la regola base di quando si viaggia è abbandonare le proprie abitudini e prepararsi ad accogliere l’esperienza cui si sta andando incontro”
Testo e foto di Christian Pettenello (Viaggiatore Vegano)
Quando si nomina la Scozia, viene da pensare a Edimburgo e Glasgow, forse anche ad Aberdeen, le città più note, eppure è possibile restare incantati dalla bellezza di questa regione, situata nel nord del Regno Unito, anche con un viaggio on the road al di fuori dai centri abitati famosi.
On the road: consigli per cominciare
Percorro in moto, quasi per intero, il perimetro frastagliato della Scozia, ma prima di svelarvi le meraviglie che incontro, voglio suggerirvi che, a mio avviso, il miglior punto di ingresso è il passo collinare Hardknott Pass, impegnativo per i suoi tornanti ma non solo. Si tratta di un percorso, alto appena 393 metri sul livello del mare, ma che vanta una delle pendenze più ripide d’Europa, con un gradiente che arriva, in certi punti, al 33%! Fate quindi attenzione alle caratteristiche del mezzo che state guidando, perché potreste non essere in grado di salire. L’Hardknott Pass si trova nel Lake District National Park e nelle giornate limpide, dalla sua ventosa cima, è possibile ammirare l’isola di Mann: un vero spettacolo!
Verso Loch Ness
Proseguo verso nord tra foreste e radure che si alternano su una piacevole orografia; decido di lasciarmi alle spalle Edimburgo e di girare in piena libertà per strade secondarie segnate dal tempo, lasciandomi guidare dall’istinto, fino a raggiungere il famoso lago di Loch Ness. Delle centinaia di leggende su creature misteriose che abitano le profondità dei laghi del mondo, ce n’è una che le eclissa tutte: quella di Nessie, il mostro di Loch Ness. Si tratta di un dinosauro che è riuscito a sopravvivere fino ai giorni nostri o di un enorme serpente marino? Vero o falso che sia, Nessie è uno dei simboli della Scozia. Pare che gli avvistamenti risalgano già al 565 d.C., mentre la storia moderna li attesta nei primi del Novecento, quando alcuni quotidiani locali cominciano a parlare di apparizioni di una gigantesca creatura nel lago. Alla vicenda si interessa nel 1934 anche il Daily Mail, pubblicando una iconica foto che si rivela un falso, svelato sessant’anni dopo, macchinato da un burlone. Tutto questo contribuisce a rendere popolare la leggenda del mostro di Loch Ness a livello mondiale, con migliaia di persone che giurano di averlo visto. Se non siete così fortunati da fotografare Nessie, resta sempre la consolazione di trovarsi al cospetto di un lago meraviglioso, lungo trentasette chilometri, dove il tramonto colora le mura delle rovine del castello di Urquhart di un romantico arancione acceso, regalando lo spunto per scatti magnifici e coreografici. Non mancate di visitare i pittoreschi paesi di Foyers e Dores che si trovano sulla sponda orientale del lago.
Un altro pianeta
Dal lago di Loch Ness è facile raggiungere la costa occidentale della Scozia. Mi fermo a riposare lungo il golfo di Loch Duich perché il giorno dopo voglio dedicare l’intera giornata all’isola di Skye. Tecnicamente l’isola è collegata al resto della nazione tramite un ponte, rendendola, di fatto, una penisola. È dominata dalla catena montuosa denominata Cuillin, che caratterizza il territorio tanto da renderlo famoso per i suoi panorami: le rocce basaltiche di cui è composta creano aspre pareti, che sembrano spinte di prepotenza da sotto il terreno e che si scontrano con la dolcezza delle valli. The Old Man of Storr è il pinnacolo più famoso e più fotografato della catena montuosa. Come in pochi altri posti in Europa, a Skye si ha la sensazione di essere su un altro pianeta, non a caso sono state girate proprio qui le scene iniziali del film Prometheus di Ridley Scott (20th Century Fox, 2012), ambientato nell’universo della serie Alien diretta dallo stesso regista (20th Century Fox, 1979). Nelle vicinanze dell’Old Man of Storr partono diversi sentieri che conducono alla base dell’enorme pilone di roccia. Vi suggerisco di portarvi uno zainetto con qualche provvista e acqua e di evitare di affrontare la montagna con abbigliamento da motociclista come è capitato a me!
L’isola di Skye
L’isola di Skye è attraversata dalla strada statale A87, ma consiglio ogni deviazione possibile in quanto non potete perdere il panorama unico e suggestivo, magari lontano dalla rotta turistica, scovando qualche angolino dove riposare e vivere momenti di serenità, accarezzati dalla fresca brezza che viene dal mare mentre vi sentite protetti dalle possenti montagne alle vostre spalle.
Vegan “haggis”
Come accennavo, passo l’intera giornata a esplorare questa isola e rimango piacevolmente sorpreso quando mi fermo a pranzare da Columba 1400, un amichevole café, che propone una scelta di piatti vegani, tra cui l’haggis a base vegetale. L’haggis è un piatto tradizionale della cucina scozzese: si tratta di un insaccato di budella di pecora riempito con le interiora dell’animale, tra cui il cuore, i polmoni e il fegato. Se questo non basta a farvi venire l’acquolina in bocca sappiate che il tutto viene macinato con cipolla, grasso di rognone e brodo, e fatto bollire per diverse ore. Io sono felice di scegliere la versione dell’haggis a base vegetale, preparato con lenticchie, avena, fagioli neri, carote e funghi, che riproducono la stessa consistenza del piatto a base di carni. Come da tradizione, l’haggis è servito con verdure e una salsa a base di whisky. Delizioso!
