decido di intraprendere un viaggio in moto alla scoperta di questa terra meravigliosa, ricca di cultura, storia e fascino, dove in molti posti il tempo sembra essersi fermato.”
di Christian Pettenello
Romania
Quando si parla di Romania, vengono subito alla mente la Transilvania, i boschi e le immense foreste, i paesi rurali e la leggenda di Dracula. Tuttavia, questo grande Stato, situato in Europa sud-orientale tra Bulgaria, Serbia, Ungheria, Ucraina, Moldavia e Mar Nero, ha anche molto altro da offrire. La scorsa estate — quando nessuno poteva ancora immaginare la tragedia che si sta compiendo al suo confine con la guerra decisa da Putin per ottenere il controllo del Paese governato in modo filo europeo da Zelensky. A tal proposito ogni nostro appoggio va senza esitazioni all’Ucraina e alla sovranità popolare, mai alle dittature — decido di intraprendere un viaggio in moto alla scoperta di questa terra meravigliosa, ricca di cultura, storia e fascino, dove in molti posti il tempo sembra essersi fermato.
Timișoara
Parto da Berlino assieme a un amico e, dopo aver attraversato la Repubblica Ceca, la Slovacchia e la torrida pianura ungherese, la prima tappa rumena del mio viaggio è la multiculturale Timișoara. È la terza città più popolata della Romania, ma nonostante ciò è estremamente piacevole passeggiare per le sue belle piazze pubbliche ed è facile capitare durante uno dei numerosi festival musicali e culturali ospitati nei suoi spazi.
Edifici storici e parchi
Timișoara possiede il primato della quantità più elevata di edifici storici della Romania. Le varietà architettoniche, le influenze del barocco viennese e il gran numero di parchi le hanno fatto guadagnare il soprannome di “Piccola Vienna” e di “Città dei parchi”. Vanta altri singolari record, oltre a essere l’unica città europea ad avere tre teatri di stato in romeno, ungherese e tedesco, è stata la prima in Europa, nel 1884, ad avere le strade illuminate con elettricità. Timișoara è la città perfetta dove riposare, prima di riprendere il viaggio verso est.
Castello dei Corvino
La tappa successiva è il magnifico Castello dei Corvino, una fortezza gotica del XV secolo con mura spesse e impenetrabili e un ponte levatoio. Si trova a Hunedoara, in Transilvania. La Romania è una nazione con un clima continentale, gli inverni sono rigidi e le estati possono essere assai calde, per cui anche una semplice passeggiata nel parco del Castello dei Corvino con addosso l’equipaggiamento da moto, che funge da sauna portatile sotto al sole, diventa presto insopportabile. Non vedo l’ora di ripartire e salire in quota sulla catena dei Monti Carpazi.
La Transalpina
La parte migliore del viaggio, motociclisticamente parlando, comincia quando dal paese di Sebeş si inizia a salire la Transalpina DN67C, non tanto famosa quanto la Transfăgărășan, ma altrettanto stupenda. La Transalpina è una delle strade più elevate dei Carpazi e il suo picco, il passo Urdele a 2.145 metri, la rende la strada più alta della Romania.
La cabana
In cima alla Transalpina, nella località di Obârşia Lotrului, trovo una cabana in affitto. Una cabana, letteralmente “capanna”, è una costruzione rustica, realizzata con materiali poveri come legno e muratura. Tuttavia, è la sistemazione che preferisco, dopo il campeggio, in quanto permette di non perdere il contatto con l’esperienza rurale del posto. La cabana che divido col mio compagno di viaggio ha due comodi letti e una piccola veranda sul davanti. Lui e io riusciamo a trovare anche un tavolo e due sedie, disponibili nel prato; mi metto a cucinare una magnifica pasta ai funghi con panna vegetale. Il tutto, ovviamente, irrorato da birre locali acquistate in un paese a valle, prima di salire.
