Tra le spire della storia e della cultura giapponese si nascondono mondi dove la realtà si piega alla fantasia, per stupire, confondere e stregare”
di Francesca Bresciani. Foto di Tommaso Cazzaniga
Grattacieli futuristici soffocati da cartelloni pubblicitari e templi secolari avvolti dall’abbraccio stoico di foreste misteriose; l’apatia grigia dei pendolari tutti uguali sui treni supersonici e le risate squillanti delle famiglie durante i picnic sotto gli alberi di ciliegio; appartamenti come celle di un alveare, troppo piccoli anche solo per sognare una quotidianità accogliente e case affacciate su giardini zen dove sorseggiare tè e addormentarsi su splendidi letti futon. Il Giappone è una sfida continua alla più fervida immaginazione. Appena penserete di aver colto un bagliore dello spettacolo pirotecnico che il popolo nipponico inscena ogni giorno, sarete smentiti. Vi chiederete quale trucco tenga in equilibrio gli infiniti contrasti di un paese che amerete e odierete, intuirete senza mai comprendere fino in fondo. Perché tra le spire della storia e della cultura giapponese si nascondono mondi dove la realtà si piega alla fantasia, per stupire, confondere e stregare.
Atterrate a Tokyo galvanizzati dal pensiero di essere in Estremo Oriente e subito vi è chiaro che tutto, qui, è davvero estremo, a cominciare dal numero di persone che brulica in ogni angolo. Dopotutto, siete qui per l’Hanami, l’antica tradizione giapponese di ammirare la fioritura degli alberi in primavera, in primis dei ciliegi (sakura), e sembra che mezzo mondo si sia riunito qui per lo show di madre natura. Ritirate il Japan Rail Pass, indispensabile per esplorare il paese in lungo e in largo a bordo dei treni veloci e puntuali, risparmiando tempo e denaro, e arrivate in città. In realtà viaggiate nel tempo e, scesi dal treno, vi trovate nel futuro. Concedetevi almeno tre giorni a Tokyo, la vostra curiosità merita di essere stuzzicata.
Vi recate al santuario di Meiji-jingu, nel quartiere di Harajuku. Passate sotto l’impressionante portale d’entrata ricavato da un cipresso taiwanese di millecinquecento anni e vi immergete nella quiete dei centomila alberi del bosco sacro. Vi lasciate trasportare dalla corrente di preghiere e spiritualità, per poi sfociare in un’altra foresta, fatta di palazzi, negozi e cartelloni.
Passeggiate lungo Takeshita Street fino a Omote-sandō, dove i marchi di lusso internazionali si contendono l’attenzione dei passanti a colpi di prodezze architettoniche e vetrine sfolgoranti. Entrate a Kiddy Land e vi perdete tra pupazzetti di Hello Kitty, Star Wars, Snoopy e tanti altri che fanno rivivere i migliori ricordi d’infanzia, poi vi sedete su una panchina per del sano people watching, mentre vi chiedete se avete fatto bene a comprare quei calzini di Sailor Moon. Proseguite fino al celebre Shibuya Crossing, l’incrocio pedonale più trafficato al mondo, dove si riversano fiumi di persone, colori, sensazioni. Dopo il tramonto, vi divertite nel quartiere di Shinjuku, curiosando tra i locali a luci rosse, i cocktail fluorescenti, i bar a tema, le piccole perle di tranquillità nascoste sotto la frenesia e l’eccitazione della notte.
Il giorno seguente, vi rilassate tra i ciliegi in fiore e le abbaglianti colonne rosse del tempio buddista di Sensō-ji, passando attraverso il mercato di Asakusa per comprare dei souvenir. Che poesia i petali di ciliegio che incipriano il cielo azzurro! Ne volete di più, desiderate una doccia di rosa e Ueno Park fa al caso vostro. Decine di famiglie e gruppi di amici o colleghi gustano manicaretti seduti nei prati, sotto fronde rosa e bianche che lasciano cadere petali come zucchero filato. Il vociare spensierato segue i piccoli pedalò a forma di cigno sul lago, e incanta i turisti intenti a scattare foto. Il paesaggio cambia ancora bruscamente nel quartiere di Akihabara, il regno dell’elettronica, dei manga e dei nerd, dove la pace idilliaca dell’Hanami lascia il posto a gadget e pezzi di ricambio elettronici e fumetti per ogni gusto. La notte a Roppongi completa una giornata perfetta, tra edifici visionari e chic, locali frequentati da expat e intrattenimento esclusivo.
