di Redazione
Daniela Poggi è conosciuta grazie alla sua carriera nel cinema brillante e per partecipazioni a fiction come Incantesimo e allo storico programma televisivo Chi l’ha visto?, che ha condotto dal 2000 al 2004. Amatissima attrice, che riesce a far emergere tutto il suo lato umano e a mettere in scena sé stessa per comunicare al pubblico con grande empatia, Daniela ha da sempre mantenuto un impegno sociale ed etico nella sua vita privata.
Abbiamo avuto il piacere di intervistarla per FunnyVegan e conoscere un po’ più da vicino le sue molteplici attività.
Da anni sei impegnata nel sociale, ti abbiamo visto come Ambasciatrice Unicef e nelle campagne LAV per la difesa degli agnelli. A fine aprile hai portato in scena nello Spazio Alfieri del Festival Vivere Vegan, a Firenze, il recital ‘Anima Animale’ scritto e diretto da Luca De Bei, in cui si raccontano storie di mucche coraggiose, galline caparbie, maiali innamorati, elefanti che si commuovono, oltre naturalmente a storie di animali d’affezione come cani e gatti. Come è stata questa esperienza?
L’esperienza di Firenze è stata molto interessante. Le persone che sono venute hanno apprezzato tutti gli incontri tramite i quali si è promosso il veganesimo, sinonimo di una nuova etica e di un nuovo modo di vivere la propria vita. Il pubblico era composto per la maggior parte da persone che comunque hanno già fatto le loro scelte, quindi già appartenenti al nostro modo di essere, tuttavia anche in questa occasione è stato importante far capire che non sono sole. Quando ci si accorge che esistono tante altre persone che la pensano come te, che c’è uno spettacolo animale che divulga il tuo pensiero e un’attrice che ha abbracciato questa causa, smetti di sentirti un piccolo marziano. Certo, purtroppo non stiamo parlando di migliaia di persone, ma di centinaia.
Affermare che gli animali hanno un’anima e cercare di raccontare quello che provano serve secondo te a sensibilizzare le persone verso una scelta più consapevole?
Sicuramente ormai tante persone hanno cominciato a fare una scelta nella loro alimentazione: tanti hanno scelto di non mangiare più la carne e di mangiare il pesce o di mangiare il pesce una tantum, di non mangiare più la carne rossa…. io ritengo che qualunque sia la situazione di questo momento per me il discorso importante è che sempre più individui si avvicinino a un altro modo di alimentarsi con più coscienza e consapevolezza. Il mondo di coloro che rispetta gli animali li difende, li tutela e lotta affinchè siano rispettati è sempre vasto.
Forse anche per tale motivazione in questo momento storico si parla molto a livello mediatico di tutto quello che è legato al vegan, a volte anche come se fosse un requisito per “fare notizia”. Sulle pagine di giornali spuntano racconti di vegani famosi che tornano sui loro passi: operazioni di marketing per dare luce a un personaggio o un problema reale che mette qualche dubbio sull’effettiva possibilità di sostenere una dieta vegana a lungo termine?
Vi faccio un esempio per spiegare il fenomeno. Quando ho fatto la campagna contro l’uccisione degli agnellini all’inizio eravamo in quattro. Poi si sono resi conto che la campagna invece stava avendo un successo straordinario, tutti i media la riportavano e da lì hanno cominciato a telefonare al fotografo Marco Biondi in molti e apparentemente tanti artisti si sono detti vegetariani o vegani animalisti pur di esserci l’anno prossimo, pur di apparire. In tutto c’è il sacro e il profano, io credo che la cosa importante sia rapportarsi con la propria coscienza. Chi specula, chi vuole apparire in un modo soltanto perché in questo momento conviene, se poi quella persona comunque è un artista di nome e riesce a divulgare maggiormente la notizia ben venga. Il problema nasce se poi ritorna ad essere carnivoro. Per quanto mi riguarda, io ho fatto una scelta ben 35 anni fa: quella di essere vegetariana, di non portare le pellicce, di fare le battaglie animaliste di essere dalla parte degli animali. Da due anni sono passata a un ‘alimentazione vegana, quindi è una scelta ragionata, ponderata, riflettuta.
