di Elisa Orlandotti
Mauro Nicolini si occupa da oltre quindici anni di giardini naturali e birdgarden, cioè parchi ideati in modo tale da accogliere uccelli, farfalle e altri piccoli animali.
Ci sono mille modi per vivere accanto agli animali, ma forse il più romantico è quello di attrarli al nostro sguardo seducendoli con l’ospitalità e fornendo loro una possibile casa. Mauro Nicolini si occupa da oltre quindici anni di giardini naturali e birdgarden, cioè parchi ideati in modo tale da accogliere uccelli, farfalle e altri piccoli animali.
Vive a Giaveno, nel torinese, in una zona montana. Ma anche chi di noi ha un fazzoletto di terra può prendere spunto dalle sue parole per costruire un piccolo asilo verde, abitato e incantato.
Qual è stato il suo percorso di studi/esperienze per arrivare a essere esperto di giardini naturali e birdgarden?
È nato tutto fin da piccolo con la passione e l’amore per la natura e gli animali. Poi è stata la volta degli studi di ornitologia e del diploma di perito agrario. Negli anni Novanta ho cominciato l’attività di giardiniere e contemporaneamente un percorso di vita etico e rispettoso di ogni forma di vita che ci circonda; da qui il primo passo nel vegetarianesimo. Man mano che passava il tempo non riuscivo più a vedere le piante trattate come semplici oggetti di arredo in balìa degli umori delle persone e ho voluto cercare un’alternativa vegana ai metodi di allestimento e cura di giardini, terrazzi, orti e frutteti. E sapete una cosa? Esiste ed è più semplice ed efficace di quanto ci si aspetti! Basta volerlo e crederci.
Qual è il valore aggiunto di avere un giardino “abitato” rispetto a uno tradizionale pieno di fiori?
Innanzi tutto devo premettere che per avere un giardino o un terrazzo “abitato” è necessario eliminare, per la cura e la concimazione, i prodotti di sintesi o chimici, come sono più diffusamente chiamati. Quindi il valore aggiunto è duplice. Da un punto di vista più materiale e pratico, si ha un giardino sano in cui i bambini o gli amati animali domestici possono scorrazzare e giocare senza il pericolo di avvelenarsi. Sotto un aspetto più etico e idealistico, il valore sta nella consapevolezza di avere contribuito alla biodiversità, al mantenimento dell’equilibrio ambientale e, non per ultimo, avere restituito agli animali un po’ di quegli habitat che, con la cementificazione e l’urbanizzazione, gli abbiamo tolto compromettendone la possibilità di sopravvivenza.
Quali animali vogliamo attirare?
Dipende molto da quali animali “possiamo” attirare: cioè dall’ambiente in cui è collocato il nostro spazio verde. In un terrazzo di città possiamo aspettarci di attrarre diverse specie di uccellini, ma anche farfalle e – se siamo fortunati – api, bombi e, perché no, anche pipistrelli. In un giardino o in un parco aumentano anche il numero e la varietà di animali: allora può capitare di incontrare il riccio, la volpe, lo scoiattolo, magari il rospo o la civetta e ancora api selvatiche, coccinelle. Possiamo avere simpatie verso l’uno o l’altro, ma ci tengo a sottolineare che ogni animale è importante e va salvaguardato perché ha un suo ruolo particolare e contribuisce all’equilibrio naturale e, in fondo, al nostro benessere.
Quali sono i trucchi per attirarli nei nostri terreni, oltre a evitare diserbanti e pesticidi?
Il trucco è semplice. Chiediamoci noi stessi in quali posti andiamo più volentieri: non ci sentiamo meglio in quei posti dove ci accorgiamo di ricevere cure, attenzioni e sicurezza? Ecco, così dovremmo comportarci anche verso gli animali. Possiamo installare le più belle mangiatoie e i migliori abbeveratoi, ma se poi ci dimentichiamo di approvvigionarli con continuità di semi e acqua, a cosa servono? Mettiamoci nei panni di un uccellino che vive costantemente con la paura di essere predato: allora sistemeremo un arbusto sempreverde in prossimità della mangiatoia così che possa trovare un posto sicuro in cui rifugiarsi al minimo sentore di pericolo. Sicurezza e attenzioni: questo è l’unico modo di rendere attraente agli animali il nostro giardino, oltre naturalmente a mantenerlo esente da veleni.
Osservare gli ospiti – o forse dovrei dire i veri proprietari – dei nostri giardini che effetto ha in noi?