Per il vostro terzo giorno avete l’imbarazzo della scelta: ad esempio, l’elegante quartiere di Ginza, con i suoi centri commerciali patinati, le gallerie d’arte innovative, i ristoranti di tendenza; o l’antica città nell’area di Yanesen, dove riscoprire lo spirito atavico di un centro urbano lanciato verso il presente. Non fate troppo tardi la sera, perché il mattino seguente vi attendono le meraviglie di Nikkō, “la città della luce del sole”. Incastonata tra le montagne, sbalordisce con i suoi templi e santuari patrimonio dell’Unesco. Le colonne vermiglio risaltano sotto gli armoniosi e arzigogolati decori degli edifici, sullo sfondo di torreggianti cedri e ordinate file di lanterne appoggiate su tappeti di soffice muschio.
Abbandonate le montagne per recare omaggio al gigante del Giappone, il maestoso Monte Fuji. La forma ipnotizzante del vulcano può essere contemplata da diverse località nella regione dei Cinque Laghi. Scegliete Hakone, per regalarvi una rilassante giornata in un onsen, la fonte termale naturale riscaldata dove entrare rigorosamente senza vestiti e lasciarsi coccolare dall’energia della terra e dell’acqua.
Il viaggio continua a Kanazawa, città che vanta un fascino e un’atmosfera capaci di condurvi in un passato glorioso ed elegante. Visitate i giardini di Kenroku-en, considerati tra i più belli del paese, ormai viziati dalla pace che si respira solo nelle prime ore del giorno, quando le orde di turisti stanno ancora facendo colazione in hotel e voi potete contare le carpe che nuotano quiete nei laghetti verde smeraldo. Il castello di Kanazawa è la cartolina perfetta da fotografare, soprattutto grazie alle abbaglianti giapponesi vestite in abiti tradizionali che passeggiano davanti all’entrata con ombrellini arcobaleno e il rossetto rosso fiammeggiante sulle piccole labbra a cuore. Un giro nel quartiere delle geishe e nel quartiere dei samurai (perfettamente conservati) alle luci tenui della sera vi fa innamorare della città. Comprate altri souvenir nella zona della stazione e vi rimpinzate di mochi, i dolcetti tradizionali nipponici preparati con riso glutinoso e ripieni di frutta o marmellata (attenzione a quando li mangiate: se non masticati bene possono soffocare!), poi saltate sull’ennesimo Shinkansen, il treno proiettile ad alta velocità che sfreccia collegando le maggiori città giapponesi.
Essendo alta stagione, avete deciso di prenotare il vostro hotel a Osaka invece che a Kyoto, dove la concentrazione di turisti è tale da rendere troppo stressante (e salato) il pernottamento. I mezzi super efficienti non vi faranno pentire della scelta. D’altra parte, grazie a un treno che viaggia a 320 chilometri orari, Kyoto è a meno di mezz’ora dalla stazione di Osaka.
In molti vi avranno detto che Kyoto è la vera perla del Giappone. Ecco, non sbagliavano. La città è un susseguirsi di splendidi scorci, sentieri, templi. Il santuario di Fushimi Inari vi catapulta in una vera esperienza semi mistica, per la bellezza dei suoi torii, i portali d’ingresso scintoisti, che si susseguono a perdita d’occhio arrampicandosi sulle colline, come serpenti rosso fuoco che accendono la foresta di ardente magia. Non è da meno la foresta di bambù di Arashiyama, dove le alte canne sinuose sono lanciate verso il cielo terso, come a voler bucare la perfezione del manto celeste per far piovere la luce del sole tra gli spazi della vegetazione fitta. Lance di un verde brillante si alternano così a lame di luce dorata, in un gioco di suoni e sfumature che nessuna macchina fotografica riesce a catturare.
