Il Camino de Santiago en Gran Canaria è un’esperienza piacevole, alternativa alle più conosciute spiagge e località balneari che rendono famosa l’isola”
di Christian Pettenello
Il cammino en Gran Canaria
Tra salite e paesaggi, abbracciati alla natura
Per la serie: “Forse non tutti sanno che…”, nell’isola di Gran Canaria, una delle sette isole Canarie, si trova un cammino che attraversa tutto il territorio e che fa parte della rete dei cammini di Santiago di Compostela. Per la gioia di chi fatica a ricordarsi i nomi, il cammino si chiama appunto “Camino de Santiago en Gran Canaria”.
Il percorso si snoda da sud a nord per una lunghezza di circa sessantasei chilometri e per un totale di tre giorni di viaggio, unendo la città di Maspalomas, situata a sud, alla città di Gáldar, nel nord-ovest dell’isola, dove si trova la Parroquia de Santiago Apóstol, meta finale del cammino. Molti sentieri lungo i quali corre erano già utilizzati dagli antichi abitanti come vie di comunicazione tra il nord e il sud dell’isola. In seguito furono sfruttati come tracciati per la transumanza del bestiame, mentre oggi sono principalmente frequentati da pellegrini o da chi ha voglia di farsi una piacevole passeggiata, senza per forza dover cercare qualcosa di spirituale…. che poi va a finire che ritrovi te stesso e scopri che era meglio lasciar perdere!
Itinerario
Questo itinerario si propone come un viaggio all’interno dell’isola, mettendone in luce il paesaggio, la flora, la fauna, la gastronomia, il patrimonio storico ed etnografico attraverso i quali è possibile conoscerne l’essenza autentica, lontano dalle spiagge frequentate e famose.
Io effettuo il viaggio tra fine dicembre e l’inizio di gennaio, periodo ideale per sfuggire al freddo inverno e farsi coccolare da temperature miti e dal sole delle Isole Canarie.
Maspalomas – l’essenziale
Dopo l’atterraggio a Las Palmas de Gran Canaria, raggiungo con un comodo autobus la città di Maspalomas nel sud dell’isola, da cui parto a piedi il 27 di dicembre, con lo zaino sulle spalle: tenda, sacco a pelo, materassino, qualche vestito, due litri di acqua e un po’ di cibo. In totale credo che la borsa pesi sugli otto – dieci chili. A me basta l’essenziale.
Il cammino affronta un dislivello positivo di 2.700 metri, fino a raggiungere una quota di 1.720 metri e successivamente si trova uno negativo di 2.600 metri. Ovvero, è prima tutto in salita e poi tutto in discesa, senza tregua. Non è affatto un percorso difficile, soprattutto se si è allenati, ma io non lo sono! Essendo terribilmente pigro, tendo a ottimizzare tutto quello che faccio per ottenere il massimo risultato con poco sforzo; così ho giocato d’anticipo e messo il minimo nella “bisaccia”. La voglia di passare un po’ di tempo a contatto con la natura e di gustarmi l’esperienza mi porteranno a impiegare quattro giorni a completare il tracciato.
La Montagna Negra
Mi avvio lasciandomi Maspalomas alle spalle e apprezzando la modesta pendenza, che rimpiangerò tra qualche giorno, quando mi troverò ad affrontare le scalinate nella roccia. Scelgo un sentiero che nella parte iniziale vira leggermente a sinistra, per raggiungere il paese di Ayagaures, nel quale pranzo; costeggio poi la diga e continuo il lungo il fianco della Montagna Negra, fino a raggiungere Degollada de la Manzanilla, sui 1167 metri, dove, fin dalla progettazione del viaggio, avevo pensato di passare la prima notte in tenda. Da qui ho una vista spettacolare sia a est che a ovest, dove sta tramontando il sole intanto che stanno salendo le nuvole fino a formare un oceano bianco e spumoso che nasconde le case a valle. Mentre le luci dei paesi si affievoliscono, oscurate dalle nuvole, il cielo silenzioso sopra di me comincia ad arricchirsi di romantiche e incantevoli stelle; atmosfera confortevole per riposare.
Secondo giorno – borgo di San Bartolomé de Tirajana
Il mattino, dopo aver smontato la tenda e preparato lo zaino, scendo al borgo di San Bartolomé de Tirajana, dove è presente la chiesa cattolica Iglesia San Bartolomé, altra tappa fondamentale per i pellegrini, ma io, lo ammetto, vado lì per fare una colazione gargantuesca e per comperare qualche provvista nell’unico e piccolo negozio di generi alimentari in paese.
Ruta de la Plata e scalinate
Il cammino prosegue, manco a dirlo, in salita! Fortunatamente ci sono moltissimi mirador da cui è possibile ammirare la bellezza e lo splendore dell’isola mentre ci si riposa. Credo che la parte più difficile dell’itinerario sia in questo secondo giorno, il sentiero che prende il nome di Ruta de la Plata, composto da una serie di scalinate interminabili scavate nella roccia che servono a oltrepassare una ripida parete. Una volta giunti in cima, il sentiero si snoda all’interno di una rigogliosa foresta e diventa, per poco, piacevolmente piano. Il mio obiettivo è raggiungere l’area attrezzata con postazioni per cucinare e servizi igienici chiamata Llanos de la Pez, dove riposare per la notte. Con il calar del sole, piano piano le persone se ne vanno, portando con sé gli allegri schiamazzi dei bambini e lasciando spazio alla freschezza dell’imbrunire. Passo la serata in compagnia di ciclisti inglesi, che hanno avuto la mia stessa idea di pernottare lì. Ancora una volta è piacevole dormire a contatto con la natura, con la tenda montata su un letto di muschio, mentre mi faccio coccolare dal suono del vento che attraversa le fronde degli alberi.