Sicuramente terapeutico sotto diversi punti di vista. Penso che tutti abbiamo sperimentato come sia rilassante e ammaliante fermarsi a osservare le farfalle che svolazzano sui fiori o un uccellino che si fa il bagno, come sia stimolante anche per la nostra curiosità e il nostro desiderio di conoscere più a fondo le creature che ci circondano. Ci apre la mente e il cuore al senso di convivenza e di rispetto. Ci porta a riconoscere nell’animale la sua unicità e le sue caratteristiche. E poi sazia in noi quella tendenza inconscia a essere attratti da tutto ciò che è vivo e naturale. Un’aspirazione che Edward Wilson nel 1984 ha proposto come ipotesi scientifica sotto il nome di “biofilia” e che spinge ognuno di noi, magari in modi diversi, a ricercare e a instaurare una comunicazione e una relazione affettiva ed emotiva con la Natura.
Quali sono i lavori da fare tra aprile e maggio per avere un giardino “ben abitato”?
Aprile e maggio sono i mesi in cui la natura è in pieno fermento. Quello che possiamo fare è arricchire il più possibile il nostro terrazzo o il nostro giardino con piante utili agli animali, possibilmente delle nostre zone o già naturalizzate, come per esempio la Buddleja, chiamata anche “albero delle farfalle” per l’irresistibile attrazione che esercita verso questi impollinatori. Se vogliamo attirare api e bombi, pianteremo cespugli e piante erbacee ricchi di fiori e quindi di polline (sono molto indicate anche le piante aromatiche). Per le farfalle non dimentichiamoci di aggiungere le piante di cui si nutrono i bruchi; l’esempio più conosciuto è quello della pianta del finocchio che ospita e nutre i bruchi del macaone, una bellissima e colorata farfalla. E poi piantiamo cespugli utili agli uccelli, ossia dei sempreverdi che offrano riparo e siti per nidificare e altri arbusti che producano frutta e bacche per l’autunno e l’inverno, come per esempio la rosa canina, l’agrifoglio o il Cotoneaster lacteus.
L’inverno è il periodo nel quale la natura si addormenta: ci suggerisce tre gesti semplici da mettere “in campo” a partire dal tardo autunno per aiutare gli animali in difficoltà nel trovare cibo e acqua?
L’inverno è sicuramente il periodo dell’anno più duro per gli animali. Nei nostri ambienti urbani, ma anche in quelli agricoli, oltre al cibo e all’acqua mancano anche i rifugi adatti a superare i rigori invernali. Quindi installiamo mangiatoie per gli uccelli: per le cince, i fringuelli e altri piccoli passeriformi vanno benissimo le mangiatoie a cilindro appese o le palline di grasso (che può essere anche di origine vegetale), mentre per i merli, i pettirossi e gli altri uccellini meno acrobati sono più adatte le casette con i semini. E poi gli abbeveratoi in cui gli uccellini possano soprattutto lavarsi per mantenere pulito il piumaggio, condizione essenziale per resistere al freddo. Terza cosa, se non ci abbiamo già pensato in primavera, siamo ancora in tempo per piantare dei cespugli sempreverdi che possano venire utilizzati come riparo dalla neve e dal freddo.
Dal suo privilegiato punto di vista ci può dire quali conseguenze dei cambiamenti climatici sta notando? I risvolti immediati che registra anno per anno nel suo giardino…
Gli eventi più evidenti, quelli che sono sotto gli occhi di tutti, sono i picchi di temperature anomale che provocano fioriture o fogliazioni inconsuete con conseguenti danni alle piante. Le condizioni termiche confuse però hanno un altro peggiore risvolto: lo sfasamento dei cicli vitali tra parassiti e predatori. Se un parassita si riproduce quando non è ancora presente il suo predatore o viceversa se il predatore ha bisogno del parassita quando questo non è ancora presente o vitale, si verifica un disequilibrio molto dannoso per le piante e per l’ambiente in generale. Inoltre queste mutate condizioni climatiche hanno facilitato in gran misura l’arrivo di nuovi parassiti che hanno trovato vita facile non essendo ancora contrastati dagli specifici predatori.
La sua esperienza è arricchita dalla conoscenza di miti e leggende, forieri di verità celate. Ce ne racconta una particolarmente suggestiva che riguarda i giardini abitati?
Riguardo ai giardini ci sono molte mitologie: quasi ogni pianta e ogni animale che li abitano hanno una propria leggenda. Quella che più mi affascina però riguarda la presenza degli gnomi. In tutte le fiabe e favole del mondo si parla spesso di questo piccolo popolo, il che mi fa pensare che in fondo ci sia qualcosa di vero…
Gli gnomi amano i vecchi boschi e le radure e quindi gradiscono, per trovare un rifugio in cui stabilirsi, un giardino il più possibile naturale. Vivono in perfetta armonia con la Natura, assistono e proteggono gli animali con i quali sono sempre in contatto. Purtroppo noi esseri umani adulti non abbiamo più il cuore puro come quello dei bambini e non riusciamo a comunicare con questo piccolo popolo, ma nulla ci impedisce di aprirci a loro, di invitarli nel nostro giardino e di immaginarceli intenti a curare le nostre piante.
Per altre curiosità sul favoloso mondo degli animali, visitate la sezione dedicata.