Comprate delle leccornie vegane e fate un picnic nel Kyoto Imperial Palace Park, sotto le nuvole rosa dei ciliegi in fiore, inebriati dal fruscio delle fronde cariche di bellezza. Con la pancia piena, vi recate in uno dei migliori posti per godere dell’Hanami: il Cammino del Filosofo. Lungo un canale di acqua limpida i ciliegi allungano i rami rosati accarezzati dal vento leggero che fa piovere i petali sull’acqua come in una danza romantica: un vero splendore. Kyoto offre ben più di quanto potete vedere in pochi giorni: diciassette siti patrimonio dell’Unesco, più di mille templi buddisti e quattrocento templi scintoisti. Non basterebbe una vita per apprezzare ogni dettaglio di questa città, ma i templi che scegliete di visitare vi permettono di cogliere almeno in parte la sua anima caleidoscopica. Il tempio di Tofuku-ji con il suo charme zen medievale; il tempio di Nanzen-ji, dagli stupefacenti giardini; il tempio di Kinkaku-ji, ricoperto di foglie dorate che si riflettono in un lago placido: sono solo alcuni dei tesori di Kyoto.
Quando avete fatto il pieno di templi, vi recate a Gion, il distretto delle geishe, dove, con un po’ di fortuna, un’aggraziata geiko (come vengono chiamate le geishe di Gion) sgattaiolerà fuori da una casa elegante avvolta in un’aura di grazia.
Osaka non è solo una base strategica per spostamenti indolori, è anche un parco giochi per turisti. Visitate il grandioso castello di Osaka, che svetta nell’idilliaco parco circostante, protetto da un fossato verdastro. Salite fino all’ultimo piano del castello e dalla torre abbracciate con lo sguardo il paesaggio che vi circonda come un mare color giada di pace. Con una buona scorta di pazienza, affrontate il fiume in piena di gente che invade il distretto dello shopping di Shinsaibashi-suji. Shopping è un eufemismo qui, perché più che altro si tratta di una pulsione irresistibile al consumismo sfrenato che porta a comprare tutto e il contrario di tutto. Nulla che serva davvero, ma dove altro troverete le ballerine di Cip & Ciop, l’impermeabile giallo per il terrier e la cover del cellulare a forma di orsetto del cuore? Al termine della galleria strabordante di persone, negozi e locali dove potete gustare un tè in compagnia di gatti pigri e irresistibilmente morbidi, eccovi a Dōtonbori, il quartiere del divertimento notturno che affastella lungo il canale edifici con un fantasmagorico make-up di luci al neon e cartelloni pubblicitari simili a Transformers. Appena dopo il tramonto, prende vita il mostruoso granchio meccanizzato del ristorante Kani Doraku, e si accende scintillante il popolare Atleta di Glico, che corre ogni notte su una pista blu accecante. Seguono molti altri animali, personaggi di fantasia e prodotti commerciali, in un carosello di divertimento e ostentazione kitsch.
Il giorno seguente, nell’altalena di sensazioni e atmosfere che offre il Giappone, vi aspetta un mondo dove il neon è sostituito dalla dolcezza infinita dei grandi occhi di centinaia di cerbiatti: a Nara, diciamolo sottovoce, i templi sono solo una scusa per andare ad accarezzare i piccoli Bambi. Seguite il flusso dei visitatori nel tempio di Tōdai-ji, dove il Buddha di quindici metri potrebbe mettervi un po’ in soggezione, per poi passare la giornata nell’immenso parco costellato di templi e giardini e popolato dai circa 1200 cervi considerati messaggeri degli dei e viziati con appositi biscotti che potete acquistare a ogni angolo. Attenti però, i docili animali sono spavaldi e non esiteranno a infilare il muso ovunque per sottrarvi una briciola di cibo, magari tirandovi i vestiti con morsetti decisi. Cercate angoli di silenzio tra gli alberi sapienti, e imprimete nella memoria la tranquilla armonia di un luogo senza tempo.
Anche il castello di Himeji è sulla lista delle vostre escursioni. Il Castello dell’Airone Bianco, così chiamato per il suo colore bianco luminoso e la struttura che ricorda l’eleganza di un airone con le ali aperte, è, infatti, il miglior conservato del paese. Al suo interno, un piano dopo l’altro, immaginate storie di samurai e battaglie.
