Negli ultimi giorni, complice il facile diffondersi delle fake news sui social, è scattato il timore di ritrovarsi gli insetti nel cibo abituale, senza magari che siano segnalati bene in etichetta, timore al quale sono soggetti ancora di più i vegani che così vedono ancor più difficoltoso il portare avanti la propria scelta etica.
Vogliamo tranquillizzare i nostri lettori: è in atto una cattiva informazione promossa da paure e da fonti non controllate. Come già segnalato in un nostro articolo pubblicato sul cartaceo ad inizio 2018, che riportiamo qui sotto, la produzione di insetti ha al momento costi elevati e sarà segnalata come plus sulle confezioni e in più, essendo un allergene, sarà indicato in grassetto tra gli ingredienti al pari dei crostacei.
Attualmente è stata autorizzata in Europa la vendita per l’uso alimentare umano della larva della farina (Tenebrio molitor), della locusta migratoria e presto potremo imbatterci nel grillo domestico (Acheta domesticus).
Insetti nel cibo, l’allerta di SSNV
Da persone che hanno abbracciato l’alimentazione veg guardiamo all’autorevole Società Scientifica di Nutrizione Vegetariana (SSNV). Una newsletter inviata di recente a proposito dell’uso di insetti nei prodotti alimentari riporta diversi stimoli di riflessione tra cui questi:
– la polvere parzialmente sgrassata ottenuta da Acheta domesticus intero è prodotta mediante una serie di fasi, che prevedono un periodo di digiuno di 24 ore degli insetti per consentire lo svuotamento intestinale, l’uccisione degli insetti mediante congelamento, il lavaggio, il trattamento termico, l’essiccazione, l’estrazione dell’olio (estrusione meccanica) e la macinazione. Un trattamento complesso che lo fa rientrare nella poco desiderabile categoria dei cibi “ultraprocessati”
– la polvere conterrebbe il 74-78% di proteine. Conosciamo gli effetti delle proteine animali nell’alimentazione umana, il cui eccesso già sappiamo essere dannoso per la salute
– alla sofferenza degli insetti purtroppo penseranno in pochi
– esiste il rischio che la crescita degli insetti possa sfuggire al controllo degli allevatori, stravolgendo l’ambiente con incalcolabili quantità di grilli, con conseguenze difficili da prevedere
– questi insetti necessitano di temperature elevate per vivere (intorno ai 30 °C); per molti Paesi europei che stanno investendo in questo prodotto, non è un punto di poco conto, considerando la crisi energetica che stiamo vivendo
Il caso Lidl
Girano voci sul web che Lidl sarebbe tra le insegne che danno il ben venuto alla farina di insetti; sui social network le persone temono che sia un prodotto di scarto a poco prezzo fatto per tagliare i più pregiati ingredienti della tradizione, cosa che abbiamo già smentito visto il costo degli allevamenti di insetti, più vicino all’industria farmacologica che a quella animale.
Ci siamo rivolti direttamente all‘ufficio stampa di Lidl Italia che smentisce: “In merito all’articolo comparso sul Corriere del Veneto in data venerdì 27 gennaio 2023 dal titolo I grilli sulla tavola dei veneti, Lidl Italia smentisce categoricamente che siano mai state presenti sugli scaffali dei suoi punti vendita referenze a base di farina di insetti, come invece erroneamente asserito nel pezzo in questione. Ci dispiace constatare, inoltre, come una testata autorevole e influente come Il Corriere del Veneto non ci abbia interpellato direttamente per la verifica della fondatezza della notizia”.
Inoltre abbiamo chiesto la posizione di Lidl Italia per il futuro: “Ad oggi non si è mai parlato di un’apertura neanche in futuro a questo genere di prodotti”.
Il nostro consiglio
Leggiamo sempre bene gli ingredienti, a prescindere dalla paura di mangiare insetti; ricordiamo che da decenni è in commercio il colorante rosso ottenuto dall’insetto cocciniglia, indicato con la sigla E120 e usato in caramelle, bevande, yogurt e snack.
