Con le classiche pulizie di primavera molti di noi sono stati colti dal sacro fuoco del decluttering. Questo termine inglese indica ormai globalmente il disfarsi di ciò che è superfluo per tenere solo ciò che serve realmente. Il fine sarebbe quello di trovarsi con case ed esistenze più leggere, organizzate e rilassanti.
Sebbene un maggior ordine possa essere benefico per molti, non è così per tutti.
Decluttering e artisti, un legame difficile
Guardiamo agli scrittori. Vi immaginate uno Stephen King con tutti i libri in perfetto ordine cromatico su candidi scaffali? Sarebbe semmai l’apertura di uno dei suoi best-seller dell’orrore, probabilmente la libreria dello psicotico che metterà alla prova tutta la comunità. Pittori, scultori, scrittori e artisti in genere hanno studi colmi di libri, oggetti e memorabilia. Ci convivono benissimo, anzi, sarebbero a disagio in un ambiente vuoto o, come viene chiamato erroneamente oggi, minimalista.
Minimalismo, una virtù per scelta
Il minimalismo è una virtù solo quando è una scelta. Quando ce lo si impone non è più minimalismo, è l’idea folle di una moda che ci vende una presunta felicità a portata di mano, a spese della nostra individualità. Il massimalismo infatti, per alcuni, può essere altrettanto rilassante e pieno di significato, espressione della propria individualità e impronta di stile. Messa da parte la bontà indiscutibile di non riempirsi casa di oggetti inutilizzati perché vecchi, doppi o comprati in un momento di follia, cosa resta di questi metodi di organizzazione? Tanto marketing per venderci il libro del momento che ci farà sentire alla moda in quanto lettrici adoranti di Marie Kondo, piuttosto che banali riordinatrici della nostra esistenza materiale. Purtroppo anche tanti, troppi sacchi indifferenziati che se ne vanno alla discarica.
Unicità prima di tutto
Negli anni, ho visto le dimore di molti artisti senza trovarne una in perfetto ordine. Ne ho apprezzato però l’unicità, le tele appoggiate casualmente per terra, le pile di libri in giro, gli appunti. Nell’atelier di Ernesto Treccani, a Milano, in mezzo a quadri, libri e sculture, ho notato un piccolo foglietto in un portacarte. Era di un altro artista, Brancusi, diceva “Si può avere il reale possesso dello spirito, mentre delle cose materiali non si può essere che un guardiano provvisorio”. Ho immaginato lo spirito di Treccani, realista e razionale, che si elevava sopra quel caos apparente di cui era stato solo un guardiano provvisorio. Mi ha regalato un’epifania sul distacco, grazie a un cartoncino in un portacarte di cinquant’anni fa.
Decluttering si o no?
Se fosse entrata la signora Kondo in quella stanza, sarebbe sparito quasi tutto, trasmettendo ai posteri il panorama di un desolante vuoto minimalista invece che l’anima colta ed elegante di chi lo aveva abitato. Decluttering sì, quindi, ma che sia una scelta profonda, personale, non una moda. Altrimenti si perdono pezzi di vita significativi e ci si uniforma alla sala d’aspetto di un ospedale.
Sostenibilità e ordine, amici nemici
Il decluttering dovrebbe avere anche un’altra qualità: la sostenibilità. La signora giapponese, guru dell’ordine minimalista, vanta sacchi di oggetti da buttar via da ogni casa, si gloria della loro partenza verso la discarica. A me fa orrore, specialmente quando passa al buttar via i libri. Vorrei entrare in quel programma e urlare alle sue vittime di cercare qualcuno a cui regalare quegli oggetti, di non improvvisare una notte dei cristalli con la libreria di casa, vorrei trasformare quella sua perenne giacchetta rosa in una camicia di forza. Ho scoperto che c’è proprio una parola giapponese che definisce il mio stato d’animo: mottainai. Il mottainai è il rammarico per lo sperpero e dà il nome anche a una campagna mondiale contro gli sprechi. La filosofia è: ridurre sì, se se ne sente il bisogno, ma soprattutto riutilizzare, riciclare e riparare. Mi sento già meglio!
di Grazia Cacciola
Per altre notizie relative al mondo Benessere, visitate la sezione dedicata. E per rimanere sempre aggiornati sul tema Ambiente e Salute, date un’occhiata al sito del Ministero della Salute.