di Grazia Cacciola
Temperature estremamente basse come terapia: erano già una conoscenza dei nostri antenati e le pratichiamo anche noi. Il ghiaccio sulla botta, sullo stiramento o su ferite post operatorie è una terapia basata sul principio, ormai scientificamente provato, che il freddo intenso stimola la rigenerazione cellulare, la produzione di antidolorifici come le endorfine e anche di agenti antinfiammatori, soprattutto citochine. Inoltre la contrazione e il rilassamento del sistema circolatorio esposto al freddo migliorano la circolazione e favoriscono l’eliminazione delle tossine. Da qui nasce anche la criochirurgia che utilizza strumenti di precisione per direzionare temperature molto basse verso tessuti anomali o patologici: l’asportazione di nei, verruche ed emorroidi, che vengono congelati e rimossi senza tagli, cicatrici e anestesia.
[Dove e come]
La crioterapia viene praticata solo in centri medici specializzati, che devono avere un direttore medico ed eseguire un’anamnesi approfondita prima di iniziare la terapia. Non è una pratica da centro estetico.
Nel centro medico si viene introdotti in una criosauna singola oppure da 5-10 persone. La criosauna singola è simile alla struttura di una doccia solare. Si entra con un abbigliamento minimo, generalmente biancheria intima, e una mascherina fornita dal centro stesso. Una volta chiusa la cabina, l’operatore avvia l’emissione di azoto liquido, lo stesso che si utilizza nella cucina molecolare. Il freddo è immediatamente generato in modo intenso, con temperature che variano a seconda della terapia da eseguire.
Il minimo per una terapia è di dieci sessioni in due settimane, che arrivano fino a 15-20 ravvicinate per malattie immunitarie. I risultati sono assicurati per 4-6 mesi.
La criocamera si basa sullo stesso principio ma permette all’azoto di passare all’interno degli scambiatori di calore, generando così aria fredda che viene immessa nella camera, senza tracce di azoto liquido. In questo modo ci sono rischi molto minori di inalare una quantità dannosa di azoto. Al momento l’unica criocamera ospedaliera in funzione in Italia è presso il Poliambulatorio Bongi di Orzinuovi (BS), che accoglie i pazienti di diversi ospedali della Lombardia.
La criochirurgia invece, in Italia, è più praticata per l’asportazione di tessuti danneggiati. Viene direzionato con precisione un sottile flusso a -196° C sulla parte interessata. La utilizzano soprattutto i dermatologi. Negli USA si sta cominciando a sfruttare la criochirurgia anche per la cura di alcuni tipi di carcinomi dell’utero e della cervice, evitando la rimozione dell’intero apparato riproduttivo. In Italia le esperienze sono più limitate, ma in crescita.
[Sport]
Da anni la crioterapia è entrata nello sport e sono molte le squadre di calcio famose, come Juventus e Milan, a farne uso dopo gli allenamenti per il recupero immediato e in modo più localizzato per il trattamento di infiammazioni. Secondo i medici sportivi, il trattamento crioterapico favorisce e accelera il recupero dopo l’allenamento. A casa possiamo avvicinarci a questo effetto con una doccia ghiacciata dopo l’allenamento oppure, in caso di infiammazioni, con l’applicazione di ghiaccio secco sulla parte interessata.
[Bellezza]
Se avete notato gli effetti benefici della mascherina fredda tenuta in freezer e da applicare poi su palpebre e occhiaie per un trattamento localizzato, pensate ai vantaggi di temperature ancora inferiori! Non sono pochi infatti gli attori che si stanno rivolgendo a questa nuova frontiera, in controtendenza rispetto alla chirurgia plastica: mantenere meglio invece che sostituire o alterare. Tra i suoi più famosi sostenitori ci sono Alicia Keys, Daniel Craig, Demi Moore e Mandy Moore, che ha dichiarato di esserne totalmente dipendente per i suoi benefici.
Sono molti gli strumenti che possiamo impiegare in casa per la nostra bellezza, a partire dalla classica borsa del ghiaccio. Possiamo utilizzarla per contrastare i gonfiori e stimolare la detossificazione, per esempio per le occhiaie. Interventi più mirati devono invece essere eseguiti dal dermatologo e con strumenti adatti.
[Crioterapia sistemica]
Si tratta di una terapia che consiste nell’esporsi completamente per 1-3 minuti a temperature estremamente basse, da -90 a -160° C per almeno 2-3 volte alla settimana. Favorisce il recupero dopo un intervento chirurgico, un infortunio sportivo o un’infiammazione. Le sedute vanno programmate a breve distanza l’una dall’altra e funziona solo con un numero di sedute da dieci in su, coordinate con i farmaci specifici per la patologia da curare.
Si tratta anche di nuove frontiere per malattie croniche e dolorose come sclerosi multipla e fibromialgia. Il dottor Giovanni Lombardi, ricercatore del Laboratorio di Biochimica Sperimentale e Biologia Molecolare dell’IRCCS Istituto Ortopedico Galeazzi di Milano, ha pubblicato uno studio sugli effetti della crioterapia su 100 pazienti fibromialgici dai 17 ai 70 anni, dimostrando che 15 sessioni di crioterapia portano già un miglioramento marcato della qualità della vita, rendendo meno invasivo il dolore tipico di questa malattia cronica. Nel caso della sclerosi multipla, invece, è un valido supporto alla fisioterapia perché agisce da potente miorilassante, permettendo la fluidità dei movimenti.
[Controindicazioni]
Salvo condizioni di salute particolari come le arteriopatie, la crioterapia non ha controindicazioni. Meglio comunque non abusarne e praticarla sempre sotto controllo medico.
[Quanto costa]
Una seduta di crioterapia full body in un centro specializzato, preceduta da visita medica e piano di terapia personalizzato, può andare dai 50 ai 150 euro. In genere viene proposto un pacchetto di almeno tre sedute, fino a piani terapeutici per il recupero post operatorio che possono arrivare a due sedute alla settimana per tre mesi. Una riabilitazione di quindici sedute può andare dai 500 ai 1800 euro comprese visite e assistenza post trattamento.
In Francia e Polonia la crioterapia è rimborsata dal sistema sanitario nazionale, mentre in Italia al momento non lo è ma molti ospedali stanno chiedendo di inserirla tra i trattamenti rimborsati dalla Regione. Meglio quindi controllare se la propria Regione ha già inserito questo tipo di rimborso.