Il Rapporto Italia 2022 di Eurispes dedica, come già fatto nelle precedenti annate, una pagina all’analisi dello stile di vita veg e traccia l’andamento della scelta dal 2014 a oggi, decisamente altalenante.
Quest’anno le persone che hanno dichiarato di essere vegan sono l’1,3%, chi ha dichiarato di essere vegetariano è il 5,4%, mentre nel 2021 erano rispettivamente 2,4% e 5,8%, subendo un calo di 1,1% e 0,4%. Tutti ci ricordiamo bene il 2016 con il suo 7% di vegetariani e il 2017 con il suo 3% di vegani. Un dato in controtendenza con l’andamento dei prodotti vegan che invece è in forte aumento e si stima raddoppierà le cifre nei prossimi anni.
In questo 2022 la fascia d’età in cui il vegan è più diffuso è quella tra i 18 e i 24 (4,8%), quella in cui è più diffuso il vegetarismo è tra i 25 e i 34 anni (6,4%); nulla di strano, i giovani sono quelli più sensibili alle tematiche ambientali. Il vegan è più popolare tra gli uomini (l’1,7% contro lo 0,9% delle donne), il vegetarismo tra le donne (5,7% contro 5,2%). Questo dato invece non ce lo aspettavamo, nettamente inverso al pubblico che solitamente frequenta le nostre pagine e i profili dei nostri abbonati.
Rapporto Italia 2022, la novità
Se lo scorso anno il Rapporto aveva analizzato le motivazioni che portano le persone ad abbracciare il veg, oggi invece si focalizza sull’aspetto del “proselitismo”, cioè sull’opera di convincimento che i vegetariani fanno a tavola e non: 62% afferma di aver tentato di persuadere i propri familiari; il 51,8% il partner; il 43,1% gli amici e il 29,2% i propri conoscenti.
In chiaro scuro è il giudizio di chi guarda ai veg, non essendolo: per l’80,7% rinunciare a carne e pesce è una scelta personale che va rispettata, per il 42,1% è ammirevole in quanto tutela ambiente e animali; per il 36,7% si accompagna a fenomeni legati a fanatismo e intolleranza; per il 35,5% è una moda, per il 26,3% è difficile da mettere in pratica ma auspicabile e per il 25,5% pericolosa per la salute.
Ad abbandonare il veg è il 9,7%, che in passato s’è astenuto dal consumo di carne e pesce e oggi fa parte del 83,6% che segue una dieta tradizionale e una chiave di lettura potrebbe forse essere dovuta proprio ai timori (a nostro avviso infondati quando si segue una dieta bilanciata) sulla pericolosità per la propria salute.
Paragrafi a parte analizzano i consumi delle proteine vegetali, riprendendo quanto già evidenziato nel Rapporto Coop 2021, cioè che i consumi plant based sono trainati da chi ha deciso di ridurre i derivati animali, senza eliminarli. Interessanti sono gli studi riportati: per Statista.com il settore del 100% vegetale valeva oltre 12,8 miliardi di dollari nel 2020 e sarà in grado di superare i 35 miliardi nel 2027, confermandosi tra i più promettenti del comparto alimentare.
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