Il Consiglio di Stato il 1 febbraio ha permesso di proseguire il progetto light-up, esperimento sul cervello dei macachi stabulati all’università di Parma e coordinato dall’Università di Torino. Nella sentenza depositata in data 8 febbraio 2021, si legge che il Consiglio di Stato ha accolto varie istanze della LAV e sottolineato come la procedura di autorizzazione fosse carente degli opportuni ed indispensabili approfondimenti per un protocollo che comporta l’uso di esseri senzienti nei “quali è indotta la cecità, con indubbia sofferenza” definendola “scarna” e soltanto con la verificazione condotta da un ente terzo nominato dal Consiglio di Stato i Giudici hanno ritenuto assolto l’obbligo motivazionale dell’autorizzazione. Chiarificatrici le parole che ogni progetto deve rispondere al “rigido rispetto della gerarchia dell’obbligo di ricorrere a metodi alternativi”.
LAV, con i suoi consulenti, tra le varie argomentazioni, ha da subito voluto puntare l’attenzione anche sul benessere, perché gli animali da laboratorio, sebbene destinati a morte, hanno diritto di essere tutelati come prevedono la normativa in materia e relative linee guida.
Il Consiglio di Stato accoglie, quindi, l’istanza della Lav, fornendo da oggi maggiori prescrizioni all’Università di Parma ed in particolare “[…] l’obbligo imprescindibile, di effettuare e depositare rapporti periodici e frequenti che includano aspetti di competenza dell’etologo, e che si soffermino anche sulle condizioni di stress e di possibile interazione tra specie animali” e ora l’associazione chiede che questi rapporti non siano a firma del personale coinvolto nel progetto, come sempre fatto, ma siano affidate a un ente esterno imparziale, che possa verificare il loro benessere in ogni momento.
Come denunciato oltre un anno fa, il progetto è in grave ritardo, non per colpa di Lav come profuso dai ricercatori, ma perché all’inizio sono arrivati due animali che malati non sono riusciti a curare bene e che hanno deciso di restituire malati al fornitore, senza valutare la possibilità ad affidarle alle associazioni, tra cui LAV che si è sempre offerta di farsi carico di tutti gli animali presenti. Il Consiglio anche su questo punto dà ragione all’associazione e ha dichiarato che la violazione c’è stata ribadendo “dunque Lav denuncia una violazione che esiste ma alla quale non potrebbe più essere posto rimedio”.
Lav rilancia la domanda: “Che fine hanno fatto questi animali? Sono vivi? In quale stato di salute? L’Università di Parma ha sicuramente le risposte e oltre 450’000 cittadini hanno il diritto di saperle”.
La battaglia per i macachi del progetto Light-up è la battaglia per tutti gli animali usati nei laboratori, 600 mila ogni anno: firma anche tu la petizione.