La preapertura della caccia 2021 ha luogo domani 1 settembre in molte regioni: con 20 giorni di anticipo le doppiette possono tornare a sparare prima dell’apertura della stagione venatoria ufficiale, che cade il 19 settembre, nonostante diverse associazioni ambientaliste e animaliste abbiano chiesto alle regioni di sospenderla, visti i molteplici incendi e la siccità che hanno messo a dura prova flora e fauna negli ultimi mesi.
Il parere del WWF sulla preapertura caccia 2021
“La pratica delle preaperture è una vergogna”, dichiara Dante Caserta, Vicepresidente del WWF Italia. “Queste sono ormai attuate non come eccezione, ma come regola, nonostante i pareri contrari degli organi di indirizzo e controllo in materia e i nostri appelli alla ragionevolezza e al rispetto delle regole europee e internazionali per la tutela di fauna e ambienti selvatici. Appelli rimasti in gran parte inascoltati”.
Il parere dell’Associazione Vittime della caccia sulla stagione 2020-2021
Sono 61 le persone vittime della caccia nella scorsa stagione e più precisamente 14 morti e 47 feriti, ma non solo: l’associazione, che esce sul proprio sito www.vittimedellacaccia.org ogni anno puntualmente con un dossier riassuntivo delle violenze create dai cacciatori e dal possesso di armi per la caccia, denuncia tutta una serie di illeciti, reati, crimini e crudeltà che spaziano dai proiettili vaganti che colpiscono l’interno delle abitazioni ai femminicidi commessi da mariti o compagni. Un tristissimo primato è quello dei troppi animali d’affezione e domestici feriti o uccisi dal piombo delle doppiette.
Il lavoro della Federazione Italiana degli Operatori dei Dipartimenti e dei Servizi delle Dipendenze
La Federazione Italiana degli Operatori dei Dipartimenti e dei Servizi delle Dipendenze sul numero di giugno della rivista Mission ha pubblicato l’articolo La caccia oggi è una dipendenza patologica? che evidenzia le motivazioni della caccia ai tempi del neolitico e in epoca moderna.
Se l’uomo nell’antichità era “[…] spinto dai sistemi emotivi di base, per scopi di grande valore biologico: procurare il cibo a sé e ai suoi”, oggi invece il cacciatore è “[…] spinto dagli identici sistemi emotivi di base, ma il suo comportamento ha perso l’originario valore biologico di assicurare la sopravvivenza a sé ed alla sua specie”.
La LAV osserva che “[…] nonostante i cacciatori si affannino nel cercare un paravento culturale che possa in qualche misura dare anche solo un minimo di dignità alla loro sanguinaria passione, ‘[…] non è corretto – continua l’articolo – parlare, per il desiderio di cacciare, di cultura o tradizione: tentativi di spiegazioni che sono razionalizzazioni di fenomeni molto più arcaici e profondi, alla base della caccia sia come dipendenza fisiologica dell’uomo neolitico, sia come dipendenza patologica oggi nelle società moderne’. In definitiva, quella che ne esce dall’articolo, è la figura di un cacciatore sostanzialmente ‘addicted’, di un dipendente patologico da un’attività che oggi non ha alcun senso di esistere”.
“Chi ama le armi, potrà usarle come il sottoscritto ai poligoni di tiro – conclude l’autore dell’articolo – chi soffrisse per il bisogno insopprimibile (“craving”) di sparare ai selvatici, potrebbe usufruire, come per il gioco d’azzardo, di idonee terapie presso i Servizi pubblici per le dipendenze patologiche”.
“Era evidente anche agli occhi di un profano che uccidere degli esseri senzienti per puro ed esclusivo divertimento non potesse che essere il frutto di una patologia – dichiara Massimo Vitturi, responsabile LAV Animali Selvatici – ma ora questo articolo riporta solide basi scientifiche per sostenere che in Italia ci sono circa 500.000 persone che avrebbero bisogno di essere inserite in un percorso terapeutico”.
Nella foto del WWF una tortora, specie in sofferenza: un uccello schivo e inerme per il quale l’Italia rappresenta un importante area di passo nelle sue migrazioni tra l’Europa e l’Africa. A livello europeo la tortora selvatica è qualificata “in cattivo stato di conservazione” e l’ISPRA ha rilasciato pareri di non cacciabilità per la stagione 2021/22… ma è comunque cacciata!
Leggi la news sull’allarme del WWF per il rischio di estinzione dell’orso polare.