E adesso… viene Natale”
di Fabrizio Mezzo
È da poco trascorso Halloween, una festa che trasforma New York in una città piena di zucche arancioni, case stregate e zombies terrificanti che sfilano nella Village Halloween Parade (una delle parate più attese dell’anno nella Grande Mela), con decine di migliaia di persone in maschera nelle strade, musica dal vivo, e “Il lato ‘soprannaturale’ della città che ha ripreso vita grazie alle spettacolari iniziative nei cinque distretti da Staten Island al Bronx”, come afferma Fred Dixon, Presidente e CEO di NYC & Company. E adesso… viene Natale.
Perché è vero: NYC è la città che non dorme mai. Non c’è tregua tra un periodo e l’altro, tra un evento e un altro, tra una storia e una nuova avventura. New York è la città meno americana del mondo, perché appartiene al mondo, alla storia collettiva degli ultimi decenni, a un universo che valica frontiere e culture per fondersi in un melting pot sempre in movimento, sempre mutevole, ricco di novità ogni sei mesi. Una voce popolare dice che per essere aggiornati bisognerebbe vedere almeno una volta all’anno Londra e due volte l’anno New York. Senza prenderla troppo alla lettera, è vero che visitare New York è sempre una sorpresa e una scoperta. In alcuni periodi dell’anno poi, è – se possibile – ancora più magica. E non parlo solo del foliage di Autumn in New York (quest’anno finalmente ha riaperto anche il Belvedere Castle a Central Park), ma del Natale e Capodanno: imperdibili almeno una volta nella vita. Si cita New York e l’immaginario collettivo va a Times Square. Beh, sfatiamo subito un mito: New York non è Manhattan; o non è più “solo” Manhattan. Chi vuole visitare New York, può spaziare infatti tra cinque distretti (boroughs) ognuno dalle caratteristiche differenti. Manhattan è il cuore iconico e pulsante della city, l’area più densamente popolata e famosa. Qui c’è Times Square con le sue adunate oceaniche in occasione del count down per la mezzanotte di Capodanno, c’è Central Park con il laghetto e la gente che fa jogging, c’è la Harlem delle chiese e dei cori gospel, l’Empire State Building con le storie di King Kong, il Village con i ristorantini e i bar di Sex & The City, la Borsa, l’inizio (o la fine) del ponte più famoso al mondo, che collega con un altro distretto: Brooklyn, detta anche “Broccolino” durante la forte immigrazione italiana dalla metà dell’ottocento ai primi decenni del novecento. Il quartiere “del ponte” è al centro di altri due boroughs. Al di là del fiume, oltre Manhattan, troviamo l’esclusiva zona di Dumbo, Williamsburg, il regno della musica indie, delle nuove gallerie d’arte e della vita notturna; e poi Coney Island, sul mare, con i parchi divertimenti che lasciano spazio a quartieri immersi nel verde e case a schiera: i Brooklyn Heights e Park Slope. Brooklyn è anche il punto di partenza verso gli Hamptons, zona residenziale ricca e glamour resa famosa dalla serie Netflix Revenge.
Uscendo verso ovest, si entra nel Queens, il terzo distretto. Due degli aeroporti di ingresso in città sono proprio qui: il J. F. Kennedy e il La Guardia. Ma qui sono anche Flushing Meadow (sede degli U. S. Open di Tennis) e il Corona Park dove la New York “bene” ha stabilito una zona preferenziale di villeggiatura. Dall’altra parte di Brooklyn invece, troviamo Staten Island il distretto più a sud di New York, raggiungibile in battello con lo Staten Island Ferry che ogni quindici minuti collega l’isola alla terraferma. Nonostante Little Italy sia a Manhattan, è sull’Island che si concentra la popolazione italiana con ben il 45% dei residenti che popolano un piccolo paradiso verde assolutamente diverso dai grattacieli dall’altra parte del ponte di Verrazzano. Nel quartiere di Rosebank, con un pizzico di orgoglio, troviamo il Museo Meucci e Garibaldi, dedicato al loro periodo di residenza proprio a Staten Island. Di fronte ai grattacieli possiamo invece vedere Fort Wadsworth, ex base militare e uno dei punti più panoramici di tutta l’isola dove in questi ultimi mesi, stanno aprendo centri commerciali, alberghi e la famosa ruota panoramica.
