OC2, dapprima realizzata con reti da pesca e rifiuti vari recuperati nell’oceano, è ora presentata nella sua seconda edizione. Dalla collaborazione con Carlsberg e Re-Plastic è nato un design ricavato dai fusti di birra in PET riciclabili giunti al termine del loro utilizzo. Dalla struttura leggera, la sedia da esterno Ocean OC2 Lounge Chair nella versione green, è realizzata nella finitura verde con il tubo d’acciaio parzialmente riciclato. L’intera collezione è progettata per lo smontaggio, consentendo a ciascun componente di essere utilizzato in nuove produzioni.
Carl Hansen & Søn
Introdotta sul mercato per la prima volta nel 1949, la CH24 o Wishbone Chair è stata progettata da Hans J. Wegner per Carl Hansen & Søn. L’azienda danese utilizza fino al 90% di legno certificato FSC e corde di carta intrecciate per la seduta, che viene realizzata prevalentemente a mano. Lo schienale e il bracciolo sono fusi in un unico pezzo.
Con l’obiettivo di creare prodotti duraturi, sono disponibili servizi di riparazione e possibilità di utilizzare gli scarti rimanenti.
La presentiamo nella brillante tonalità rosso arancio.
S•CAB
Ecosostenibilità made in Italy con la sedia Lady B Go green di S•CAB, design by Studio Zetass. L’azienda propone la versione circolare del proprio best seller per promuovere un utilizzo consapevole delle risorse, mantenendo alti gli standard di resistenza, durata e stabilità. La sedia è, infatti, realizzata in plastica certificata rigenerata proveniente da scarti della raccolta differenziata sfruttando energia da fonti rinnovabili.
Kartell
Protagonisti di un progetto innovativo e coraggioso sono i Componibili Bio di Kartell, progettati da Anna Castelli Ferrieri oltre cinquant’anni fa e realizzati in una nuova versione sostenibile, ottenendo la certificazione internazionale di conformità ambientale TÜV Austria con il massimo numero di stelle.
Disponibili nei colori giallo, verde, rosa e crema sono mobili contenitori a struttura fissa che rispecchiano i criteri del manifesto “Kartell loves the planet”; sono, infatti, creati utilizzando un biopolimero composto da materie prime derivate da fonti rinnovabili, di provenienza agricola, non OGM, non destinati alla catena alimentare.
Fatboy
Divertente, morbida, lucida e funzionale la poltrona sacco Original Slim Velvet di Fatboy rivisitata nella versione Recycled.
Progettata per gli spazi interni, la vediamo nella colorazione gold honey foderata con velluto anti-pilling (non fa palline e pelucchi) realizzata al 100% in poliestere riciclato da bottiglie in PET.
Connubia
Progetto vincitore per la categoria Pet Design del contest lanciato da Connubia nell’autunno del 2020 è Gap, ideato da Elisa Ciucciovè di Duesette design. Sulla base del principio “less is beautiful”, si tratta di una classica cuccia per cani di piccola taglia che può trasformarsi in cesta grazie alla duplice combinazione della scocca in lamiera con il cuscino. Quest’ultimo è imbottito, rivestito e tappezzato in tessuto 100% poliestere riciclato con trattamento water repellent e sfoderabile grazie alla zip nascosta. Dalle linee semplici e funzionali, il prodotto è ispirato al mondo dei cartoni animati tanto che sembra di vedere replicata l’iconica porticina delle casette dei nostri amici a quattro zampe.
Articolo tratto da FVM 55, inverno 2022
Dalla pelle delle arance una luce sul futuro
di Fabio Zaccaria
Gli uffici sono a Milano, ma il cuore è in Sicilia. È infatti dagli aranceti dell’isola che proviene la materia prima con cui viene realizzata Ohmie, la prima lampada al mondo prodotta a partire dagli scarti della spremitura degli agrumi. “Rigenerata, organica e stampata in 3D — sottolinea il giovane team di Krill Design — Ohmie risponde alla necessità di un modo migliore di gestire gli sprechi della catena alimentare e di innovare il design in modo che sostenibile smetta di essere solo un aggettivo e diventi la norma”.
Finanziata grazie a una campagna di crowdfunding lanciata su Kickstarter nel 2021, Ohmie ha ottenuto riconoscimenti internazionali e lanciato la Krill Design in collaborazioni con partner come San Pellegrino, Autogrill e Enel. Al centro di ogni progetto, il riuso delle tonnellate di bucce d’arancia prodotte dalla lavorazione dei frutti per la produzione di spremute e succhi.
Dalla pelle delle arance una luce sul futuro
di Fabio Zaccaria
Gli uffici sono a Milano, ma il cuore è in Sicilia. È infatti dagli aranceti dell’isola che proviene la materia prima con cui viene realizzata Ohmie, la prima lampada al mondo prodotta a partire dagli scarti della spremitura degli agrumi. “Rigenerata, organica e stampata in 3D — sottolinea il giovane team di Krill Design — Ohmie risponde alla necessità di un modo migliore di gestire gli sprechi della catena alimentare e di innovare il design in modo che sostenibile smetta di essere solo un aggettivo e diventi la norma”. Finanziata grazie a una campagna di crowdfunding lanciata su Kickstarter nel 2021, Ohmie ha ottenuto riconoscimenti internazionali e lanciato la Krill Design in collaborazioni con partner come San Pellegrino, Autogrill e Enel. Al centro di ogni progetto, il riuso delle tonnellate di bucce d’arancia prodotte dalla lavorazione dei frutti per la produzione di spremute e succhi.
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