In autunno, si sa, cadono le foglie (per lo meno dove gli alberi ci sono ancora). Tutt’altro che monotone o scontate, queste piccole meraviglie della natura ci invitano a un’attenta osservazione. E ci aiutano a “risintonizzarci” con i ritmi lenti e ciclici della vita.
di Rita Spangaro
La moda è nata nel nord-est degli Stati Uniti. Ma ha preso piede da qualche anno anche qui in Italia. È il leaf peeping, cioè l’osservazione attenta delle foglie. Un’attività di slow walking, o camminata lenta, da praticare ovunque ci siano alberi. Perché la voglia di stare all’aria aperta, anche dopo l’estate, è tanta e assistere al fall foliage, ossia alla caduta delle foglie, è uno spettacolo della natura alla portata di tutti. L’attrezzatura necessaria è la stessa delle passeggiate nel verde (v. Slow Walk, Il manuale del camminare lento, di Alessandro Vergari, Macro Edizioni, 7.90 €), ma con qualche strumento in più.
Scarpe da trekking, k-way, macchina fotografica e binocolo, certamente. Ma anche manuale botanico per riconoscere le diverse specie arboree. Lente di ingrandimento per ammirare forma, margine, trama, picciolo e colore delle foglie. Quaderno o album (in carta riciclata, naturalmente) per raccoglierle, catalogarle e conservarle. Matita per riprodurre a mano libera gli esemplari più interessanti e fissare eventuali riflessioni. Ma anche per annotare data e luogo di ritrovamento, vicinanza con altre piante, con insetti o altri piccoli animali.
Parola d’ordine “osservare”, dunque. Anzi, “scrutare” di nascosto, con curiosità e discrezione. Rispettando il complesso ecosistema di un parco o di un bosco. Lontano dai ritmi frenetici e artificiali del quotidiano, disponendoci in uno stato di quiete, per tornare alla vera essenza delle cose. Fare esperienza, con tutti i sensi, degli stimoli esterni che troppo spesso ignoriamo. E poi camminare e respirare a fondo, per ossigenare il nostro corpo, eliminare gradualmente le tossine accumulate. Lasciare andare, come gli alberi con le foglie, i pensieri superflui, le preoccupazioni eccessive, la rabbia inutile. E ritrovare il nostro posto nella ciclicità della natura.
SFUMATURE INFINITE
Il periodo è quello che va da metà settembre a inizio dicembre, quando il verde intenso delle foglie di alberi e arbusti spoglianti assume gradualmente i toni caldi dell’autunno, toccando le infinite sfumature che vanno dal giallo all’arancio, dal beige all’ocra, dal rosa al bordò. Un processo fisiologico e ciclico, che è determinato dalla diminuzione delle ore di luce solare. Il meccanismo del foliage avviene infatti sotto l’azione di un fitormone che, con l’accorciarsi delle giornate, irrobustisce il picciolo e non permette più il passaggio di acqua e sostanze nutrienti tra cui la clorofilla, che colora di verde le foglie. A emergere sono quindi altri pigmenti, in parte già presenti nella foglia, e responsabili degli accesi colori autunnali. La durata e l’intensità della colorazione del foliage dipendono però da diversi fattori, quali la latitudine, le caratteristiche climatiche dell’anno in corso e le specie arboree. Il processo inizia infatti nelle aree montane per poi estendersi in pianura. Inoltre, primavere piovose e autunni con giornate calde e notti fresche sembrano favorire una maggior durata e intensità del fenomeno. Lunghi periodi di siccità estiva o autunni ventosi, al contrario, portano a una caduta precoce delle foglie e a limitati mutamenti cromatici. Le diverse specie di alberi presentano poi quantità variabili di pigmenti quali carotenoidi, clorofilla o antocianina e quindi diverse nuance. Gli olmi, ad esempio, passano direttamente dal verde al marrone. Gli aceri e i sorbi producono invece rossi, carmini e aranci brillanti, i carpini e i larici gialli squillanti, i noci e le betulle calde tonalità bronzo. I mutamenti sono piuttosto rapidi, al punto che lo stesso scenario naturale cambia nel giro di poche ore, regalando ogni giorno uno spettacolo nuovo.
METE PRIVILEGIATE
Qualsiasi bosco, foresta, giardino o parco cittadino è adatto all’attività del leaf peeping. Tra gli itinerari più suggestivi ci sono tuttavia le aree boschive alpine in cui il colore delle conifere sempreverdi si alterna ai toni caldi dei larici e delle altre piante decidue. In Valle d’Aosta (www.regione.vda.it/turismo), ad esempio, oltre alle piste di fondo sopra Courmayeur, punti di osservazione privilegiati sono la frazione di Courtil, a 7 km da Bard, il parco del castello Passerin d’Entrèves di Châtillon con i suoi alberi monumentali, la foresta del Col de Joux, tra la Valle di Brusson e quella di Saint-Vincent, l’arboretum Borna di Laou di Verrès, e l’arboreto Abbé Vescoz di Verrayes, orto botanico con 10 mila piante esotiche. Sempre nel nord Italia, si può sperimentare il fall foliage in Trentino, nel Parco Naturale Adamello Brenta (www.pnab.it), tra le Dolomiti del Brenta e il lago di Garda, oppure in Lombardia, in alta Valtellina (www.altavaltellina.com). Da non perdere, in Piemonte, la visita guidata gratuita del foliage nel Giardino Botanico di Oropa, vicino a Biella (www.gboropa.it): l’appuntamento è per sabato 11 ottobre alle ore 14.00 (tel. 3311025960). Ancor più incantevoli sono i paesaggi appenninici, i cui boschi sono caratterizzati da una biodiversità più marcata. In Umbria, la selvaggia e solitaria Valle del Carpina (www.valledelcarpina.it), tra Gubbio e Città di Castello, è stata soprannominata la “valle dei colori” e racchiude alcuni dei boschi secolari più intatti di tutta la penisola: 15 mila ettari di vegetazione tra cerri, roverelle, aceri e pini alternati a pascoli e acque cristalline. Tra le tante mete possibili ci sono anche le valli emiliane del Crostolo e del Campola (www.itinerandoemiliaromagna.com), i faggi centenari ai piedi del Monte Cimone, in provincia di Modena (www.appenninoeverde.it) e le vaste foreste Casentinesi tra Romagna e Toscana (www.parcoforestecasentinesi.it). Più a sud, da visitare le antiche faggete di Pescasseroli nel Parco Nazionale d’Abruzzo (www.parcoabruzzo.it), la Selva del Circeo nel Lazio (www.parcocirceo.it) e i boschi del Pollino in Calabria (www.parcopollino.it).