Alla scoperta della vita segreta degli insetti attraverso gli appassionati scritti di Franco Marasco, autore che di loro ci sa mostrare aspetti straordinari e meravigliosi.
di Fabio Zaccaria
Avevo appena finito di leggere L’Ordine del tempo di Carlo Rovelli e da poco iniziato Homo Deus diYuval Noah Harari quando per la prima volta ho preso in mano I miserabili del creato e Vite difficili di Franco Marasco; e quando per la prima volta, dopo poche pagine, li ho abbandonati sul tavolino a fianco del divano. Due libriccini di un’ottantina di pagine dedicati alla vita segreta di alcuni fra i più vituperati abitatori del pianeta Terra, dalle pulci agli scarafaggi alle termiti, che lì sono poi rimasti a lungo, capitandomi ogni tanto fra le mani ma finendo per tornare sempre su quel tavolino, mischiati di volta in volta a Federico Rampini, a Frankopan e a Vaclav Smil. Senza che però avessi mai il coraggio di spostarli in quell’angolo della libreria dove riposano i molti libri che so che non riuscirò mai a leggere, non importa quanto mi ci ostini. C’era qualcosa, nelle loro pagine, che mi attirava e mi teneva a distanza con uguale forza.
Come poi sia finito a leggerli per intero, a ben guardare, non lo so neppure io. Credo che in qualche modo c’entrino una rassegna di film di Miyazaki, un po’ di nostalgia per la mia prima adolescenza e una riflessione sulla momentanea sospensione dell’incredulità tanto cara alla mia professoressa di inglese del liceo. E forse pure i cartoon dell’Ape Maia, con il loro misto di poesia e tragedia incombente.
Perché per leggere Marasco, almeno io, ho dovuto concedermi il lusso di tornare un po’ bambino, farmi accompagnare e semplicemente fidarmi di chi mi faceva da guida; dimenticandomi, almeno per qualche ora, che i protagonisti dei racconti sono eccessivamente umanizzati, che verificare le fonti sarebbe un esercizio da mani nei capelli e che i continui riferimenti al creato hanno un sapore forse un po’ troppo manzoniano.
Ma il viaggio, a quel punto, è stato straordinariamente ricco di curiosità, di magia e di fascino. Perché Marasco, avvocato con una passione per l’entomologia e l’etologia, ci offre l’opportunità di osservare animali e insetti così come non abbiamo mai fatto.
“Pulci, scarafaggi, formiche, rospi, meduse. Pochi li amano – scrive nella prefazione ai suoi Miserabili – i più li perseguitano. Ci siamo messi nei loro panni e ci siamo resi conto che non solo soffrono, amano, desiderano e sono in grado di fare scelte […]. Le pagine che seguono sono state scritte senza pretese scientifiche, ma cercando di rappresentare la realtà. Confidiamo che, dopo averle lette, anche se non riuscirete ad amare i protagonisti, cercherete almeno, nei limiti del possibile, di rispettarli”.
Abbandonate così le ultime riserve, diventa suggestivo osservare da vicino le vicissitudini della minuscola Pulex irritans (la comune e fastidiosissima pulce) che deve barcamenarsi fra brutali aggressioni sessuali (L’inseminazione per la pulce “[…] è un’autentica grossolana violenza. Il maschio, con il proprio organo sessuale, trafigge il corpo della femmina e il liquido seminale, entrato nel circolo sanguigno, raggiunge le uova e le feconda”), la cattività nelle mani di un addestratore e la tragica morte tra le fiamme di un camino.
Così come non può non suscitare stupore il racconto della vita di una mamma scarafaggio, in viaggio dall’Estremo Oriente all’America: la cura dei suoi piccoli, l’amore del suo partner (che spesso rimane lo stesso per l’intera vita dell’insetto), la ricerca di un nuovo compagno dopo l’involontaria separazione e il tragico epilogo quando le sue uova diventano l’incubatrice per la larva della Vespa di Ensign, che dei suoi piccoli si nutre senza che mamma scarafaggio, che ancora le sorveglia, abbia neppure modo di rendersene conto.
