Tipico del Comune di Costigliole d’Asti il peperone quadrato della Motta è il nuovo Presidio Slow Food, il 37esimo piemontese. Della cultivar si parla già a inizio del secolo scorso quando nel 1914 un concorso della Società Orticola Astigiana ne mette in luce la produzione nel comune di Costigliole d’Asti e in alcuni limitrofi.
La produzione nel suo periodo migliore, tra gli anni ’60 e ’70, tocca anche i 40-50 mila quintali, arrivando sulle tavole di Torino e Milano; poi la decadenza, con la scelta degli agricoltori di concentrarsi prima sui fiori poi sulle nocciole. Nei tempi dell’oblio i semi sono stati conservati nella banca del germoplasma della Facoltà di Agraria dell’Università di Torino.
Le caratteristiche del peperone quadrato della Motta
Di forma quadrangolare, generose dimensioni e colore giallo o rosso, il peperone quadrato della Motta ha una polpa carnosa e un gusto dolce, grazie all’elevato contenuto zuccherino che lo rende tanto prelibato quanto velocemente deperibile.
La riscoperta
Nel 2015 un giovane agricoltore locale, Stefano Scavino, avendo letto della cultivar su Buono, pulito e giusto di Carlo Petrini (Einaudi, 2005), decide di intraprendere una coltivazione con metodo biointensivo, rivolgendosi alla Banca del Germoplasma dell’Università di Agraria a Grugliasco: “Mi diedero una piccola quantità di semi – racconta Stefano – che cominciai a coltivare. Nel 2017 ho partecipato a un bando dell’Unione europea che sosteneva la valorizzazione degli ecotipi locali, insieme al Cnr, all’Università di Agraria e all’Agrion di Manta, presentando sia il carciofo (il carciofo astigiano del Sorì NdR) che il peperone. Per due anni, grazie al loro apporto scientifico e agronomico abbiamo selezionato le piante in campo per migliorare la resa e la resistenza alle malattie”.
Oggi i semi di peperone frutto del lavoro di selezione in campo nell’orto dell’azienda di Stefano, Duipuvrun, sono a disposizione del vivaio Casto e si sta creando una comunità di orticoltori che ha condiviso l’obiettivo di riportare lo storico peperone quadrato di Motta sul mercato e sulle tavole dei ristoranti.
Il commento di Carlo Petrini
“Sapere che il peperone quadrato della Motta – commenta il fondatore di Slow Food Carlo Petrini – rientra a pieno titolo tra i Presìdi Slow Food, è per me motivo di grande orgoglio e appagamento. Il fatto che proprio questo ortaggio, che ho portato nel mondo come simbolo dei paradossi dell’agroindustria, torni a rappresentare valori buoni, puliti e giusti e in piena armonia con tradizioni alimentari e produttive, significa che nessuno sforzo è stato vano, e che la strada segnata da Slow Food in questi anni è quella giusta da perseguire, anche per le nuove generazioni di contadini disposti a impegnarsi in un’agricoltura più pulita e sostenibile”.
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