Scozia on the road: verso il nord, la costa occidentale
Lasciandomi alle spalle, più che soddisfatto, l’esperienza all’isola di Skye, comincio a salire verso il nord della Scozia, seguendo la costa occidentale. Ancora una volta è un meraviglioso passo a fungere da apripista per quella che trovo essere una delle strade più belle che abbia mai percorso. Subito dopo l’Applecross Pass comincia un tracciato di quasi trecento chilometri che porta fino a Durness. La strada è un costante susseguirsi di piccoli borghi, inseriti in un contesto paesaggistico spettacolare, che alterna insenature di roccia che si protendono verso il mare a lingue d’acqua che cercano di scalfire la roccia; qualche spiaggia rompe il ritmo e offre anche a noi viandanti, impotenti osservatori dei fenomeni naturali, spazi ampi dove abbracciare con lo sguardo tale bellezza nella sua magnificenza. Non mi annoio un istante: a ogni curva c’è sempre qualcosa di piacevole da osservare, dalla parte più dolce all’inizio fino ad arrivare alla più aspra punta a nord.
Highlander: Hairy Coo
Prestate attenzione lungo la strada perché ci sono molte probabilità che vi possiate imbattere in una vacca Highlander, una razza bovina originaria della Scozia, nota anche come Hairy Coo per via del lungo pelo. Nonostante l’aspetto selvatico dato dall’ispida peluria che li ricopre, gli esemplari di questa specie sono di carattere tranquillo e mansueto, ma è sempre buona regola avvicinarsi con rispetto e cautela. Nonostante l’animale sia stato esportato in Australia, in Sud America e anche in Italia per essere allevato, come molti altri, e per finire nei nostri piatti, lungo le strade scozzesi è veramente facile trovare ristoranti che offrono squisiti breakfast inglesi e pranzi plant based. Tra i classici troviamo una colazione con fagioli in salsa di pomodoro, verdure con funghi alla griglia, hamburger vegetali e una sorta di polpette triangolari di patate. Ad accompagnare il tutto servono una “buona” tazza di caffè. Eh, lo so, quello del caffè all’estero, per noi italiani, è un problema tanto serio quanto la mancanza del bidet nel bagno. Per fortuna possiamo gioire quando troviamo la pizza con l’ananas.
Highlands: la locanda The Crask Inn
Giunto a Durness e dopo aver recuperato le forze con una passeggiata lungo il mare del Nord, continuo il viaggio scendendo verso sud e attraversando le Highlands scozzesi, ovvero gli altipiani della Scozia, conosciuti per essere una delle regioni più belle e scenografiche d’Europa. L’area è poco popolata; nel passaggio tra le numerose catene montuose che la dominano c’è un posto dove bisogna assolutamente fermarsi: il The Crask Inn. È tra le locande più isolate delle selvagge Highlands, e già per questo è particolarmente confortevole, ma a renderla speciale è l’accoglienza di Douglas Campbell e la sua sapiente conoscenza dei vari tipi di whisky che aiuta a scegliere quello più adatto al gusto. Nella locanda si possono sfogliare grandi libri che descrivono le caratteristiche organolettiche del prezioso liquore e che spiegano come conoscerlo al meglio per poterlo apprezzare. Al The Crask Inn è possibile pernottare o rifocillarsi con un buon pasto casalingo; la locanda mantiene il suo spirito casereccio che trasmette calore e che spero rimanga invariato per molto tempo ancora.
On the road: imprevedibile meteo
Uno degli inconvenienti con i quali bisogna fare i conti quando si organizza un viaggio in Scozia sono le imprevedibili condizioni meteo. Spesso sento viaggiatori su due ruote, e non solo, che si scoraggiano all’idea di visitarla per il timore di passare due settimane sotto alla pioggia. Il segreto è quello di pianificare la vostra gita in questa meravigliosa regione nei mesi in cui, statisticamente, piove di meno, ovvero tra fine maggio e inizio di giugno. Se volete vedere la Scozia in agosto, state certi che molto probabilmente sarà una vacanza bagnata, ma poi non prendetevela con me.
Scozzesi: socievoli e ospitali
Un’ultima nota di merito per i piacevoli soggiorni possibili va agli scozzesi, che in genere sono delle persone un po’ chiassose ma estremamente socievoli, pronti a ospitarvi nella loro terra di cui sono orgogliosi e a condividere con voi preziose informazioni sui posti da visitare per rendere speciale l’escursione. Quando si viaggia, la regola di base è quella di abbandonare le proprie abitudini e di prepararsi ad accogliere l’esperienza a cui si sta andando incontro; in Scozia questa norma assume una maggior valenza per via dell’unicità di questo Paese: lasciatevi sedurre dai paesaggi da togliere il fiato, dal suono delle cornamuse, dalla cultura del whisky e cercate di ignorare la pioggia se dovesse venire in viaggio con voi.
Simbologia
Se l’Inghilterra ha la rosa, il Galles ha il narciso e l’Irlanda ha il trifoglio, il fiore nazionale della Scozia è il cardo. Nonostante non si sappia con esattezza come questo umile fiore spinoso dal colore viola sia diventato così importante, la leggenda narra che un gruppo di guerrieri scozzesi, che si erano addormentati, riuscirono a evitare una imboscata perché un soldato nemico calpestò un cardo spinoso e le sue urla di dolore risvegliarono i soldati che ricusarono gli invasori. Anche se non ci sono prove a riguardo, resta senz’altro una divertente curiosità. Il cardo è un simbolo importante dell’araldica scozzese da oltre cinquecento anni e si trova un po’ dappertutto, oltre che nei giardini e nelle campagne, potete vederlo sulle maglie delle squadre sportive, sui loghi delle aziende e sulle uniformi del personale di polizia.
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