di Elisa Orlandotti
La raggiungiamo a distanza di anni dalla pubblicazione del libro La cucina della capra. Comfort food vegetale, edito da Eifis e da noi già recensito nel momento della pubblicazione sul nostro magazine cartaceo, per approfondire il tema davvero affascinante e lei, Carla Leni, gentile, ci accoglie riprendendo il filo di quel discorso che spazia dalla nutrizione alla psicologia e che tocca aspetti intimi e ancestrali.
Un libro è sempre un’opera che ti mette in gioco, ma lo è ancora più dal momento che si parla di comfort food, con tutti i ricordi e i rapporti personali che implica. Per te è stato complesso?
Sono una persona molto riservata, per anni ho tenuto il blog (La cucina della capra, NdA) senza nemmeno menzionare il mio nome, figuriamoci se pensavo che i miei ricordi potessero essere presenti in tutte le librerie d’Italia! La parte difficile è stata vincere questa riservatezza. Forse è una prova semplice per tanti più avvezzi di me ai social network e all’essere protagonisti, io ho dovuto fare un grande sforzo, ma con la convinzione che ne valesse la pena, non tanto per la notorietà (che tuttora non è una mia priorità), quanto per la necessità di proporre un modello diverso, semplice, autentico e familiare.
C’è qualche componente che non deve mai mancare intanto che si gustano i piatti della Cucina della capra?
Una buona compagnia. Sono ricette da dedicare alle persone amate. Recenti avvenimenti mi hanno dimostrato ancora una volta che la vita è imprevedibile e può cambiare in meno di un giorno. Ogni occasione che abbiamo di prenderci cura di chi veramente ci ama è un dono prezioso e non va sprecato.
Il volume o qualche piatto è capitato in mano anche a donne della famiglia che avevano partecipato alla tradizione? Che cosa hanno detto delle varianti vegetali?
Mia madre è molto legata alla sua tradizione e alla sua cucina, difficile farle assaggiare qualcosa di diverso. E non nominatele seitan e tofu, per carità! Mia sorella è invece aperta a nuovi sapori, ed è anche molto critica – soprattutto sui dolci, che sono la sua passione! – quindi posso sempre contare su una recensione onesta. Le mie nonne purtroppo non ci sono più, ma sarei curiosissima di vedere la loro faccia davanti al mio ripieno dei cappelletti!
A tre anni di distanza c’è qualcosa che cambieresti e/o aggiungeresti al libro?
Sinceramente no, è stata una bella esperienza che è andata come doveva andare. Preferisco guardare sempre avanti! Al momento ho sospeso anche la scrittura sul blog… penso di avere ancora molte cose da dire, solo voglio trovare il mezzo espressivo che mi corrisponde ora.
Il comfort food è principalmente cibo per l’anima, quello in grado di offrirle un rifugio e ristorarla. Mai come addentrandoci in questo campo capiamo le effettive implicazioni psicologiche che ha la tradizione culinaria e possiamo capire come sia complesso il passaggio all’alimentazione vegetale…
Quando parliamo di comfort food parliamo del soddisfare un bisogno e i bisogni cambiano di giorno in giorno e di anno in anno, così come cambiamo noi. Quando l’idea razionale – che avevo da tempo – che lo sterminio animale fosse insensato e non necessario è finalmente andata a braccetto con il sentimento di impossibilità a continuare ad alimentarmi così, allora il gioco è stato fatto e il passaggio al veg è stata la cosa più naturale del mondo. Per questo quando qualcuno mi chiede come cambiare alimentazione io rispondo che per prima cosa non bisogna forzarsi prima del tempo, ma continuare a informarsi e ad ascoltarsi. Allo stesso modo sono profondamente convinta che gli atteggiamenti di intolleranza e giudizio siano i primi nemici della causa.
Il vero lavoro interiore faticoso, da veg, è quello di accettare che gli altri non la pensino come noi e rispettare il loro percorso, per quanto ci sembri pieno di conseguenze inaccettabili.
Nel capitolo introduttivo scrivi che “[…] la pizza senza origano si sente triste”. È un po’ come quando il nostro Simone Salvini dice che la zucca tagliata piange?!
Questo è il problema delle persone empatiche… a volte siamo davvero strane!