Dopo il riposo degno di un guerriero, dedichiamo la giornata seguente a percorrere la Transalpina, rimanendo estasiati dagli spettacolari panorami che offre.
La Transfăgărășan DN7C.
Nel frattempo, il viaggio continua verso est, per raggiungere un’altra famosissima strada di montagna che attraversa la catena dei Carpazi: la Transfăgărășan DN7C. Costruita intorno agli anni Settanta per motivi militari, ha richiesto circa sei milioni di chilogrammi di dinamite per poter modificare la roccia in modo da consentire il passaggio di una strada. Nonostante l’impegno ingegneristico, in molti tratti è tortuosa, con stretti tornanti e ripidi dislivelli che la rendono una sorta di attrazione e impresa allo stesso tempo, sia per i ciclisti che per i motociclisti. La sorpresa più singolare percorrendo la Transfăgărășan è quella di incontrare diversi orsi lungo il ciglio della strada. Purtroppo, sono attratti dai turisti che stupidamente gettano loro cibo, facendo avvicinare gli animali alla carreggiata. Vi ricordo che è sempre vietato dare da mangiare agli animali selvatici.
In cima alla Transfăgărășan, nei pressi del lago Bâlea, si trovano qualche hotel e numerose bancarelle dove sono in vendita prodotti locali. Il poco spazio per parcheggiare l’autovettura fa in modo che questa area di sosta si trasformi presto in un ingorgo con lunghe code; anche il versante a nord della Transfăgărășan è altrettanto splendido. Dopo la visita alla Chiesa Fortificata di Biertan, andiamo a riposare in un campeggio nel mezzo della Transilvania. Per cena gradiamo la compagnia di un simpatico asino che posa con noi per qualche foto.
Lago Sfânta Ana
Non contenti degli orsi incontrati per strada, decidiamo di dirigerci verso il lago Sfânta Ana, una località turistica popolare in Romania. Questo tipo di posti sono tra i miei preferiti: adoro andare in vacanza dove gli abitanti della regione vanno in villeggiatura! Nei pressi del lago c’è un centro di accoglienza nel quale si organizzano visite guidate per osservare gli orsi nel loro habitat naturale. Purtroppo, arriviamo tardi e non ci rimane che passare la notte nel campeggio locale. Un dettaglio non mi sfugge: il campeggio è circondato da un’alta rete elettrificata per proteggere gli ospiti da qualche plantigrado che potrebbe aver voglia di giocare.
Gole di Bicaz
Il giorno dopo ripartiamo sempre verso est, percorrendo la strada che attraversa le Gole di Bicaz, uno spettacolare ponte di collegamento tra la Transilvania e la Moldavia, nella parte centrale dei Carpazi orientali. Il fiume Bicaz ha scavato per millenni nella dura pietra della montagna, riuscendo così ad attraversarla e a creare un paesaggio monumentale di una bellezza sconcertante che rappresenta uno dei percorsi turistici più impressionanti e straordinari dei Carpazi.
Moldavia
Roman
La nostra destinazione finale per questa giornata è la città di Roman, situata nella Moldavia. Si tratta di una località fuori dagli itinerari turistici, che esercita un certo fascino su di noi, che preferiamo percorrere strade poco battute. In questi casi si può restare piacevolmente stupiti oppure delusi dalla scelta “casuale”, ma Roman ci riserva una gradevole sorpresa. Troviamo una stanza economica nell’Hotel Roman, un tre stelle sfarzoso con ampie sale e camere da letto in stile barocco veneziano. L’intero paese di Roman è uno scrigno di architettura dell’era sovietica. Passeggiando per quelle strade si ha l’impressione di tornare indietro nel tempo. Trovo molto interessante camminare per la pedonabile Ștefan cel Mare, realizzata per valorizzare un centro commerciale urbano il cui al piano terra si trovano negozi e tutto intorno vecchi edifici in stile comunista. Proprio lungo quella pedonabile, alla pizzeria Al Capriccio, mangio una delle pizze più buone della mia vita.
