di Sandra Colbacchin
Temperature in calo, vento e pioggia ci hanno informati che l’estate è ormai un ricordo. La buona notizia è che anche i mesi più freddi dell’anno possono regalare a grandi, ma soprattutto a piccini, interessanti possibilità, senza per forza doversi ammalare o barricarsi nel caldo delle proprie case. Per cercare di garantirsi un inverno in salute, il primo passo può essere quello di seguire i consigli della dottoressa Carla Tomasini, pediatra specializzata in nutrizione e dietetica, attenta a stili alimentari ed educativi etici.
Innanzi tutto, come reagisce l’organismo di un bambino al cambio di clima?
I bambini soffrono molto dei cambi bruschi di temperatura tipici degli ultimi tempi, responsabili di febbre e malanni vari, come le bronchiti. Per evitare che si ammalino, il primo passo è quello di imparare a vestire in modo adeguato i nostri figli.
Quindi cosa è bene indossare?
Suggerisco un abbigliamento a cipolla con un numero di strati uguale, e non superiore, a quello del genitore. Questo serve a non far sudare troppo il bambino, perché sudando si perde temperatura, con il rischio di ammalarsi per un semplice venticello.
È vero che le mamme hanno la tendenza a vestire troppo i figli?
In Italia a mio avviso i bambini non si vestono in maniera adeguata, basta guardare altri paesi come la Svezia, dove fa veramente freddo e piove molto. Lì i bambini, a differenza dei nostri, sono ben equipaggiati, come recita il detto scout secondo cui non esiste un cattivo tempo, ma un cattivo equipaggiamento. I bambini italiani non sanno cosa sia un soprabito parapioggia, semplicemente indossano il giaccone invernale quando fuori piove. Allo stesso modo, alle sciarpe in lana che fanno comunque passare il freddo sono da preferire i collarini in pile, magari con la pettorina adesa, che bloccano l’ingresso dell’aria.
In caso di pioggia come dobbiamo comportarci?
La pioggia va benissimo purché ci sia un corretto equipaggiamento, che comprende soprabito antipioggia, galosce ed eventualmente pantaloni parapioggia con bretelle. Un corredo che va bene per tutte le stagioni.
Quindi è vero che, come afferma il detto, il freddo tempra? O è meglio stare al caldo in casa?
I bambini stanno volentieri all’aria aperta si abituano meglio a tutte le temperature. Portarli fuori ha anche vantaggi diretti sulla salute, basti pensare all’esposizione solare che permette la produzione di vitamina D.
Come si fa, invece, prevenzione a tavola?
I bambini che si ammalano di più sono quelli che non hanno una buona alimentazione. L’errore principale che facciamo in Italia è di sfamare i bambini con calorie spesso vuote o comunque di bassa qualità, senza prestare attenzione a rifornire i fabbisogni di sali minerali, macronutrienti e vitamine di buona qualità.
Quindi su cosa puntare?
In tutti i pasti devono essere presenti i carboidrati, principalmente cereali e qualche volta patate, a cui associare una fonte di proteine data da legumi o derivati della soia, che offrono ferro, zinco, sali minerali e un po’ di fibra. Infine vanno aggiunti anche grassi di ottima qualità dati dall’olio, ma anche da frutta a guscio e semi che sono ricchissimi di sali minerali. A questi pasti va sempre abbinata verdura cotta e cruda, in particolare quella a foglia verde perché ricca di ferro. Negli spuntini è perfetta la frutta, alla quale accostare carboidrati complessi e, volendo, grassi di buona qualità. Sfamare un bambino con un piatto di pasta in bianco o con una cioccolata calda, anche vegana, non significa automaticamente salute. Un bambino normopeso non è necessariamente un bambino che mangia in modo sano. Non dobbiamo dimenticare che la malnutrizione è dietro l’angolo per tutti, soprattutto nella nostra società.
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