Terzo giorno – il Roque Nublo
Il mattino mi sveglio presto e pieno di energie. Mentre la notte si scioglie nell’alba, io sono già quasi pronto a partire; mi aspetta, infatti, la parte più paesaggistica del sentiero. Dopo un tratto all’interno del bosco, il tracciato si sposta in quota, percorrendo un versante che a ogni passo ci offre un’occasione per ammirare il Roque Nublo (Rocca Nuvolosa), uno dei monumenti naturali più significativi dell’isola di Gran Canaria. La rocca, di origine vulcanica, si innalza per ottanta metri sulla sua base e per 1803 m sul livello del mare; in passato era stata utilizzata come luogo di culto dagli aborigeni canari.
Nella piacevolmente calda giornata, voglio raggiungere Finca la Isa, una sorta di agriturismo molto spartano dove passare la notte sotto al tetto in una camerata, tipo ostello. Prima di arrivare, faccio sosta a Cruz de Tejeda, una piccola località dove troneggia l´hotel Parador e la sua magnifica piscina all’aperto con vista sulla vallata. Finca la Isa è un bel posto dove riposare e conoscere altri viaggiatori interessati a scoprire cosa Gran Canaria ha da offrire, oltre alle famose città balneari con le loro spiagge. Per il resto il cammino, in questo periodo dell’anno, è abbastanza calmo, complice anche la situazione dovuta alla pandemia, il cui stato di emergenza non è ancora passato.
Quarto giorno – punto panoramico
Il giorno seguente vado a visitare il paesino di Tejeda, considerato dal 2015 una delle località più belle della Spagna. Successivamente risalgo a Cruz de Tejeda per agganciarmi di nuovo al percorso ufficiale. Il sentiero prosegue in salita fino a raggiungere il punto più alto, Los Moriscos, a 1692 metri sul livello del mare. Lasciata alle spalle la località, comincia la discesa, in molti punti davvero pendente. Attraverso foreste storiche; non mancano i consueti mirador, i punti panoramici da cui è possibile abbracciare con lo sguardo la bellezza del territorio. Da alcuni, complice anche il cielo terso, si vedono l’isola di Fuerteventura a est e quella di Tenerife a ovest. Mi appresto a raggiungere l’area ricreativa Monte Pavón, per trascorrere lì la notte. Addentrandosi all’interno si trova uno spiazzo con vista sulla vallata sottostante ed è proprio lì che decido di piantare la tenda. Poco distante si trova il Bar Lomo El Palo, un locale terribilmente pittoresco, frequentato da vecchietti che la sera giocano a calcetto. A rendere adorabile il posto ci pensa anche il proprietario, che essendo abbastanza sordo, richiede che urliate qualsiasi cosa vogliate ordinare.
Quinto giorno – nell’abbraccio della natura
Dopo la piacevole nottata trascorsa nell’abbraccio di madre natura, al mattino vengo svegliato da un picchio che martella il legno dei pini a caccia della colazione. Come al solito in poco tempo chiudo la tenda e preparo tutto il resto, carico lo zaino sulle spalle, mi volto per assicurarmi di non lasciare traccia e ricomincio a marciare. Questo è l’ultimo giorno e il percorso, sempre in discesa e verso nord, si snoda per lo più attraverso strade secondarie asfaltate, rendendo il passo più veloce. Nonostante stia attraversando diversi paesi, non incontro quasi mai un punto di ristoro e devo arrivare a Gáldar per un buon pasto completo. Gáldar è un paese piacevole dove passeggiare e visitare la Parroquia de Santiago Apóstol, tappa conclusiva dell’intero cammino.
Un’esperienza alternativa
Il Camino de Santiago en Gran Canaria è un’esperienza piacevole, alternativa alle più conosciute spiagge e località balneari che rendono famosa l’isola. Se inoltre vogliamo aggiungere che, in pieno dicembre, è possibile passeggiare in pantaloncini e maniche corte pur restando in Europa, direi che vale proprio la pena di tenerlo in considerazione. Non è un percorso facilissimo, per via della costante salita e dei pochi tratti in piano, ma neppure difficile; diciamo che è bene essere un minimo allenati e non caricare troppo peso sulle spalle. Quasi tutte le informazioni di cui potete avere bisogno le trovate sul sito jacobeogaldar.es, disponibile in spagnolo, inglese, francese e tedesco. Nel sito sono indicate le località dove dormire ed è possibile programmare ogni tappa avendo un tetto sopra la testa e un pasto caldo per rifocillarsi; vengono inoltre spiegate la situazione climatica, le aree protette che vi troverete ad attraversare, i punti di particolare interesse e anche alcuni siti patrimonio dell’UNESCO.
Non dimenticate un paio di scarpe comode e… buon cammino!
Tratto da FVM n.57
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