di Paola Simonetti
Laura Fiandra, una “guerriera” armata di cuore. Le battaglie, le piccole confessioni, la profonda etica di una donna che ha scelto la cucina crudista come strumento per cambiare la cultura della violenza in tavola, anche in famiglia.
La sua timidezza sfuma quando si tratta di farsi portavoce di un nuovo modo di considerare il cibo; il suo volto si apre in un caldo sorriso, che non sa nascondere però un tumultuoso animo, governato dalle emozioni. “Mai avrei pensato di essere capace di affrontare conferenze e dibattiti pubblici, ma quando il tema è quello che mi sta più a cuore, loro, gli animali, il rispetto per loro, lo sganciarli dal concetto di ‘oggetto’ da mettere nel piatto, allora si accende un motore. E vado”
Coraggio “guerriero”
Laura Fiandra non si lascia dominare da quella ritrosia tipica dei timidi: preferisce dare spazio a una spontanea, irrefrenabile generosità verso il prossimo, di qualunque specie sia. Friulana di nascita, romana d’adozione, con sangue calabrese e siciliano nelle vene, ha l’eleganza di chi è in armonia con la propria anima, di chi ha scelto che persona essere anche a costo di brucianti sofferenze. Un coraggio che lei definisce “guerriero” perché la sua battaglia la affronta quotidianamente, senza tentennamenti: “Non riesco – spiega Laura – ad accettare questa ingiustizia che viene presa alla leggera. Questo atteggiamento frutto di automatismo, di un sistema che ci fa vivere una vita che non abbiamo scelto, che subiamo senza ragionare a danno di altre creature innocenti. Quindi non perdo nessuna occasione del quotidiano per fare divulgazione, per sfatare false convinzioni, informare sulle alternative a molti ancora sconosciute”. Laura vegana, dice, lo è sempre stata. Fin da quando bambina, senza sapere bene come definire quella sua sensibilità, si scioglieva in lacrime di fronte a un piatto di carne. “Mi facevano sentire ‘diversa’, una bambina ipersensibile, una strana creatura che poi sarebbe maturata”.
Una battaglia
Ma Laura, la strada battuta da quella “bislacca” profondità d’animo l’ha invece percorsa tutta, fino alla piena consapevolezza giunta dieci anni fa, dopo un bel tratto di vita fatto di felice maternità, ma anche di lavoro con la fondazione di un centro di medicina naturale: “Quando ho cambiato stile di vita l’ho fatto con profonda convinzione, con soddisfazione, con gioia interiore, ma anche grande sofferenza per la battaglia che si è inevitabilmente instaurata con gli altri: mi sono sentita sola, rifiutata. Anche in famiglia. La mia scelta aveva creato scompiglio, caos. Qualche amicizia è volata via, in una sorta di selezione naturale senza troppo rammarico”.
Il supporto della famiglia
Eppure, la sua determinata passione e la sua solida coerenza non hanno potuto lasciare indifferenti il marito, le figlie e il fratello Guido, ormai vegano anche lui. E il suo compagno di vita da sempre, Tullio Solenghi, da carnivoro convinto cinque anni fa si è convertito al vegetarismo: “Il suo cuore – racconta Laura – si è illuminato; a farlo riflettere è stato un camion che sull’autostrada trasportava maiali al macello”. Ora Solenghi è spesso uno dei volti noti di campagne animaliste nazionali. “Se in una coppia uno dei due inizia un cammino nuovo, come è successo a me, sta all’altro rispettarlo e chiedere chiedere chiedere, per capire e magari condividere! E chi ha fatto il primo passo deve avere pazienza, perché i percorsi sono personali…ma vibrare insieme è bellissimo”. Adesso Laura è supportata dalla sua famiglia: “Sono – precisa – tutti con me, ma non sono come me: io non posso sgarrare su nulla, la mia etica è ferrea, dentro e fuori casa. E gli ospiti che varcano la mia soglia sanno quello che troveranno nel piatto…anzi, quello che non vi troveranno”.
