L’Unione europea sfrutta per la promozione di carne e latticini il 32% del budget quinquennale del programma di promozione dei prodotti agricoli, sono queste le conclusioni di un dossier di Greenpeace recentemente pubblicato. Lo studio mette in evidenza quanto tali politiche siano in contrasto con le allerte degli scienziati sull’impatto disastroso degli allevamenti sulla salute ambientale e umana, oltre che con lo stesso Green New Deal che l’Unione europea vuole perseguire.
Ma di quanto esattamente stiamo parlando?
Del 32% di 776,7 milioni di euro, quindi 252 milioni di euro di soldi pubblici. A tanto ammontano gli investimenti dal 2016 al 2020 per spingere la vendita di prodotti agricoli appartenenti alla categoria dei derivati animali attraverso campagne pubblicitarie in grado di metterne in evidenza presunti pregi, tacendo ovviamente quanto inquinamento comporti la loro produzione e quanto possano essere nocivi alla salute umana.
E l’Italia?
L’Italia è tra i paesi membri che ha beneficiato del programma di promozione dei prodotti agricoli europei con ben 65 progetti finanziati per 124 milioni di euro: il 36% di essi aveva come focus carne e latticini e ha ricevuto un totale di 45 milioni di euro; solo il 17% è stato speso per promuovere frutta e verdura, per un totale di 21 milioni di euro. Possiamo distinguere le campagne pubblicitarie finanziate dall’Unione europea in quanto contraddistinte dal logo “Enjoy. It’s From Europe“, che non appare invece su quelli pagate dalle aziende private.
Il futuro?
Il report-denuncia di Greenpeace arriva alla vigilia del “[…] riesame della politica sulla promozione dei prodotti agricoli; una nuova proposta è attesa all’inizio del 2022, nella quale non deve più essere dato spazio al finanziamento pubblico di campagne che puntano ad aumentare i consumi di carne e di prodotti lattiero-caseari frutto di allevamenti intensivi. Solo così il nuovo programma potrà essere coerente con le promesse di promuovere ‘diete più equilibrate e più sane’, contenute nella strategia Farm to fork e nel piano europeo di lotta contro il cancro, e con le raccomandazioni della comunità scientifica sui consumi alimentari da adottare per proteggere clima, ambiente e salute”, come dichiara in una nota Simona Savini di Greenpeace, che FV magazine ha intervistato sul numero 50 in occasione dello speciale dedicato alla Giornata mondiale della Terra che si tiene il 22 aprile.
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