Riflettiamo per bene: per noi è disgusto mangiare qualcosa che non è legato a un’idea di consumo; per un numero inimmaginabile di insetti vuol dire essere messi al mondo, essere sottoposti a spazi che non garantiscono il loro benessere e a processi dolorosi che portano alla loro uccisione.
Per l’ambiente ulteriore pressione e forti rischi.
Ci chiediamo: ne avevamo davvero bisogno?
L’articolo pubblicato su FV magazine 31 nel 2018: Insetti negli alimenti, se conosci li eviti
È ormai ufficiale: con l’inizio del 2018, più facilmente da febbraio, entra in vigore il regolamento europeo n. 2283 del 25 novembre 2015 sui Novel Food, quello, per intenderci, che permette di sfruttare gli insetti per usi alimentari umani. Da oggi, quindi, è possibile per la casalinga di Voghera andare al supermercato sotto casa e acquistare una pasta di grilli e… lo è anche per noi. Abbiamo voluto quindi informarci per bene e capire come comportarci davanti a una novità così rivoluzionaria, al di là dei sensazionalismi e dei facili ribrezzi.
Precisiamo da subito che per noi di FunnyVegan gli insetti sono meritori di vita e diritti al pari di qualunque specie animale; il fatto di aver reso schiavi ulteriori esseri senzienti non piace affatto.
Il regolamento europeo non ha ancora avuto un riscontro attuativo dall’Italia per cui alcuni aspetti non sono ancora definiti e tra questi uno fondamentale: non è possibile sapere come ne viene indicata la presenza in etichetta. Il punto potrebbe essere risolto con la doppia dicitura di nome comune e nome scientifico accanto alla parte usata, sta poi alle singole aziende decidere se mettere in evidenza il contenuto in modo speciale (usando in etichetta ad esempio il nome Cricket burger anziché semplicemente Burger). Dobbiamo tener presente che, vista la tradizione italiana, è più facile che si diffonda la pratica di usarli come elementi gourmet, magari non evidenziandoli in modo particolare, che la pratica di sfruttarli interi, essiccati da mangiare così o in integratori, barrette o capsule. È facile quindi non vederli e confondersi.
Le specie a oggi (insistiamo su questo a oggi in quanto la normativa prevede aggiornamenti continui) sfruttabili come ingredientistica, intera o in parte, sono esclusivamente la mosca soldato nera (Hermetia illucens), la mosca comune (Musca domestica), il tenebrione mugnaio (Tenebrio molitor), il tenebrione alfitobio (Alphitobius diaperinus), il grillo domestico (Acheta domesticus), quello tropicale (Gryllodes sigillatus) e il grillo silente (Gryllus assimilis). Per ora niente scorpioni e bachi da seta.
Dal 21 agosto 2017 i prodotti a base di insetti sono già a scaffale in Svizzera, ma dove sono stati collocati? Nei pressi degli alimenti per vegani. Attenzione. Vuoi infatti per le proprietà nutraceutiche, salutiste ed ecosostenibili (gli insetti infatti necessitano di poche risorse naturali e sono considerati nutrizionalmente preziosi visto che contengono pochi grassi e molte proteine) o per l’assurda convinzione che animali piccoli e comunemente ritenuti disgustosi (che vivono magari 8 o 10 giorni e poi sono addormentati col freddo prima di essere uccisi) possono farci risparmiare quelli più significativi, belli e amici, ce li possiamo trovare nei pressi di affettati vegetali e tofu.
A salvarci dall’eccessiva diffusione, sempre oggi, è il prezzo imposto dall’iter di sicurezza (come tipo di produzione è più vicina a quella del farmaco che a quella dell’alimentare): 100 euro per 1 kg di farina di grilli, 18 pillole necessarie per un mese 33 euro e 9 euro per 250 g di pasta.
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