Naturalmente Crudo, l’associazione culturale fondata con Marina Pucello
Un’etica, quella di Laura, che ha saputo aprire la mente, il cuore, ma anche mille finestre su una ritrovata creatività: dopo l’inclinazione alla pittura, è arrivato il tempo dell’arte culinaria appresa con percorsi formativi sulla cucina vegana, approdata poi al crudismo. “Ho sempre cucinato benino – racconta – ma non avrei mai fatto la chef. La svolta etica mi ha dato invece una nuova prospettiva”. Questa scoperta l’ha condotta, insieme alla sua amica e collega Marina Pucello, a fondare un’associazione culturale, Naturalmente Crudo, che mira a diffondere una nuova cultura dell’alimentazione senza violenza, passando per l’abilità di cucinare senza cuocere nulla. “Un modo di mangiare – aggiunge Laura Fiandra – che non ti fa rinunciare al gusto, alla bellezza dei piatti e, nel contempo, bandisce tutti i risvolti negativi che i cibi cotti hanno sulla salute”.
Ma il salutismo non è il vero motore della divulgazione di Laura: “Prima di ogni corso, di ogni lezione, la premessa cruciale è sul fronte etico. C’è chi comprende e accetta e chi, invece, continua a dire che senza carne non si può vivere. Alcuni apprezzano, ma poi tornano alle loro abitudini. Questa esperienza – prosegue – mi ha insegnato che il vero cambiamento avviene quando finalmente si apre il canale della compassione; una virata certo può attuarsi anche per motivi salutistici, ma è sempre a rischio se poi non è supportata da una consapevolezza compassionevole”.
L’operazione dunque non è facile. Le persone hanno il terrore del cambiamento, la paura è il vero ostacolo: “Paura – sottolinea – di non mangiare, di non socializzare, di non avere tempo per recuperare cibi e ingredienti alternativi, paura di perdere punti di riferimento sicuri”.
“Il vegano per le feste”, un libro di strumenti pratici per una strada alternativa
Il cibo fa capo a un istinto primordiale di sopravvivenza, ma è anche legato al gusto, al piacere e per questo, aggiunge Laura, “[…] la battaglia sull’alimentazione è uno dei piani più importanti sui quali lottare per liberare gli animali da schiavitù e violenza, anche se molti attivisti animalisti considerano l’attività degli chef vegani come di ‘serie B’, una sorta di gioco senza serietà”. Eppure i corsi di cucina e l’organizzazione di pasti per eventi e feste di Naturalmente crudo hanno avuto così successo che alla fine ne è nato anche un libro, Il vegano per le feste (My Life Edizioni, 2015): “Tutto il meglio – precisa – di un menu crudista da sfoggiare in qualunque festa comandata: Natale, Capodanno, Pasqua, San Valentino e pure Halloween. Un piccolo volume che scardina tutti gli alibi di chi ti dice: ‘Eh, ma a Natale che cosa metto in tavola, come si fa senza carne?!’”. Insegnare la cucina vegana, per di più crudista, dunque, significa fornire strumenti ‘pratici’ per smontare i mille ostacoli, mentali e tangibili, che frenano un cammino alternativo.
Più informazione per una vera rivoluzione
“La battaglia per i diritti animali – conclude Laura Fiandra – sarà lunga. Ma siamo noi a doverla alimentare oggi, senza indugi. Per vivere una vita migliore tutti, per lasciare un pianeta più sano ai figli e ai nipoti. La strada è ormai intrapresa: l’informazione televisiva è sempre più pressante sull’insalubrità della carne, sui sistemi malati che costruiscono la filiera dei prodotti di origine animale. L’Organizzazione Mondiale della Sanità lo sta ribadendo con ogni mezzo. Ed è tempo che un passo decisivo sia fatto anche dalla classe medica e dalla comunità scientifica. Ma la vera rivoluzione deve avvenire nelle scuole con una nuova e veritiera informazione ai più piccoli, che sono il futuro. Non escludo che proprio questa battaglia sarà il mio prossimo progetto”.
Nella fotografia Laura è con Marina, collega chef di Naturalmente Crudo.