Il Parlamento europeo ferma l’emendamento 171 che riguarda i formaggi e latte plant based, cioè le alternative vegetali ai prodotti lattiero caseari e la possibilità della loro definizione con caratteristiche attribuibili ai tradizionali a base di proteine animali.
La notizia è davvero positiva: i produttori di alimenti plant based affini a latte, yogurt e formaggi possono continuare ad usare tutta una serie di aggettivi e nomi che definiscono i loro prodotti, come “cremoso” e “non contiene lattosio”, non incappando nel divieto ingiustificato e sproporzionato di evocare i tradizionali sia sulla confezione sia sulla comunicazione marketing, che li avrebbe costretti così anche a cambiare tutte le etichette.
Al problema avevamo dedicato diversi articoli su FV magazine 48.
Si dicono soddisfatte Humane Society International/Europe, Essere Animali e Compassion in World Farming Italia Onlus che, insieme alla European Alliance for Plant-based Foods (EAPF), si erano rivolte in una lettera alla Commissione Europea e agli Stati Membri nel Consiglio dell’UE per fermare la proposta.
I commenti delle associazioni che difendono formaggi e latte plant based
“È la decisione giusta verso una transizione alimentare in linea con gli obiettivi di sostenibilità del Green Deal europeo e della Strategia Farm to Fork. In quest’ultima, infatti, la Commissione Europea riconosce la necessità di passare a una dieta maggiormente a base vegetale ed esprime il suo desiderio di responsabilizzare i consumatori e rendere più facile scegliere diete sane e sostenibili. Incoraggiare una più ampia diffusione della dieta a base vegetale è un mezzo chiave per ridurre le emissioni di gas serra, l’uso di terreni e risorse idriche, oltre che per prevenire il declino della biodiversità globale e le molte pratiche d’allevamento in contrasto con il benessere animale. Siamo soddisfatti che, nonostante le forti pressioni dell’industria, il Parlamento Europeo abbia deciso di ritirare l’emendamento 171”, affermano i firmatari Martina Pluda (HSI/Europe – Italia), Claudio Pomo (Essere Animali) e Annamaria Pisapia (CIWF Italia Onlus).
“Questa censura avrebbe messo a rischio la capacità dei produttori di informare correttamente i consumatori sulla natura dei loro prodotti, impattando particolarmente quelli che non consumano prodotti lattiero-caseari per ragioni mediche, ambientali, religiose o etiche. Accogliamo con favore la decisone degli eurodeputati di tutti gli schieramenti di tenere conto della volontà di un crescente segmento di consumatori che predilige cibi a base vegetale e del loro diritto ad essere correttamente e adeguatamente informati”, concludono.

Tagliere di alternative veg ai formaggi in FunnyVeg Academy