di Silvia Allegri
Si tratta però di uno dei pochi casi in cui la saggezza popolare sembra essersi sbagliata, dimostrando quanto sia dannosa la tendenza a giudicare gli altri animali in modo frettoloso e antropocentrico.
Un animale frainteso: è questa la definizione che si addice meglio agli asini. Orecchie lunghe, occhi a mandorla, naso morbido come velluto, insomma l’aspetto di un peluche. Eppure questi equini che l’uomo ha usato come instancabili compagni di lavoro sono stati da sempre considerati animali adatti alle fatiche più incredibili, ai lavori più umili, sfruttati fino allo sfinimento e soprattutto derisi.
Un facile bersaglio
La letteratura e le tradizioni popolari si sono spesso accanite contro questo animale. Tutti noi siamo cresciuti leggendo e ascoltando la storia di Pinocchio, trasformato in asino perché non voleva studiare, e dare “dell’asino” a qualcuno, se non si impegna o se non capisce rapidamente le cose, resta una consuetudine che sopravvive tuttora: sentiamo costantemente modi di dire o espressioni dialettali che lo citano come esempio di stupidità e cocciutaggine. A giocare contro di lui c’è poi, paradossalmente, la sua spiccata attitudine a sopportare e procedere con calma, in ogni situazione. In un mondo governato dalla fretta e dall’abitudine a prevaricare sugli altri animali, l’atteggiamento dell’asino lascia interdetti e può infastidire. Lui, di fronte alla prepotenza, non reagisce: tollera di essere deriso e maltrattato e la sua indole pacifica lo ha reso per secoli facile bersaglio di soprusi.
Cugino gentile
Si tratta però di uno dei pochi casi in cui la saggezza popolare sembra essersi sbagliata, dimostrando quanto sia dannosa la tendenza a giudicare gli altri animali in modo frettoloso e antropocentrico. Adesso finalmente, dopo secoli e secoli, le cose stanno cambiando, e gli umani iniziano a scoprire e apprezzare sempre di più le qualità di questo cugino del cavallo discreto e frugale, che oltre alla forza e alla pazienza possiede innumerevoli altre qualità nascoste.
Osservando con attenzione e con sguardo sgombro da preconcetti, scopriamo che l’asino è abituato a badare a se stesso. Cammina lentamente, muovendosi in equilibrio perfetto su percorsi difficili e faticosi, non perché è poco abile ma perché è sempre stato messo a dura prova e reagisce sfoderando prudenza e saggezza. Affronta fatiche incredibili non perché è remissivo, ma perché sa resistere al caldo e alla sete e si accontenta di mangiare ciò che trova. Osserva il mondo e studia gli ostacoli, e per questo è così difficile convincerlo: è lui a decidere quando agire, nel modo più saggio e lungimirante.
L’amico perfetto
L’asino diventa così un interlocutore ideale che non giudica, non mette a disagio, si presta a collaborare e ci insegna la pazienza. Ama mettersi in relazione senza mettere in soggezione, non invade mai gli spazi altrui e se viene trattato bene ricambia le attenzioni con affetto. Le persone timide, insicure o in difficoltà nel manifestare le proprie emozioni si lasciano andare in compagnia di un asino.
Il suo odore forte, la morbidezza del suo pelo, le dimensioni ridotte rispetto a un cavallo stimolano il desiderio di un contatto e la comunicazione diventa profonda: la sua versatilità lo rende disponibile all’interazione e al gioco. E passeggiare per boschi e prati in compagnia di questo animale è un’esperienza unica. Ci si dimentica la fretta e ci si fa guidare dal suo ritmo lento: osservando le sue orecchie, che come radar si muovono captando i rumori della natura, si potranno scoprire dettagli che passerebbero inosservati. E se si ferma a mangiare erba, fiori e foglie vale la pena assecondarlo: le piccole pause inaspettate sono l’occasione per godere i profumi, osservare il paesaggio, fermarsi e concentrarsi sulle proprie emozioni. Insomma, l’amicizia di un asino è un regalo prezioso e il tempo trascorso in sua compagnia è una vera e propria ricetta per la felicità.
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