Appena abbandonate i giardini e i templi, siete di nuovo bombardati da roboanti messaggi pubblicitari, soffocati da claustrofobici negozi pieni zeppi di gadget, angosciati dai pendolari zombie che ogni mattina e sera migrano prima verso l’ufficio-cubicolo poi in direzione del localino dove mangiare ramen guardando il muro, prima di andare a dormire in un appartamento grande come la casetta dei giochi che avevate in giardino da piccoli. Per fortuna, avete lasciato il meglio per gli ultimi giorni di viaggio. Giunti a Kōyasan, si svela un altro Giappone, ancora differente, più sorprendente: quello del buddismo esoterico sussurrato nei complessi monastici e tra le chiome delle foreste-necropoli. Un tempo città chiusa, oggi a Kōyasan potete dormire in un tempio-albergo, accolti da monaci che vi faranno gustare una vera cena buddista (ovviamente vegana) seduti su tatami. Prima di cena, vi inoltrate nella foresta dei grandi cedri che proteggono le tombe su cui aleggiano ancora spiriti e ricordi, fino al complesso di templi che gli alberi sembrano voler celare agli occhi del mondo. Mantenete un religioso silenzio mentre camminate tra i vari templi del monte Kōya, e poco importa che ne ricordiate i nomi, perché avete la sensazione che, al di là di quello che leggete sulla guida e vedete di fronte a voi, ci sia molto di più. La sera siete deliziati dal tofu che si scioglie in bocca, la zuppa di miso che scalda pancia e cuore nelle notti fredde della montagna e da altre delicatezze preparate per emozionare prima ancora che sfamare.
È arrivato il momento di fare ritorno a casa. Un altro treno proiettile vi riporta a Tokyo, dove l’aura misteriosa di Kōyasan è solo un’impronta nei vostri ricordi. Avete viaggiato attraverso secoli, più che lungo chilometri, scorgendo le possibilità di un futuro che affascina e turba, di audaci progetti e un alienante stile di vita che omologa e appiattisce. Avete spiato nel cuore segreto del Giappone, nei silenzi dei suoi templi e delle verità sepolte tra alberi e colonne. Avete sentito le risate più squillanti, notato gli sguardi più spenti, preso treni che non ritardano di un secondo e perso la cognizione del tempo circondati da cerbiatti. Che inafferrabile anima, questo paese! Quando tornerete in Italia, gli amici vi chiederanno del vostro ennesimo viaggio, e forse l’unica risposta sensata sarà: prova a immaginare qualcosa di mai visto e inaspettato. Ecco, il Giappone supera la fantasia. È dove l’immaginazione non ha limiti.

COSA MANGIARE
In Giappone chiedere un pasto vegano può essere complicato. Scaricate da internet l’intelligente “vegan card”, un cartoncino da portarvi sempre appresso con scritto in inglese e giapponese che siete vegani e, soprattutto, cosa non mangiate (la card è molto precisa). Attenzione, il dashi (brodo di pesce) si nasconde dove meno pensate!
Sul sito www.happycow.net, poi, troverete un’interessante scelta di ristoranti, alcuni deliziosi.
Tokyo
T’s Tantan: Tokyo Station, Keiyo Street, 1 Chome-9-1 Marunouchi, Chiyoda-ku. I ramen vegani migliori del Giappone, un tripudio di profumi, colori e sapori.
Ain Soph. Ripple: Shinjuku-ku Kabuki-cho 2-46-8 Nissho Building 1F. Chi non ha voglia di un burger veg con formaggio fuso, guacamole e contorno di fragranti patatine? O di una salad bowl vitaminica con saporito “pollo” vegan?
Kanazawa
Los Angeles in Kanazawa: 2-25 Ote-Machi. Menu in stile L.A. ma con un inconfondibile spirito giapponese, irresistibile nel tiramisù matcha e nel “pollo” veg teriyaki.
Kyoto
Vegans Cafe and Restaurant: Fushimi-ku Fukakusa Nishi Uramachi 4-chome 88. Barbecue tofu, pizza teriyaki, zuppa di miso, ramen fumanti… Devo continuare?