Affascinanti sono poi i capitoli dedicati alle termiti e alle formiche, che delle prime sono spietate cacciatrici. Marasco ci spiega infatti che proprio le formiche, comparse approssimativamente 60 milioni di anni fa, costrinsero le termiti – che il pianeta già lo abitavano da oltre 160 milioni di anni, che erano sopravvissute alla divisione della Pangea, che avevano assistito indifferenti alla nascita dei primi mammiferi, che avevano visto i dinosauri affacciarsi alla vita come minuscoli animali, per poi diventare i giganteschi padroni del mondo e quindi estinguersi – a cambiare radicalmente le proprie abitudini, la propria alimentazione e addirittura la propria conformazione anatomica. Fu quindi per scappare dalle formiche che le termiti divennero quello che sono oggi: insetti ciechi, che si nutrono di legno e che vivono sotto terra in nidi praticamente sigillati al mondo esterno.
Ma non è solo di insetti che ci parla Marasco. Ad aprire Vite difficili è il capitolo dedicato alle anguille e al mistero che ne circondò la vita fino al 1932, quando per la prima volta venne fatta luce sulle loro complesse abitudini riproduttive. Dall’incredibile viaggio di andata dal Mediterraneo al Mar dei Sargassi, circa settemila chilometri percorsi in due anni lungo la corrente fredda delle Canarie, alla deposizione delle uova, quindi alla morte per sfinimento e al ritorno verso l’Europa delle larve, trasportate a miliardi dalla corrente del Golfo per diventare pasto dei cetacei incontrati lungo il cammino fino all’arrivo.
Marasco sembra meritare la nostra fiducia. Quando ci parla della vita delle meduse e dei polipi (che nulla hanno a che vedere coi polpi, come ben ci spiega l’autore), è infatti con assoluta trasparenza che ammette: “Il racconto potrebbe contenere qualche inesattezza, anche perché meduse e polipi sono ancora poco conosciuti e vari autori fanno in proposito affermazioni fra loro contraddittorie”.
Quindi, il mio consiglio è di lasciarci prendere per mano e goderci questo affascinante viaggio nella vita segreta dei Miserabili del creato, abbandonandoci al piacere di leggere dei racconti che non sono, né vogliono essere, saggi di entomologia.
Alla scoperta della vita segreta degli insetti attraverso gli appassionati scritti di Franco Marasco, autore che di loro ci sa mostrare aspetti straordinari e meravigliosi.
di Fabio Zaccaria
Avevo appena finito di leggere L’Ordine del tempo di Carlo Rovelli e da poco iniziato Homo Deus diYuval Noah Harari quando per la prima volta ho preso in mano I miserabili del creato e Vite difficili di Franco Marasco; e quando per la prima volta, dopo poche pagine, li ho abbandonati sul tavolino a fianco del divano. Due libriccini di un’ottantina di pagine dedicati alla vita segreta di alcuni fra i più vituperati abitatori del pianeta Terra, dalle pulci agli scarafaggi alle termiti, che lì sono poi rimasti a lungo, capitandomi ogni tanto fra le mani ma finendo per tornare sempre su quel tavolino, mischiati di volta in volta a Federico Rampini, a Frankopan e a Vaclav Smil. Senza che però avessi mai il coraggio di spostarli in quell’angolo della libreria dove riposano i molti libri che so che non riuscirò mai a leggere, non importa quanto mi ci ostini. C’era qualcosa, nelle loro pagine, che mi attirava e mi teneva a distanza con uguale forza.
Come poi sia finito a leggerli per intero, a ben guardare, non lo so neppure io. Credo che in qualche modo c’entrino una rassegna di film di Miyazaki, un po’ di nostalgia per la mia prima adolescenza e una riflessione sulla momentanea sospensione dell’incredulità tanto cara alla mia professoressa di inglese del liceo. E forse pure i cartoon dell’Ape Maia, con il loro misto di poesia e tragedia incombente.
Perché per leggere Marasco, almeno io, ho dovuto concedermi il lusso di tornare un po’ bambino, farmi accompagnare e semplicemente fidarmi di chi mi faceva da guida; dimenticandomi, almeno per qualche ora, che i protagonisti dei racconti sono eccessivamente umanizzati, che verificare le fonti sarebbe un esercizio da mani nei capelli e che i continui riferimenti al creato hanno un sapore forse un po’ troppo manzoniano.