Cambiando completamente zona e tornando a nord di Manhattan invece, abbiamo una delle zone più conosciute e notoriamente temute al mondo: il Bronx dei film di violenza e rapina, oggi invece in via di trasformazione in area se non proprio tranquilla, certamente più vivibile e ricca di un’avanguardia artistica che cerca una strada per emergere. Ecco, definiti i quartieri, entriamo nel merito del perché vedere NYC adesso. Perché è la città più innovativa e trasformista al mondo. Il 2019 è cominciato con una skyline tutta nuova che è già passato. Nella Grande Mela la metamorfosi infatti è una costante architettonica, un bruco edilizio che si trasforma in crisalide e splendida farfalla in due stagioni. Cambiano le mode e cambiano i look urbani con una facilità incredibile. E soprattutto, in base alle stagioni cambiano le scenografie cittadine e le offerte di una metropoli tutta da scoprire a ogni viaggio.
Per Natale e Capodanno, ad esempio, chi va a NYC si trova in viaggio con altri sette milioni di visitatori attesi, in arrivo tra novembre e dicembre; un gemellaggio universale che si divide tra tante occasioni di shopping, cultura e divertimento. Accanto agli appuntamenti iconici, che sono un calendario storico fisso, i visitatori della città possono immergersi nello spirito delle feste partecipando a tour guidati, assistendo a spettacoli e concerti, ammirando le sfarzose luminarie e le vetrine di negozi e department store come testimoniato da Fred Dixon che afferma: “Entusiasmo e spirito di festa sono alle stelle durante il periodo natalizio a New York City. Dalle attrazioni più iconiche fino agli eventi speciali, tutti i cinque distretti hanno in serbo una ricca programmazione tra novembre e gli inizi di gennaio”.
Oltre alle occasioni immancabili per chi ha la fortuna di essere in città dalla fine di novembre e godersi così, come da tradizione, la Macy’s Thanksgiving Parade del 28 novembre che segna l’inizio ufficiale degli eventi legati alle festività invernali insieme all’accensione dell’albero di Natale al Rockfeller Center il 4 dicembre, abbiamo selezionato quelli che per noi sono i dieci più uno migliori “buoni motivi” per vivere New York per le prossime feste. Tre aeroporti collegati con più voli quotidiani da Milano e Roma offrono a tutti una partenza perfetta con tutte le maggiori compagnie aeree (un tocco di eccellenza per chi non vuole farsi mancare nulla è la Business Class di Emirates con chauffeur incluso nel prezzo da casa a aeroporto e da aeroporto a hotel, andata e ritorno). Quindi… si parte!

Mai come nelle festività di fine anno, New York si vive a piedi, scoprendo a ogni angolo una photo opportunity, oppure in metro e Ferry Boat, come i veri newyorkesi che attraversano la città meravigliandosi ogni giorno di un rinnovamento che passa attraverso il recupero del waterfront per riappropriarsi di un elemento naturale come l’acqua. Da Ellis Island e Liberty Island, si sale lungo il fiume fino a City Island nel Bronx, quasi un villaggio di pescatori, fino a Governors Island, per ammirare la Statua della Libertà e lo skyline di Manhattan. E proprio il museo della Statua si è trasferito in un nuovo spazio costruito principalmente con lo scopo di consentire l’accesso a un maggior numero di visitatori, visto che fino a pochi mesi fa solo un 20% di coloro che si recavano su Liberty Island riusciva a entrare.
In Manhattan invece, gli amanti della cultura e dell’arte non possono mancare una visita nelle nuovissime sale del Museum of Modern Art, appena ristrutturate a ottobre. Spazi espositivi aumentati, nuove galleries con spunti artistici differenti, e poi ancora bar e salotti per coloro che amano mescolare il piacere della lettura con quello di un break ristorativo. Tutti nuovi anche gli ingressi e la storica scala del Bahuaus, ristrutturata e ampliata per un ingresso con minor tempo di attesa.
Tra le grandi novità, a Natale è immancabile vedere la città dall’alto dell’osservatorio del grattacielo più iconico di New York, l’Empire State Building. Anch’esso completamente rinnovato, nella visita offre l’opportunità di due nuove esperienze interattive. Lo scorso 29 luglio è stato inaugurato il nuovo museo al secondo piano con gallerie che ripercorrono la storia dell’edificio, dalla sua costruzione all’onnipresenza della cultura popolare.
