Il carattere cinese che indica la medicina è lo stesso utilizzato per rappresentare la musica.
Li differenzia solo il radicale dell’erba, che simboleggia uno tra gli ingredienti più preziosi della medicina tradizionale cinese. Perché chi vuole intraprendere la professione medica ha bisogno di comprendere che è una vera e propria arte.
Un’arte che richiede ascolto, armonia, connessione, capacità di riproduzione, empatia. Che considera e osserva il paziente come un’orchestra, anziché un mosaico da parcellizzare.
Ma cosa si intende per musica?
Innanzitutto, dobbiamo abbandonare la concezione limitante — e purtroppo molto gettonata — che la identifica esclusivamente con ciò che ascoltiamo alla radio, sullo stereo o nelle cuffie del telefono: ogni cosa in questo mondo è vibrazione e armonia.
E c’è di più:
ognuno di noi ha fatto il suo primo incontro con la musica ancor prima di nascere! Le vibrazioni emesse e ricevute nel corpo della mamma sono il primo contatto che abbiamo con l’esterno, e il battito del suo cuore è, a tutti gli effetti, il primo tamburo del quale facciamo esperienza.
La musica è un elemento fondamentale nella nostra vita: permette di relazionarci al mondo in modo istintivo, spontaneo, non verbale; ci aiuta a esprimere le nostre emozioni, ciò che non riusciamo a spiegare, a comprendere o a esternare con le parole; stimola e sviluppa le nostre capacità psicomotorie, la memoria, l’attenzione, l’ascolto, la creatività.
Identità e autenticità
Nella società in cui viviamo siamo abituati a reprimere ciò che sono le nostre emozioni, poiché ci sentiamo costantemente giudicati e valutati in ogni aspetto della nostra vita. Siamo così portati a chiuderci, a implodere, a cercare di condividere il meno possibile della nostra parte autentica, costruendo inconsciamente una maschera con la quale relazionarci al mondo. Una maschera che ci nasconde e imprigiona allo stesso tempo, e che sviluppa una dissonanza tra ciò che siamo e ciò che crediamo di essere.
Emozioni e identità
Le emozioni non fanno parte di una dimensione astratta, sono materia misurabile, processi mentali e fisiologici, ormoni e recettori del cervello che viaggiano, si attivano, danzano e mutano a seconda di ciò che accade in noi, e fuori di noi. Sono onde che necessitano di fluire, di scorrere, di svolgere il loro decorso senza ostacoli. Non esistono emozioni negative, esistono emozioni represse. E la repressione emotiva sistematica può portare a malesseri e patologie psicofisiche più o meno gravi.
Musicoterapia
La musicoterapia è la danza tra la musica e la medicina, tra l’espressione emotiva e la guarigione. È un ponte che permette di connetterci alle nostre emozioni, e dare loro modo di esprimersi, di sbloccarsi tramite il suono, la voce, il movimento, l’ascolto in connessione al terapeuta.
Identità sonora
Nello specifico, la musica si fonde con la terapia poiché ognuno di noi ha un’identità sonora (ISO), ovvero l’insieme integrato di tutte le nostre esperienze sonore dal periodo perinatale in poi. La ISO è la nostra biografia musicale, della quale fanno parte i suoni di cui abbiamo avuto esperienza e che ci connettono a pensieri, percezioni, ricordi. L’intento del musicoterapeuta è quello di accogliere l’identità sonora del paziente, utilizzando la musica come canale comunicativo, espressivo e di dialogo tra loro. Questo approccio dinamico, dove terapeuta e paziente si mettono in gioco in una comunicazione sonora, energetica e musicale, rende lo scambio pieno di empatia, di accoglienza, di significati personali ed emotivi.
La musicoterapia consente quindi di avere una dimensione completamente libera in cui esternare tutto quello che abbiamo dentro e in cui sentirci accolti, capiti, non più soli.
di Francesca Amadahy Più
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