Ma il viaggio, a quel punto, è stato straordinariamente ricco di curiosità, di magia e di fascino. Perché Marasco, avvocato con una passione per l’entomologia e l’etologia, ci offre l’opportunità di osservare animali e insetti così come non abbiamo mai fatto.
“Pulci, scarafaggi, formiche, rospi, meduse. Pochi li amano – scrive nella prefazione ai suoi Miserabili – i più li perseguitano. Ci siamo messi nei loro panni e ci siamo resi conto che non solo soffrono, amano, desiderano e sono in grado di fare scelte […]. Le pagine che seguono sono state scritte senza pretese scientifiche, ma cercando di rappresentare la realtà. Confidiamo che, dopo averle lette, anche se non riuscirete ad amare i protagonisti, cercherete almeno, nei limiti del possibile, di rispettarli”.
Abbandonate così le ultime riserve, diventa suggestivo osservare da vicino le vicissitudini della minuscola Pulex irritans (la comune e fastidiosissima pulce) che deve barcamenarsi fra brutali aggressioni sessuali (L’inseminazione per la pulce “[…] è un’autentica grossolana violenza. Il maschio, con il proprio organo sessuale, trafigge il corpo della femmina e il liquido seminale, entrato nel circolo sanguigno, raggiunge le uova e le feconda”), la cattività nelle mani di un addestratore e la tragica morte tra le fiamme di un camino.
Così come non può non suscitare stupore il racconto della vita di una mamma scarafaggio, in viaggio dall’Estremo Oriente all’America: la cura dei suoi piccoli, l’amore del suo partner (che spesso rimane lo stesso per l’intera vita dell’insetto), la ricerca di un nuovo compagno dopo l’involontaria separazione e il tragico epilogo quando le sue uova diventano l’incubatrice per la larva della Vespa di Ensign, che dei suoi piccoli si nutre senza che mamma scarafaggio, che ancora le sorveglia, abbia neppure modo di rendersene conto.
Affascinanti sono poi i capitoli dedicati alle termiti e alle formiche, che delle prime sono spietate cacciatrici. Marasco ci spiega infatti che proprio le formiche, comparse approssimativamente 60 milioni di anni fa, costrinsero le termiti – che il pianeta già lo abitavano da oltre 160 milioni di anni, che erano sopravvissute alla divisione della Pangea, che avevano assistito indifferenti alla nascita dei primi mammiferi, che avevano visto i dinosauri affacciarsi alla vita come minuscoli animali, per poi diventare i giganteschi padroni del mondo e quindi estinguersi – a cambiare radicalmente le proprie abitudini, la propria alimentazione e addirittura la propria conformazione anatomica. Fu quindi per scappare dalle formiche che le termiti divennero quello che sono oggi: insetti ciechi, che si nutrono di legno e che vivono sotto terra in nidi praticamente sigillati al mondo esterno.
Ma non è solo di insetti che ci parla Marasco. Ad aprire Vite difficili è il capitolo dedicato alle anguille e al mistero che ne circondò la vita fino al 1932, quando per la prima volta venne fatta luce sulle loro complesse abitudini riproduttive. Dall’incredibile viaggio di andata dal Mediterraneo al Mar dei Sargassi, circa settemila chilometri percorsi in due anni lungo la corrente fredda delle Canarie, alla deposizione delle uova, quindi alla morte per sfinimento e al ritorno verso l’Europa delle larve, trasportate a miliardi dalla corrente del Golfo per diventare pasto dei cetacei incontrati lungo il cammino fino all’arrivo.
Marasco sembra meritare la nostra fiducia. Quando ci parla della vita delle meduse e dei polipi (che nulla hanno a che vedere coi polpi, come ben ci spiega l’autore), è infatti con assoluta trasparenza che ammette: “Il racconto potrebbe contenere qualche inesattezza, anche perché meduse e polipi sono ancora poco conosciuti e vari autori fanno in proposito affermazioni fra loro contraddittorie”.
Quindi, il mio consiglio è di lasciarci prendere per mano e goderci questo affascinante viaggio nella vita segreta dei Miserabili del creato, abbandonandoci al piacere di leggere dei racconti che non sono, né vogliono essere, saggi di entomologia.