Nel tuo sito www.danielapoggi.it leggiamo che sostieni il Progetto Continenti (PC), un Organizzazione Non Governativa di cooperazione allo sviluppo e solidarietà internazionale. Le tematiche dell’immigrazione sono alla ribalta più che mai dopo le tragedie a cui abbiamo assistito in questi ultimi mesi e sono frutto proprio di povertà e politiche criminogene. Un copione già noto, a cui però non si pone un rimedio, uomini come carne da macello. C’è un filo comune che spinge l’uomo a chiudere gli occhi verso i più deboli (animali compresi)? Se avessi una bacchetta magica per far muovere politici e potere, quali trasformazioni metteresti in atto?
Guarda, sono almeno 20 anni che sono sempre in prima linea a combattere per i più deboli, mi sono fatta tante inimicizie perché sono andata anche in televisione a difendere gli immigrati, contro la legge Bossi Fini, a difendere l’importanza di una cultura integrata, di uno scambio culturale fra noi e gli altri. Sono sempre stata in difesa dei bambini, ho fatto missioni in Africa e ritengo che la mia vita sia sempre stata molto dedicata alle persone bisognose, a difendere i più deboli, ad aiutare chi non aveva voce, piuttosto che a sostenere il potere. Questo è un po’ il mio carattere, la mia personalità, il mio modo di essere, l’educazione che ho ricevuto che mi hanno portato ad essere Daniela in un certo modo. Anche durante “Chi l’ha visto?” ero impegnata a difendere le famiglie di persone assolutamente anonime e sconosciute che avevano subito delle ingiustizie da parte della legge e delle istituzione, ho sempre lottato per loro. (…) Seguo un po’ le parole di Papa Francesco, cioè “il bene deve comunque sempre vincere”, io sono una cattolica, credente, praticante con tutti i miei difetti, le mie fragilità e i miei tanti perché, però ritengo che un buon cristiano dovrebbe prima di tutto essere capace di tendere la mano, avere il cuore aperto, gli occhi aperti e le orecchie aperte. Questo mi è stato inculcato fin dalla nascita, appartiene alla mia famiglia vivere nel rispetto degli altri. Ricordo che quando ero molto giovane e di fronte all’acquisto di una gonna che costava quanto la metà di uno stipendio di un operaio io facevo delle scelte ben precise e la gonna non la compravo, anche se stavo già lavorando con ottimi compensi come attrice.
Anche durante la raccolta fondi per l’UNICEF invito le donne a non sprecare somme di denaro considerevoli magari per un paio di sandali, che si indossano una sola stagione, perché non avrebbe senso. Fare in modo di cambiare le cose di questo mondo e cercare di abbattere la povertà altrui, significa anche vivere noi in un modo adeguato, perché se noi viviamo ai massimi livelli e cerchiamo poi di fare il buon samaritano non serve a niente è solo falsità
Salutiamo Daniela, che come sempre ci dimostra la sua tenacia e ci fornisce un esempio da seguire, curiosi di sapere dove potremmo di nuovo incontrarla o dove potremo vedere il suo viso sempre solare.
E’ ancora in giro il film “Basta poco” che è una commedia agrodolce molto carina, poi sto lavorando a una nuova rappresentazione che uscirà in autunno che parte da Napoli ed è proprio sull’integrazione culturale che si chiama CONNECTION HOUSE. Inoltre ho appena finito di girare a Verona con Ricky Tognazzi, Remo Girone e Roberto Farnesi un film che si chiama INFERNET, che uscirà a ottobre. Il 20 settembre ci sarà “madre di mia madre” a Reggio Calabria in occasione della giornata mondiale dell’alzaimer e poi a novembre comincio le prove con Giancarlo Zanetti e Luchino Giordana di un testo teatrale “dead game” e infine come assessore alla cultura sto programmando tutta l’estate di Fiumicino con tanti eventi culturali.