Il fagiolo poverello, tipico della Calabria, diventa Presidio Slow Food. Le zone nelle quali avviene la coltivazione sono in provincia di Cosenza, all’interno del Parco Nazionale del Pollino e più precisamente nei comuni di Mormanno, Laino Castello e Laino Borgo. Qui il fagiolo viene seminato a postarelle a giugno per essere raccolto tra ottobre e novembre.
Le caratteristiche e la coltivazione del fagiolo poverello
Il fagiolo poverello ha semi grandi, ovoidali e buccia bianca, lucida, senza screziature; la sua storia risale a tempi molto antichi.
Ancora la coltivazione del poverello avviene secondo la tradizione e senza l’impiego di fertilizzanti di sintesi: essendo un fagiolo rampicante, si utilizzano paletti di sostegno in castagno, ottenuti dai vicini boschi cedui. Il controllo delle erbe infestanti avviene manualmente o con mezzi meccanici, mentre è vietato qualunque genere di diserbo chimico.
La raccolta è manuale; si lasciano essiccare i baccelli per alcuni giorni su graticci di canna intrecciata e poi si inseriscono nei sacchi per essere battuti. Si sgrana a mano.
La produzione attuale si attesta intorno ai 20 o 30 quintali.
La dichiarazione di Teresa Maradei, referente Slow Food
Teresa Maradei, referente Slow Food del Presidio, spiega: “Ha una grande ricchezza in termini di proteine. Nel 2014 stavo lavorando a un progetto di segnaletica per il Parco Nazionale del Pollino e dovevo occuparmi di descrivere brevemente le caratteristiche storiche, culturali ed enogastronomiche di sei comuni della zona. Quando è stata la volta del mio comune, Mormanno, ho pensato al fagiolo poverello bianco, così ho iniziato a fare ricerca scoprendo molte cose, tra cui una particolarità che distingue questo ecotipo rispetto agli altri coltivati in zona: la capacità di resistere agli agenti parassitari che, negli stessi terreni, attaccano altre tipologie di fagioli”.
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