Le mucche sono animali domestici in India, come per noi gatti e cani, io amo i gatti e non riesco a vederne la differenza con la mucca. Essere vegani aiuta il fisico e la mente.
di Redazione
Kay Rush è una nota disc jockey, conduttrice radiofonica e televisiva e scrittrice statunitense, da una vita ormai in Italia. Dal festival di Sanremo fino a Radio Montecarlo, Kay non hai mai smesso di stare sotto i riflettori del mondo dello spettacolo, portando, dove possibile, un apporto comunicativo per diffondere il suo stile di vita spirituale e vegano. Noi l’abbiamo incontrata a Torino alla presentazione del progetto umanitario della sua ONG e l’abbiamo intervistata per voi.
Ci racconti come è nato il tuo progetto e la passione per l’India?
Sul fiume Gange c’è una città, Rishikesh, dove tra l’altro fecero un viaggio mistico, al seguito del guru indiano Maharishi Mahesh Yogi, i Beatles, nella quale ho vissuto, studiato yoga, meditazione e iniziato i miei approfondimenti sulla lingua hindi. Vivendo in India ho visto da vicino tutte le contraddizioni che la distinguono: il divario fra ricchi e poveri è estremamente marcato. In città ho potuto vedere uomini ricchi e, dall’altra parte, uomini che non potevano permettersi di indossare neanche le scarpe, pochi benestanti in contrasto ai troppi nullatenenti; così nel 2013 insieme a Swami Abhishek Chaitanya Giri, un amico molto sensibile alla causa, nonché monaco induista e filosofo, ho deciso di fondare una piccola organizzazione non governativa che potessi gestire personalmente in tutte le sue fasi, da capo a coda, senza intermediari. A oggi abbiamo avviato vari progetti, che potete seguire sul nostro sito, con Rishikesh Relief e qui a Torino stiamo raccogliendo i fondi per aiutare una scuola privata ad acquistare una cucina.
Ho voluto farlo perché sentivo di dover ridare indietro qualcosa di buono a questa città che così bene mi ha accolta e ospitata..
Quali sono stati gli eventi che ti hanno spinto a vivere in India?
Sono nata in una famiglia buddhista, mia madre è per metà giapponese. Sono andata a vivere in montagna quando ero giovane e già di per sé questo mi ha portato a svolgere un tipo di vita “spirituale”: fare yoga è stato infatti per me un passaggio naturale, come la conseguente necessità di spostarmi e vivere in India.
Sei una splendida donna, agile e tonica: che ruolo ha l’alimentazione nella tua vita?
Il ruolo dell’alimentazione è fondamentale. Son sempre stata molto attenta all’alimentazione, anche grazie all’Italia, nella quale ho cambiato il mio modo di mangiare. Per educazione, vengo da una famiglia giapponese abituata al pesce e ai frutti dell’agricoltura, la carne non è mai stata sulla mia tavola e non la riesco a vedere come un alimento. Abbandonare anche il pesce e i derivati animali non è stata per me una decisione drastica, una presa di posizione, ma piuttosto di coscienza. La mia vita è come un fiume: certe cose, come l’abitudine a mangiare la carne, rimangono indietro mentre io continuo ad avanzare. Il mio è stato un percorso personale di evoluzione totale e in un certo momento sono arrivata a un punto di unione entro il quale ogni cosa che facevo finiva per divenire parte della vita di una “yogini”, una donna che fa yoga, quale io sono. Non scordiamoci che lo yoga non è uno sport, non conta solo per le sue posizioni e movimenti fisici, ma è piuttosto un modo di vivere che abbraccia la vita in toto.
Che consiglio daresti alle donne che si stanno approcciando a quest’alimentazione?
E’ importante per noi donne riuscire a cambiare le abitudini per non divenire rigide a livello mentale ed essere aperte al cambiamento perché, per quanto ne so io, l’unica cosa certa è che tutto si trasforma. Più noi e la nostra volontà cambieranno, maggiormente aiuteremo la nostra mente e il nostro cuore a divenire più elastici verso gli altri. Modificare il proprio approccio alimentare è prima di tutto un’apertura mentale e poi… cambierà anche tutto il resto: ci si sente più leggere, più pulite e in salute.
Oggi è molto più facile trovare i negozi giusti e si possono mangiare molte cose vegane senza difficoltà. Vorrei consigliare di informarsi coscienziosamente sull’origine di ciò di cui ci si sta per cibare, accertandosi che non abbia origine animale.
Da conduttrice radiofonica, come vedi il movimento vegan italiano e quali feedback ricevi?
Non è un argomento facile da trattare in radio, io ne parlo spesso e sono fortunata che il presidente di radio Montecarlo, Alberto Hazan, sia vegetariano e sensibile all’argomento: posso discuterne liberamente e devo ammettere che gli ascoltatori sono curiosi e prestano attenzione a queste tematiche. Sempre più spesso noto che in tanti stanno cambiando, principalmente per motivi di salute più che per spiritualità e sensibilità nei confronti del mondo animale, unici e reali motivi che invece sono stati la spinta per le mie decisioni. Il concetto di “vegetariano” in Italia invece è ancora un po’ confuso, c’è chi si definisce tale benché mangi abitualmente il pesce.
Nella tu vita hai fatto molte cose e il pubblico ormai ti conosce non solo come volto televisivo, ma anche come scrittrice. Hai qualche libro “nel cassetto”?
Quando sarò un po’ più tranquilla forse scriverò qualcosa sull’India. Sono molto impegnata con Radio Montecarlo e i miei studi sull’Indi mi appassionano e portano via molto tempo, in più c’è sempre lo Yoga ma sono certa che scriverò ancora perché amo farlo.