Moda e design, con una vista fiume mozzafiato? Ecco il Meatpacking District (testimone dell’apertura nel 2015 del Whitney Museum, progettato dal nostro Renzo Piano); qui hanno sede i futuristici uffici di Google e qui vanno i turisti della High Line, ma anche gli amanti dei nuovi store extra-lusso.
Camminando e sfidando la brezza fresca dell’Hudson River sul lato più a ovest di Manhattan, ecco un’altra area in grande sviluppo, Hudson Yards, ancora in costruzione. Si prevedono spazi residenziali e commerciali ma anche una nuova mastodontica piazza con un complesso poliartistico, lo Shed, un gigante di acciaio e vetro su ruote che si trasforma e muta forma all’occasione; costruito su sette livelli, è il nuovo centro polifunzionale dove, già quest’anno, hanno cominciato a trasferirsi molte sfilate della Fashion Week. E solo per fare un po’ di gossip, Sting e Trudie Styler, Ariana Grande e Pete Davidson sono stati tra i primi ad abitare, a West 28th St, nell’edificio disegnato da Zaha Hadid all’interno di questo colosso che trasforma ancora una volta la skyline di New York.
E poi da vedere, ancora, The Vessel; già soprannominata la torre Eiffel della Grande Mela è una torre in acciaio bronzo e cemento alta quarantacinque metri concepita per essere altamente adattabile: si compone di un edificio principale eccezionalmente provvisto di un guscio esterno mobile. La particolarità dell’edificio? La mobilità! Infatti può spostarsi grazie a un sistema di binari e ruote, sfruttando la piazza antistante per creare una sala coperta aggiuntiva, in grado di ospitare spettacoli dal vivo o altri eventi. Nella struttura che rimane fissa, invece, trovano posto gallerie espositive, un laboratorio creativo e un teatro con cinquecento posti e spazi adattabili a esigenze specifiche. Più futuristico di così, davvero è difficile pensarlo.
All’Hudson Yards sarà inaugurato anche l’osservatorio all’aperto più alto dell’emisfero occidentale, situato al centesimo piano di un grattacielo, nonché l’Equinox Hotel, un albergo all’insegna del fitness.
Per chi pensasse a una New York in fase di “cementificazione selvaggia” e grande emissioni atmosferiche, ecco le rassicurazioni. In tutti e cinque i distretti, si cerca di ridurre il tasso di inquinamento grazie al bike sharing perché, se è vero che la città è una delle più frenetiche al mondo, non lo fa a scapito dell’ambiente e l’attenzione al green e alla sostenibilità resta un obiettivo primario come dimostrano anche l’istituzione della climate Week e dell’iniziativa NYC Carbon Challenge.
Il periodo di luci e canzoni natalizie è uno di quelli ad altissima affluenza, proprio perché le novità dell’anno si mostrano al meglio e le offerte sono innumerevoli. Il suggerimento è quello di prenotare con anticipo hotel e ristoranti scegliendo con cura i percorsi da fare, ottimizzando la visita. New York è facile da girare, soprattutto Manhattan dove le strade sono divise in Avenue e Street (da destra a sinistra e dal basso verso l’alto) con numeri in sequenza che seguono la stessa logica e angoli a novanta gradi. La metro si divide in linee express (prediligono la velocità a discapito della frequenza di fermata e servono generalmente ad attraversare) oppure local (prediligono la frequenza e gli stop). Comodissimi anche i taxi che non costano uno sproposito come a Milano e soprattutto fanno vivere l’esperienza da film di fischiare o fare un gesto con la mano per vederli correre e fermarsi.
NYC è destinazione top per il cibo vegano. La lista dei ristoranti sarebbe lunghissima e farebbe torto a tanti. Però non possiamo non segnalare Hangawi sulla 12 East 32nd Street, un tempio orientale pluripremiato e non proprio economico; dall’altro lato, per snack veloci mentre si visita il quartiere, Seasoned Vegan ad Harlem, gestito a livello famigliare ma con un ottimo livello culinario. Comunque, al di là dei ristoranti specializzati, ormai quasi tutti i ristoranti in città propongono alternative healthy o vegan ai menù tradizionali.
Un ultimo consiglio: a New York fa freddo. Molto freddo. Non siamo distanti dal Canada e dalle Niagara Falls che negli ultimi anni ci hanno regalato impressionanti blocchi di ghiaccio al posto dell’acqua che salta; per cui in valigia non dimenticate cappelli di pile, sciarpe, maglioni, un giubbotto o un cappotto caldo!