Bucovina e la chiesa di legno di Hilișeu-Crișan
Il giorno dopo ripartiamo verso nord, abbandonando la Moldova per entrare nella regione della Bucovina. Ci lasciamo alle spalle la città di Suceava e continuiamo a viaggiare verso il confine con l’Ucraina: il nostro obiettivo è arrivare alla chiesa di legno di Hilișeu-Crișan, ma la strada per raggiungerla è decisamente impegnativa e l’asfalto è sgretolato in molti punti e pieno di buche. La chiesa si presenta come un piccolo gioiello, la cui particolarità è quella di avere statue a grandezza naturale che raffigurano Gesù e i dodici apostoli. Tale rappresentazione è unica in Romania. La chiesa, inoltre, è per metà ortodossa e per metà cattolica. È situata in mezzo a campi, lontana dai paesi e vi si respira un ameno senso di pace. Al nostro arrivo non c’è nessuno, a parte il custode che, felice della nostra visita, ci illustra la storia e i tesori della chiesa… in rumeno!
Monastero di Sucevița
Lasciamo la pace di questo angolo sperduto della Bucovina, che custodisce inestimabili tesori, per dirigerci verso la bucolica regione dei Maramureș, ma prima, lungo la strada, non possiamo non fermarci ad ammirare il maestoso monastero di Sucevița. La particolarità di questo convento è che le mura interne ed esterne sono decorate con scene bibliche di grande valore artistico. Le pitture sono arrivate fino a noi dal 1601, il che fa di Sucevița uno degli ultimi monasteri a essere decorato nello stile tipicamente moldavo; nel 2010 è stato dichiarato patrimonio dell’umanità dall’UNESCO. Il monastero è circondato da mura alte sei metri, ma la cosa più scioccante sono le pitture al suo interno: degne del peggiore (o migliore) film splatter. Le immagini rappresentano persone smembrate in modo orrendo, sangue traboccante da arti spezzati, persone tagliate a metà con una sega dentellata, fatte annegare, legate a pali e fratturate in varie parti del corpo, arse vive, scuoiate e torturate nei modi più atroci. Non è certo una visita per i bambini o le persone impressionabili. Purtroppo, non si possono fare foto all’interno del monastero, altrimenti qualche regista si sarebbe potuto ispirare.
Ospitalità autentica
Lasciamo la “galleria degli orrori” per spostarci nella più tranquilla chiesa in legno di Saint Parascheva, costruita intorno al 1700. Mi sarebbe piaciuto raccontarvi quanto è piacevole la visita, ma la batteria della moto del mio amico ha deciso di abbandonarci proprio nel piazzale davanti alla chiesa. Poco male, cambiamo i nostri piani e passiamo la notte in una pensione lí vicino, tale Pensiunea Ioana Mariana, nel piccolo villaggio di Botiza, dove sperimentiamo ancora una volta il calore dell’autentica ospitalità rumena e dove siamo accolti come se fossimo parenti stretti. Ci preparano una meravigliosa cena a base vegetale con una zuppa di verdure, fagioli con pomodoro, insalata, patate fritte e buonissimo pane, il tutto di loro produzione! E per finire, a metà pasto, si presentano con i loro vestiti tradizionali per regalarci un momento indimenticabile di festa.
Il mattino dopo il carro attrezzi ci accompagna a Sighetu Marmaţiei, dove il meccanico più bravo del mondo sistema la moto in poco tempo. Non ha un’officina, il posto in cui lavora è più che altro il garage di casa sua, e in cortile si trova da riparare praticamente tutto quello che può necessitare di un motore per funzionare: un tagliaerba, un quad, qualche motorino, una motozappa, una lavatrice e per nostra fortuna… anche moto!
Da lì ripartiamo, finendo di attraversare la regione dei Maramureș per scavalcare in Ungheria alla scoperta delle cantine dove viene prodotto il vino tokaji, ma questa è un’altra storia!
Tratto da FVM n.56 inverno
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