Presentati la scorsa settimana i risultati di OLEUM, progetto europeo coordinato dall’Università di Bologna con lo scopo di controllare e garantire la qualità e l’autenticità dell’olio d’oliva.
Nato nel settembre del 2016, OLEUM è stato in grado di creare soluzioni innovative e ottimizzare tecniche già note al fine di verificare la coerenza tra il prodotto e la dichiarazione dei produttori, combattendo al tempo stesso i tentativi di frode e contraffazione dei quali è vittima l’alimento principe della dieta mediterranea.
Tullia Gallina Toschi, coordinatrice del progetto e professoressa al Dipartimento di Scienze e Tecnologie Agro-alimentari dell’Università di Bologna, entra nel dettaglio: “Mettendo insieme marcatori singoli, utili per il controllo della qualità e dell’autenticità dell’olio di oliva, e dati riferiti all’intero profilo analitico siamo arrivati a possedere una visione d’insieme molto dettagliata, che si potrebbe esemplificare come una fotografia o un’immagine ‘biometrica’. Si trattava di una sfida difficile, che OLEUM è riuscito a vincere con un approccio incrementale, semplice e robusto, mettendo a punto e selezionando gradualmente nuovi elementi diagnostici per arrivare ad una sintesi efficace priva di ogni facile sensazionalismo”.
Dall’esperienza sono scaturiti anche una rete che connette a livello internazionale il patrimonio di conoscenze e di strumenti per l’analisi e l’autenticazione degli oli d’oliva e un database digitale che contiene i dati ottenuti nel corso dei quattro anni di lavoro del consorzio OLEUM.
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