gli allevamenti intensivi non portano a nulla di buono, l’industria e le lobby alimentari non si possono arricchire alle spalle dell’uomo, degli animali e dell’ambiente”
di Elisa Orlandotti
Sabrina Giannini è una brava giornalista, di quelle curiose e tenaci che vivono la professione come “missione”, consapevoli della responsabilità di ogni azione o non azione. La sentiamo vicina quando (finalmente!) in televisione la osserviamo trattare di alimentazione, affermando che i menu vegetali sono adatti a tutti, che gli allevamenti intensivi non portano a nulla di buono, che l’industria e le lobby alimentari non si possono arricchire alle spalle dell’uomo, degli animali e dell’ambiente. La incontriamo per capire meglio il suo lavoro, gli obiettivi che s’è data e l’impatto della sua trasmissione Indovina chi viene a cena, che va in onda dallo scorso ottobre su Rai 3 il lunedì, prima di Report.
Cercare la verità
“La tematica centrale rientra in uno degli ambiti più oscuri, cioè quello del cibo, nel quale girano molti interessi. È sempre stata una mia passione l’unire più punti di vista, più segmenti che portano tutti all’alimentazione: trovo che salute ambientale, animale e umana siano direttamente collegate. Ognuno poi può mangiare ciò che vuole, ma da giornalista quello che devo fare è cercare la verità e dire cose che le persone non sanno, non possono sapere. Credo che il mondo stia cambiando; il calo del consumo di carne è anche l’effetto di un giornalismo che è riuscito a svelare che gli affettati, le bistecche, l’arrosto eccetera non fanno bene, che non sono indispensabili e che vengono creati con crudeltà. Io ho dedicato al latte la prima puntata: ho spiegato come è realmente prodotto, quali sono le caratteristiche nutrizionali di quello in vendita, che non sono quelle che il Ministero delle Politiche agricole ci vuole far credere con i suoi spot pubblicitari, ma al contrario, come dimostrano le ricerche, è un latte che fa male in quanto contiene ormoni. Ritengo che le persone che vengono a sapere queste notizie comincino a maturare una determinata consapevolezza; certo, però, a condizionare ci sono anche la pubblicità e l’informazione deviata, con nutrizionisti che possono dire grandi sciocchezze come ‘Si deve mangiare un po’ di tutto’. Ma questo dove è scritto? Magari invece bisogna mangiare tutto buono e sano. Mangiare ‘un po’ di tutto’ vuol dire mangiare anche cose di multinazionali, processate; che questa sia una necessità è loro opinione, forse pure viziata da interessi, sicuramente lontana dalle ricerche e dagli studi che invece dimostrano ben altro”.
Record di ascolti
L’idea di occuparsi di un tema così scottante è venuto a Sabrina stessa e la direttrice di rete Bignardi l’ha accettata volentieri e mai ha fatto pressioni di alcun tipo. Il pubblico ha reagito regalando uno share oltre ogni aspettativa: “Il 6% di media – afferma la Giannini – con un 3% di inizio puntata e consegnando, dopo soli venti minuti, a Report punte di ascolto che toccano il 9,5%, un record in quella fascia di lunedì. Tanta attenzione implica che c’è una sensibilità in aumento; di queste cose parlavo anche vent’anni fa, ma ora il tema è più diffuso anche grazie a YouTube e ai social network, canali più congeniali ai giovani rispetto alla televisione. La diffusione di Internet, va poi detto, ha la funzione di aiutare i giornalisti, dando loro strumenti per le ricerche, e di spronarli, facendo loro concorrenza: se prima l’informazione era filtrata solo da loro, che riportavano la notizia più o meno bene, più o meno asservita alle lobby o deformata dalle minacce del potere, ora c’è il nuovo competitor; quindi i giornalisti sanno che non sono più gli unici agenti dell’informazione, ma che esiste un’altra fonte, se vogliamo scomposta e non filtrata, che potrebbe addirittura anticiparli; inevitabilmente si devono mettere al passo col Web, sul quale – lo notiamo tutti e ne gioiamo, NdA – ha molto spazio la sensibilità verso gli animali”.
Parliamo di sensibilità
Ma come si pone la nostra davanti alla questione animale? “Io parlo – continua Sabrina – di salute umana, ambientale, animale e questi elementi per me non stanno in ordine verticale, ma tutti sullo stesso piano perché legati fortemente l’uno all’altro. Gli allevamenti intensivi sono una realtà pesante e una questione etica; scelgo di non esprimere il mio personale giudizio, ma di mostrare ciò che effettivamente sono; lo dico nel modo giusto per suscitare indignazione, mi basta svelare quanto altri non fanno vedere. Nel momento in cui tu mostri che tutto questo sistema provoca uno scompenso al pianeta, e quindi anche all’uomo, tu fai ragionare le persone, anche quelle che non hanno sensibilità verso gli animali”.
Progetti
In questi giorni Sabrina sta decidendo cosa fare nel 2017: “Rai 3 e la direttrice Bignardi – conclude l’autrice di Indovina chi viene a cena – danno a me e al mio team tutto l’appoggio necessario. Quindi penso che continuerò a lavorare sugli stessi temi finché mi sentirò in dovere di svelare i retroscena delle più grandi menzogne raccontate ai consumatori in funzione dei grandi interessi economici. Quindi continuerò a mostrare anche cosa accade realmente nell’allevamento degli animali definiti, in modo assai cinico, da reddito”.
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